Fabio Mariani – Storia di un colore

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA CENTOMETRIQUADRI ARTE CONTEMPORANEA
via C. Santagata, 14 , Santa Maria Capua Vetere, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
23/03/2023

ore 18

Artisti
Fabio Mariani
Curatori
Marco Izzolino
Generi
arte contemporanea, personale

mostra personale Storia di un colore di Fabio Mariani, a cura di Marco Izzolino.

Comunicato stampa

La galleria Centometriquadri Arte Contemporanea è lieta di annunciare l’apertura, il giorno 23 marzo 2023 alle ore 18, della mostra personale Storia di un colore di Fabio Mariani, a cura di Marco Izzolino.
Fabio Mariani ha scelto di ricostruire – come parte della propria ricerca esposta – quelle fasi dell’operato artistico che oggi sono dimenticate, e che gli artisti danno forse per scontate, a partire proprio dalla produzione di colore per la pittura.
Gli artisti del passato non trovavano i colori già preparati e pronti all’uso, ma avevano bisogno di produrseli per poter cominciare a dipingere. Era così inevitabile che la pittura e la visione del mondo generata dalle rappresentazioni pittoriche fossero influenzate dalle possibilità di reperimento dei pigmenti. Quello scelto da Fabio Mariani per questa mostra è per così dire il “primo" colore, quello che precede tutti gli altri, e che serve (serviva) come base per il disegno. Si tratta di un pigmento antico, conosciuto fin dall’epoca romana, usato per tingere e scurire, e, soltanto con la diffusione della carta, come inchiostro per disegnare: il ferrogallico.
Il punto di partenza del racconto visivo di Fabio Mariani è la pura e semplice esposizione di questo colore, in una bottiglia di vetro e applicato alla superficie bianca di una piccola parete. Basta che il colore alteri anche di poco una superficie indifferenziata, che è già possibile provare ad intravedervi qualcosa. Il ferrogallico ha un potere generativo in grado di innescare un dialogo tra chi crea con esso un’immagine e chi la osserva; questo potere è determinato dal processo naturale con cui il colore aderisce alle superfici; e alla sua aura di naturalità che si cela nella storia che precede la sua produzione.
La storia ha inizio da un insetto che sceglie di deporre le proprie uova sul ramo giovane di quercia. Questa, come reazione forse difensiva alle sostanze ormonali prodotte dai parassiti, produce una escrescenza ricca di tannidi, la galla, all’interno della quale la larva si nutre e cresce, compiendo poi la sua completa metamorfosi. Storicamente il ferrogallico si otteneva mescolando, in varie proporzioni, un infuso di galle con vetriolo verde (contenente solfato ferroso) e gomma arabica, per giungere cosi al pigmento che è un addensato di gallato di ferro.
Scegliendo di produrre il pigmento ferrogallico con il quale poi creare le opere, Fabio Mariani fa del proprio intervento una porzione di una storia più ampia. Una storia che non ha inizio con la scelta di creare la prima realizzata tra le opere in mostra, ma da un insetto; e che non si conclude completando l’ultimo tra i lavori esposti, ma proiettandosi nel futuro, sottintendendo ciò che avrà inizio dall’esposizione: ossia gli effetti, temporanei o permanenti, che attraverso il suo uso del colore l’artista riuscirà a generare sugli osservatori.
L’operato di Mariani si pone infatti in continuità, sintonia e non contraddizione con la storia che precede il proprio lavoro. Il suoi interventi grafici, pittorici o scultorei si riferiscono infatti al processo naturale che è stato necessario per produrre gli ingredienti alla base del colore; e questo, come un seme, sembra già contenere in nuce l’immagine o le immagini che da esso verranno tratte. Le opere che l’artista crea, per quanto astratte, alludono ai processi generativi della natura.
Si tratta, a ben vedere, di un paziente lavoro di ricerca con e sul tempo e sulla soggettività della sua percezione; la scelta e l’uso del pigmento ferrogallico ne divengono soltanto uno strumento. Il processo creativo, come ogni altro intervento umano è soggetto alle regole della natura e dunque anche al tempo. Ma il tempo non è solo quello percepito dagli esseri umani. Microrganismi, insetti, animali, e piante vivono vite di lunghezza e ritmo differente dal nostro e percepiscono il tempo in modo differente. Fabio Mariani con le sue opere ci mostra cosa accadrebbe se superfici o forme manifestassero non solo l’intervento dell’artista, ma anche le tracce – passate, presenti e future – lasciate dagli altri organismi, nei loro tempi di vita e di azione differenti.