Fabrizio Intonti – Netaphors

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO VELLI
Piazza Sant'Egidio 10, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Durata 10 - 19 Giugno
Orari galleria: 11:00 -20:00

Vernissage
10/06/2016

ore 18,30

Contatti
Email: press@visiva.info
Sito web: http://www.fabriziointonti.com
Artisti
Fabrizio Intonti
Curatori
Auronda Scalera
Generi
arte contemporanea, personale

Visiva presenta presso la suggestiva galleria di Palazzo Velli, la mostra personale di Fabrizio Intonti: Netaphors, a cura di Auronda Scalera.

Comunicato stampa

Venerdì 10 Giugno, Visiva presenta presso la suggestiva galleria di Palazzo Velli, la mostra personale di Fabrizio Intonti: Netaphors, a cura di Auronda Scalera.

Il corpus del lavoro di divide in due tematiche principali, ritratti ed architetture, per rappresentare un paesaggio interiore ed esteriore a 360 gradi.

Netaphors è…?

Netaphors è un progetto artistico e fotografico, fondato sull’interazione creativa di una fotografia con il motore di ricerca Google Image.

Si parte da un’immagine principale realizzata dall’artista e caricata sul motore di ricerca di immagini di Google (Google Image) che associa a quest’ultima tutte le immagini simili che sono state caricate nella rete: cioè milioni di immagini provenienti da tutto mondo. L’autore seleziona ed elabora accuratamente tutto il materiale per trasformarlo in un collage fotografico.

Una modalità di utilizzo del motore molto originale, per mostrare come Google ci possa regalare sorprendenti serie di associazioni visive che spuntano dalla memoria della rete, creando un'archeologia visuale la quale attinge dal nostro presente e dal nostro passato.

Perché “Netafore”?

La “Netafora” è un neologismo creato dall’autore, che rielabora e adatta il significato della metafora classica (in greco letteralmente “trasferimento”) giocando sull’assonanza con 'net', rete, per esprimere il procedimento creativo di portare, mettere in relazione, attraverso il web, due cose diverse ma simili in qualcosa, in questo caso delle immagini.
Essa indica dunque una nuova forma di figura retorica che attua un trasferimento di significato non più fatto con le parole ma solo con le immagini; non è più una trasposizione di un termine proprio con uno figurato, ma, in questo caso, “iperfigurato”, perché creato da un “cervello universale” qual è Google.

Quello che prova a fare l'autore con Google Image è un processo simile a quello Dada, fatto tra gli anni '16 e i '20; da allora sono passati cento anni, le tecnologie sono cambiate, ma i punti critici delle società sono rimasti gli stessi. Oggi come allora, l'artista rivendica un processo antiartistico, stravolgendo gli standard della propria epoca con umorismo, ponendo dubbi e domande su una delle questioni che affligge maggiormente la società contemporanea: che cos'è la fotografia? Che cosa sono le immagini? Che cosa è un volto?

Il lavoro di Intonti parte apparentemente da un'anti fotografia, visto che si realizza affidando apparentemente al mero automatismo di un motore di ricerca il compito di proporre le immagini – tra le miliardi presenti nel web – da associare alla matrice iniziale. Quello che ne viene fuori è un processo taumaturgico che svela una parte del grande inconscio collettivo visivo generato dalla apparente casualità di un dispositivo cieco e autonomo.

Come scriveva Franco Vaccari in “Inconscio ottico”: «Non è importante che il fotografo sappia vedere, perché la macchina fotografica vede per lui», in tal caso diventa: “Non è importante che il fotografo sappia vedere, perché Google vede per lui»

Come in fondo ogni procedimento psichico creativo, formato da lapsus ed errori, anche Google funziona nel gioco di queste associazioni soprattutto quando sbaglia, cioè quando non trova nel web l'immagine esatta caricata dall'artista e mostra tutte le immagini simili a quella ricercata. E così il gioco delle associazioni (di volti, cose o segni) può dare risultati surreali ed esilaranti, tanto che il motore di ricerca risulta essere veritiero nel rappresentare la schizofrenia della società contemporanea che viene smascherata attraverso questa sorta di lapsus visivi : Google si fa strumento di diagnosi visuale e della società, in grado di captare quei messaggi sottesi che la memoria collettiva immagazzina nella rete.

Interessante notare che più si è connessi più Google tende all’omologazione visuale, perciò più si è connessi più ci si omologa con se stessi.

La “netafora” porta lo spettatore verso uno sconfinamento della fantasia in infinite associazioni mentali a comporre un'archeologia dell'immagine che non ha termine e può girare all'infinito. L'immagine diventa un ideogramma non più contenuto in 26 lettere dall'alfabeto ma diventa infiniti significati. Un alfabeto universale, dove non ci sono più vocabolari. Ma solo colori, forme e bytes a codificare il nuovo messaggio.

Il lavoro dell'artista è un lavoro infinito, sempre incompiuto, che può essere ampliato da ciascuno di noi. Questo è il bello del “gioco”. E' un processo che tutti noi possiamo integrare a piacere e con cui possiamo interagire.

Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo linguaggio universale creato stavolta non dall’uomo ma da una macchina. E questa volta non basteranno tutti i vocabolari del mondo a poterlo contenere.

Nota biografica
Fabrizio Intonti è un fotografo e autore di formazione filosofica che vive e lavora a Roma. La sua produzione fotografica, oltre all’attività professionale, si estende alle arti visive, e sovente si basa sulla contaminazione di tecniche (analogico, digitale) e di linguaggi (parole, immagini), tenendo fermo l’intento di mostrare lo straordinario nell’ordinario, che si tratti di cose, persone, luoghi. Per le sue fotografie ha ottenuto diversi riconoscimenti nei maggiori concorsi internazionali di fotografia nel mondo (International Photo Awards, Prix de la Photographie de Paris). Proclamato Fotografo dell’anno 2014 al Worldwide Photography Gala Awards (WPGA). Di lui hanno scritto studiosi come Michele Smargiassi e Augusto Pieroni

Mostre
“Netaphors” Università Bicocca di Milano, ottobre 2015 (personale)
Getty Images Gallery (Renaissance Photography Prize), Londra 2015 (collettiva)
Terza Biennale di Fine ART e Fotografia documentaria. Museo del Patrimonio Municipal de Málaga (MUPAM) 2014 (collettiva)
“Metanimalia” presso Polifemo, Fabbrica del Vapore, Milano, Premio Confini11 (personale), 2014