Fabio Giampietro / Vincenzo Marsiglia

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO BEVILACQUA ARIOSTI
Via Massimo D'azeglio 31, Bologna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Durata mostra: 26 gennaio – 30 gennaio 2017
Fabio Giampietro “HYPER PLANES OF SIMULTANEITY “
Salone del Concilio – visite su appuntamento Domenica 29 prenotandosi al numero: +39051230048 Vincenzo Marsiglia “INTERACTIVE ARCADE”
Chiostro – orari di visibilità:
Giov. 26 e Ven. 27: ore 14.30/23.00
Sab. 28: ore 14.30/18.30 – 21.30/24.00
Dom. 29: ore 14.30/20.00

Vernissage
26/01/2017

ore 14.30

Artisti
Vincenzo Marsiglia, Fabio Giampietro
Curatori
Olivia Spatola, Eli Sassoli de' Bianchi
Generi
arte contemporanea

Palazzo Bevilacqua Ariosti, in occasione di Arte Fiera, ospiterà 2 progetti multimediali rispettivamente di Fabio Giampietro e Vincenzo Marsiglia a cura di Eli Sassoli de’ Bianchi ed Olivia Spatola.

Comunicato stampa

Da giovedì 26 gennaio 2017, Palazzo Bevilacqua Ariosti, in occasione di Arte Fiera, ospiterà 2 progetti multimediali rispettivamente di Fabio Giampietro e Vincenzo Marsiglia a cura di Eli Sassoli de’ Bianchi ed Olivia Spatola.
Nel Salone del Concilio, così nominato perché ospitò alcune sedute preparatorie del Concilio di Trento, Fabio Giampietro presenta "Hyper planes of Symultaneity", un’installazione multimediale visibile su appuntamento mentre, nel chiostro del Palazzo, Vincenzo Marsiglia propone “Interactive Arcade”, un progetto costituito da tre interventi sia scultorei che digitali.

L’esperienza annuale di Palazzo Bevilacqua Ariosti, nei confronti dell’arte contemporanea, si rinnova attraverso due interventi volti a definire una modalità relazionale tra passato e presente, tradizione e innovazione. Entrambi gli artisti selezionati rappresentano la possibilità di dialogo, equilibrato e perfettamente bilanciato, tra gli ambienti storici del Palazzo e le presenze effimere delle installazioni artistiche.

Con il progetto “Interactive Arcade” Vincenzo Marsiglia sintetizza la sua ricerca, ormai ventennale, tesa a creare un dialogo coerente ed efficace tra presente, passato e futuro; tempi che paiono sovrapporsi, attraverso il suo gesto.
L’installazione “Riflessione interattiva”, collocata in alcune arcate del quadriportico di Palazzo Bevilacqua Ariosti, crea e modula suoni ed immagini, interagendo con la presenza del pubblico e con lo stato emozionale degli astanti, e rappresenta una sorta di “Specchio di Alice”, da attraversare, simbolicamente, per accedere ad uno spazio della mente, laddove i nostri sensi limitati non possono condurci. L’opera si compone di piani di luce percorribili che, separando il dentro ed il fuori delle arcate, sono da intendersi come varchi. Lo spettatore si vede riflesso in diaframmi verticali e, oltrepassandoli, compie simbolicamente una sorta di attraversamento della propria coscienza. Dall’altro lato del chiostro, le installazioni orizzontali, collocate a terra, in marmo, ardesia e ceramica, sono materiche, ieratiche e modulari, e seguono il solco della storia e della tradizione. Il sincretismo tra passato e futuro si esplica sia nella perfetta integrazione e dialogo tra le antiche volte del quadriportico rinascimentale e gli “apparati effimeri” della concezione artistica, sia nella relazione tra i due differenti approcci con cui l’artista ha concepito le sue opere.

Nel Salone del Concilio Fabio Giampietro propone "Hyper planes of Symultaneity", un progetto multimediale, realizzato in collaborazione con il visual designer Alessio de Vecchi, presentato in anteprima nel 2016 presso la Sala degli Arazzi di Palazzo Reale di Milano.
Le iperboliche e vertiginose vedute aeree di futuristiche città, immaginate da Fabio Giampietro, vengono qui amplificate percettivamente tramite la complessità di un progetto multimediale che vede l’accostamento della tradizionale tecnica pittorica alla più innovativa metodologia di realtà virtuale.

Il progetto si sviluppa attraverso due elementi in dialogo tra loro. Il primo, quello fisico, è costituito da una tela autoportante semicurva, in cui l’artista ha dipinto, in bianco e nero, la veduta aerea di una città immaginaria, su differenti piani prospettici simultanei. I piani iperbolici della visione multipla risultano essere amplificati e distorti dalla curvatura della tela che rende l’opera una sorta di “spazio percorribile e immersivo”, entro al quale lo spettatore viene avvolto. Il secondo elemento è di natura concettuale: l’idea futurista di porre lo spettatore al centro del quadro, viene portata al completamento espressivo tramite gli occhiali di realtà virtuale: Oculus Rift , un dispositivo sviluppato inizialmente per essere impiegato nell'industria dei videogiochi, grazie ai quali lo spettatore è chiamato ad entrare illusoriamente nello spazio dell’opera per esserne avvolto a trecentosessanta gradi.

Con il progetto “Hyper planes of Sumultaneity” Fabio Giampietro crea, pertanto, una relazione di simultaneità paradossale fra quelli che lui definisce i tre piani temporali: presente, passato e futuro. Si tratta di un sincretismo percettivo in cui il passato (rappresentato da alcune sue opere tradizionalmente dipinte su tela, scelte come modello ispiratore), incrocia Il futuro, attraverso l’esperienza di realtà virtuale indotta da Oculus Rift. Il presente è, infine, simboleggiato dalla grande tela panoramica, con la quale l’artista restituisce tangibilità e fisicità all’esperienza virtuale. La simultaneità temporale indotta dalla totalità del progetto, pone lo spettatore innanzi ad una sorta di spaesamento percettivo, in cui il rapporto con la materia e con lo spazio, viene costantemente ridefinito.

Fabio Giampietro, attraverso l’opera: “Hyper planes of Sumultaneity”, getta uno sguardo e crea un ponte ideale, non solo verso “La città che sale” di Umberto Boccioni ed i conseguenti sviluppi spazialisti, ma anche verso le aperture architettoniche barocche e tutta la scuola pittorica rinascimentale, caratterizzata dagli spaccati aerei delle architetture.

Storia e tradizione si incontrano come punti di partenza di un linguaggio artistico peculiare, capace di dilatare la percezione dello spazio, per porre l’uomo al centro di un’esperienza che dal piano dell’estetica si allarga ad abbracciare quello dell’esperienza.