Fabrice de Nola – Genius loci. Dentro e oltre il racconto
L’esposizione, nell’ambito della VII edizione di I-Design e inserita nei programmi di Palermo Capitale Italiana della Cultura e Manifesta 12 Collateral Event, indaga sulla figura del Genio di Palermo e sui significati politici, religiosi e sociali che esso incarna.
Comunicato stampa
Sabato 27 ottobre 2018 alle ore 17:30, a Palazzo Ajutamicristo a Palermo, verrà inaugurata Genius Loci. Dentro e oltre il racconto, mostra di Fabrice de Nola a cura di Desirée Maida.
L'esposizione, nell'ambito della VII edizione di I-Design e inserita nei programmi di Palermo Capitale Italiana della Cultura e Manifesta 12 Collateral Event, indaga sulla figura del Genio di Palermo e sui significati politici, religiosi e sociali che esso incarna, trasponendo su tela storie, miti, tradizioni e leggende che Fabrice de Nola raccoglie e organizza in nuove forme di racconto, concepite come architetture dell'informazione che si concretizzano attraverso la pittura e le tecniche multimediali.
Dal testo critico della curatrice:
"Oggi come non mai, il concetto di ‘confine’ segna e delimita – in senso lato e figurato – gli spazi e il sistema di relazioni tra gli esseri umani, andando oltre gli ambiti geopolitici cui il termine è usualmente connesso, e giungendo a toccare le delicate e multiformi dinamiche della cultura, delle tradizioni, dell’identità intesa come consapevolezza delle proprie radici e della propria storia, un patrimonio da tramandare e da mettere in relazione con altre storie, altre culture, altri racconti di identità. Ma in un mondo, come quello contemporaneo, che non smette di guardare al futuro e di progettare scenari sempre nuovi anche grazie all’utilizzo delle più sofisticate tecnologie, è ancora possibile, e ha un senso, mettere in relazione racconti di storie, culture e identità nonostante governi e popoli tendano ad alzare barriere, demarcare confini, tagliare ponti, chiudere porti? È ancora possibile superare il clima di solipsismo dilagante che sembra attanagliare l’era odierna e travalicare i confini fisici e concettuali che separano i popoli e le loro culture? E a quali linguaggi potrebbe essere affidato il racconto di queste storie?
Queste sono le riflessioni sottese a ‘Genius Loci. Dentro e oltre il racconto’, mostra di Fabrice de Nola a cura di Desirée Maida che prova a rispondere agli input lanciati dal tema dell’edizione 2018 di I-Design, ‘Beyond borders. Utopias move people!’.
Le vicende biografiche e la ricerca artistica di Fabrice de Nola da sempre si muovono ‘oltre i confini’, spesso abbattendoli per poi ricomporli, dando così nuova forma a racconti di storie, culture e identità. Figlio di madre italiana e padre belga e cosmopolita per vocazione (ha vissuto tra Messina – città in cui è nato –, Reggio Calabria, Palermo, Milano, Mechelen, Ginevra, Il Cairo, Roma e Tokyo, prima di stabilirsi nuovamente nel capoluogo siciliano nel 2010), de Nola fin dagli anni Ottanta sperimenta e dà vita a relazioni che vedono protagonisti diverse tecniche e linguaggi artistici, coniugando l’immagine pittorica tradizionale alle nuove tecnologie, come l’elaborazione digitale, il codice QR e la realtà aumentata. Tutti strumenti atti a estendere la narrazione tessuta tra le trame dei dipinti: racconti di tradizioni, di luoghi, di identità, di simbologie e credenze, di popoli.
Dal 2010, anno del suo ritorno a Palermo, l’artista si approccia alla figura del Genio, nume tutelare della città. L’interesse nei confronti del Genius loci nasce quasi per caso, per curiosità, da parte di un artista dalle origini ibride che sente l’esigenza di conoscere la storia del luogo in cui vive. ‘Panormus conca aurea suos devorat alienos nutrit’, ‘Palermo conca d’oro divora i suoi e nutre gli altri’, si legge nell’iscrizione che accompagna la statua del Genio custodita all’interno del Palazzo Pretorio. Un motto che sembrerebbe esaltare, stando all’interpretazione più diffusa, l’ospitalità della città nei confronti degli stranieri, facendoli sentire a casa propria.
Da forestiero e cosmopolita che a Palermo ha trovato dimora, Fabrice de Nola inizia così gli studi sull’origine della figura del Genio, sui simboli politici, religiosi e sociali che esso incarna, sul ruolo che ha avuto all’interno della storia millenaria della città. Inizia così, per l’artista, un lungo lavoro di ricerca che è attualmente in corso: storie, miti, tradizioni, leggende che de Nola raccoglie e organizza in nuove forme di racconto, concepite come architetture dell’informazione che si concretizzano attraverso la pittura e le tecniche multimediali. Racconti che confluiscono nel grande progetto in divenire Collectio Panormi, in cui i linguaggi utilizzati si ibridano e si influenzano a vicenda, narrazioni diffuse che oltrepassano i confini della tela per continuare a tramandare miti, tradizioni e leggende sotto forma di contenuti multimediali fruibili dai telefoni cellulari...”.