Fabio Ferrone Viola – Crush
Rifiuti in plastica, tappi di bottiglia e lattine schiacciate diventano opere tutte da scoprire, firmate dall’artista Fabio Ferrone Viola, che fa del riciclo la propria fonte di ispirazione.
Comunicato stampa
Roma, 4 giugno 2016 - Rifiuti in plastica, tappi di bottiglia e lattine schiacciate diventano opere tutte da scoprire, firmate dall’artista Fabio Ferrone Viola, che fa del riciclo la propria fonte di ispirazione.
“CRUSH - Manifesto globale” è parte di un lungimirante progetto espositivo, promosso dall’Associazione Michele Valori, che dal 5 al 31 luglio 2016 al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini a Roma dà il via a un ambizioso manifesto di educazione ambientale mirato a diffondere - attraverso l’arte e la creatività - una maggiore coscienza del disagio ecologico.
Il titolo della mostra “Crush” si riferisce alla gestualità attorno cui ruota tutta la ricerca dell’artista, ovvero schiacciare le lattine accartocciate raccolte per strada. Da questo il termine “crushismo” coniato dallo stesso Ferrone, espressione che descrive la sua particolare tecnica esecutiva per realizzare qualcosa che possa essere nuovamente “utile”, rivestendo i “rifiuti” di una nuova dignità artistica.
La tappa romana della mostra rappresenta l’apripista di un progetto itinerante più ampio che in futuro vedrà coinvolte in prospettiva anche altre città sulla scia della passione, del coinvolgimento emotivo e dell’esperienza di Fabio Ferrone Viola che nel suono onomatopeico Crush - tradotto dall’inglese “schiacciato” appunto - ha trovato il leitmotiv della sua arte.
“Schiacciare è la forma di arte che uso per far capire il mio stato d’animo, - racconta l’artista Fabio Ferrone Viola - subendo la pressione dell’ambiente in cui viviamo ma soprattutto ricollegandolo al sottotitolo della mostra “manifesto globale” che rimanda a una dimensione più ampia e sociale. Viaggiando moltissimo per lavoro, prima di aver intrapreso la mia carriera artistica, ho potuto constatare come in tutto il mondo ci sia questa malsana usanza di gettare le cose in terra. Ho trovato lattine schiacciate ovunque e così ho cominciato a raccoglierle e metterle da parte: da New York a Parigi, dall’Asia all’Africa ho avuto modo di verificare quanto comune sia questo gesto d’inciviltà, e ho cominciato a pensare di realizzare qualcosa utilizzando questi “rifiuti” e riproporli come veicolo d’arte per lanciare un spunto di riflessione, un messaggio di Amore (tanto è vero che molte delle mie opere riportano la parola “Love” nel titolo) che possa smuovere le coscienze e ricominciare a far apprezzare la bellezza che ci circonda”.
La mostra, con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale, promossa e prodotta dall’Associazione Michele Valori, in collaborazione con Micro Arti Visive, vede come media partner Inside Art, come partner la Rome University of fine Art (Rufa) e come sponsor tecnici Casale del Giglio e Oasi Valle Noce.
La mostra è organizzata col supporto di Anidan.
Il catalogo è edito da Gangemi Editore.
Le trenta opere proposte da Ferrone sono state realizzate assemblando lattine e materiali di scarto, e trasformando i rifiuti in risorsa. L’artista classe 1966, conosciuto e apprezzato nell’ambiente romano per il suo linguaggio Trash Art, invita con le sue creazioni a una conversione ecologica globale. In forte contrapposizione con la cultura “usa e getta”, il percorso espositivo si snoda attorno al concetto di recupero, che diventa denuncia contro il circolo vizioso del consumismo. Le lattine scartate e raccolte dall’artista agli angoli delle strade, manipolate e “nobilitate” dall’interpretazione creativa, acquistano così nuovi sorprendenti significati e diventano portavoce di un contenuto sociale allargato.
Il crushismo nasce quindi con l’intento di sensibilizzare a una maggiore cura dell’ambiente attraverso un percorso nato nel 2000, quando l’artista comincia a usare le lattine di soft-drink dando una risposta personale al pensiero consumistico globale. Prendono così forma artistica svariati tipi di materiali: non solo lattine ma anche scatole e tappi di plastica, cassette di legno e pezzi di oggetti smontati, pc, residui di schede madri e i più disparati materiali di scarto, facendo di questa mission il fil rouge di tutta la sua ricerca.
Un’arte, quella di Ferrone Viola, che evade da schemi preesistenti per farsi voce di un grande impegno nell’ambito delle politiche green attraverso una nuova espressione compositiva.
La mostra curata da Paola Valori è accompagnata da un catalogo edito da Gangemi Editore che presenta un testo critico di Vittorio Sgarbi, personalità eclettica e dirompente in perfetta linea con il pensiero e le opere anticonformiste e sopra le righe di Fabio Ferrone Viola.
Per l’occasione, a dare un ulteriore contributo all’aspetto comunicativo e divulgativo della mostra, un monitor racconta con immagini shock i danni prodotti dall’inquinamento, attraverso scatti fotografici realizzati dagli allievi della Rufa (Rome University of Fine Arts) che ritraggono Roma e dintorni.
Nell’ambito delle arti e dell’architettura, l’Associazione Michele Valori ha avviato - in collaborazione con Micro Arti Visive - un programma multidisciplinare dedicato agli artisti contemporanei aperti alla ricerca e alla sperimentazione.
La Rufa ha sposato il progetto dell’Associazione Michele Valori decidendo di partecipare alla sua realizzazione, non solo per le sue finalità prettamente didattiche ma per la piena inclusione dell’impegno giovanile nell’azione di cambiamento. Gli studenti del corso di fotografia, infatti, hanno raccontato per immagini il degrado urbano come risultato del mix tra cultura consumistica e incuria cittadina. Spiagge come discariche, cumuli di spazzatura sui marciapiedi, degrado e incuria diffusi. Il reportage fotografico, frutto di un lavoro collettivo dal titolo “TRASH” - in netta opposizione con il concetto “CRUSH” racchiuso invece nell’impegno ambientalista di Ferrone Viola - sofferma l’attenzione sull’altra faccia della medaglia, e porta alla luce uno spaccato di degrado sociale davvero aberrante, che emerge con forza dalle immagini e che comunica un messaggio urgente di necessario confronto.
L’ARTISTA
Fabio Ferrone Viola nasce a Roma nell’agosto del 1966 da Marilù Viola e Franco Ferrone, collezionista e appassionato di arte contemporanea.
Sin da bambino segue il padre per le trasferte negli Stati Uniti. È la fine degli anni ’70 e Fabio rimane affascinato dalle luci, dai colori, dalla cultura americana tanto che resterà impressa per sempre nella sua memoria fino a influenzare molta parte del suo lavoro.
Dopo aver concluso gli studi, viaggia molto in Italia e all’estero grazie alla sua attività di creativo, di stilista e responsabile di produzione, occupazione che lascia definitivamente nel 2006 per dedicarsi a tempo pieno all’arte.
Le sue opere raccontano le esperienze e passioni ma anche i sentimenti di insofferenza rispetto all’avanzare del degrado ambientale.
Lattine, tappi di bottiglia, scarti, vengono recuperati e trattati come colori ad olio riprendendo vita in altre forme.
Le sue opere, figurative e astratte, tentano di richiamare l’attenzione sull’urgenza del disastro ecologico.