Fabrizio Berti – Pop dittatori

Informazioni Evento

Luogo
ANTICA PIEVE DI SS GIACOMO E CRISTOFORO
Via Vittorio Emanuele 144, 38055 , Grigno, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle .00 alle18.00

Vernissage
09/06/2012

ore 18

Contatti
Email: grigno@biblio.infotn.it
Patrocini

Assessorato alla Cultura del Comune di Grigno
Biblioteca Pubblica Comunale “Orlando Gasperini”
Sistema Culturale Valsugna Orientale

Artisti
Fabrizio Berti
Curatori
Aurora Minati, Francesco Azzolini
Generi
arte contemporanea, personale

“Ma cos’è la destra, cos’è la Sinistra?” è questa la domanda che poniamo ai dittatori del passato e del presente disegnati da Fabrizio Berti, ed esposti presso l’Antica Pieve di Grigno, all’interno della mostra curata da Aurora Minati e Francesco Azzolini.

Comunicato stampa

“Ma cos'è la destra, cos'è la Sinistra?” è questa la domanda che poniamo ai dittatori del passato e del presente disegnati da Fabrizio Berti, ed esposti dal prossimo 9 giugno presso l’Antica Pieve di Grigno, all'interno della mostra curata da Aurora Minati e Francesco Azzolini.
La risposta è celata in una serie di piccole tele dipinte con colori accesi, animate dai grandi personaggi del passato che stavolta appaiono svuotati di tutta la loro austerità e caricati invece di un'ironia insospettabile. Per riconoscerli basta un dettaglio: il copricapo di Saud, il punjabi di Traorè, i baffi di Hitler. Dietro al colore e all'ironia un'accurata ricerca bibliografica e un giovane col pizzetto nato a Torcegno, che ha scelto di fare il mestiere più antico del mondo... l'artista. Le sue opere nascono da piccoli schizzi realizzati a penna, appunti, pochi segni fatti con le matite colorate che prendono poi forma su tele povere, realizzate con vecchie lenzuola. “Col mio lavoro” spiega Fabrizio “cerco di trasmettere un’emozione, non importa se sia positiva o negativa. L’importante è che riesca a far pensare, a far emergere un ricordo, a far ridere o piangere, a far riflettere sul mondo in cui viviamo, agli errori fatti nel passato per evitare di farne altri o addirittura dimenticarsi di quelli fatti”.