Fabiano De Martin Topranin – Breath
La Kunsthalle West Lana è lieta di presentare la mostra personale di Fabiano De Martin Topranin, BREATH, nella sede del Palais Mamming Museum di Merano.
Comunicato stampa
“I miei lavori parlano di esploratori e custodi allo stesso tempo, siano essi dello spazio, delle città, delle foreste o dell’anima”.
La Kunsthalle West Lana è lieta di presentare la mostra personale di Fabiano De Martin Topranin, BREATH, nella sede del Palais Mamming Museum di Merano. L’inaugurazione si terrà giovedì 18 luglio alle ore 19, con un‘introduzione della curatrice Sara Salute e dell’artista. Il vernissage sarà accompagnato dalla performance musicale the wooden starship astounding adventure del contrabbassista Marco Stagni e da un video inedito a cura di Michele Melani (Formasette).
In mostra una serie di sculture in gran parte inedita frutto della rielaborazione creativa e immaginifica delle percezioni sensoriali del mondo: un viaggio di andata e ritorno, tra terra e spazio, tra miti e leggende, reale e immaginario, o dentro se stessi; il tempo di un respiro.
“Dapprima l’uomo in natura, un respiro unico e lento, la compresenza: lo riguardiamo - con nostalgia? Piuttosto, con un risentimento di pietra, dolce e feroce: è scosso, pensa, progetta e reagisce.
In seguito, nella coltura di razza, la scissione, il primo distacco, la perdita, l’accelerazione dei moti, la concitazione formicolante, il dilagare della deiezione. La tuta spaziale non protegge l’uomo dalle radiazioni cosmiche, ma da quelle terrestri.
Le ossa degli uomini si erano già assottigliate, come il loro pensiero, fattosi flebile, i polmoni gravati, prime dispnee.
Si va fuori leggeri, abbandono e rifiuto e liberazione, il peso dell’esserci trova rifugio nella levitazione, si riducono le pressioni, si ritrova lo spazio franco, si riduce la tensione degli apparati, si guarda il mondo perduto con un fremito curvo, ben sapendo che quest’andar fuori non è extasi, ma la presa della distanza minima. La disperazione degli esploratori cosmici è un preludio alla sala palingenetica, dove si cerca la possibilità di favorire il principio di germinazione alchemica del novello uomo del mito, selvatico, ancestrale: proiettato.
Ma se il bosco è l’habitat, esso sta nel cranio e nel corpo immerso, e la respirazione lo porta fuori. Sempre, nel palpito e nel silenzio della selva ritrovata, l’uomo nuovo, solo ma presente (non più sperduto), alza lo sguardo a notte, e tra le chiome coglie le stelle che eran scomparse.
A quel punto, il peso si riduce, la massa attagliata a terra, sprigionata, può liberarsi. E’ il primo respiro leggero, sorso d’aria libera: ma è stato necessario sganciarsi dal suolo.”
Fabiano De Martin Topranin: nasce nel 1984 a Padola, piccola frazione di Comelico Superiore in provincia di Belluno. Consegue il diploma in scultura lignea presso la Scuola Professionale di Brunico, in Val Pusteria, frequenta quindi la Scuola d’Arte a Selva in Val Gardena, dove affina la tecnica della modellazione plastica. Le sue opere sono state esposte in numerose istituzioni culturali, tra cui: Dolomiti Contemporanee, Galleria Civica di Bolzano, Galleria Civica di Bressanone, Galleria Civica di Trento, Biennale SMACH - Constellation of art, culture and history in the Dolomites, Progetto Borca, PULSART RESTART. Attualmente vive e lavora a Bolzano.