Fabrizio Loiacono – Glance off it
“Glance off it”: parole o termini che cosi assemblati possono indicare di come un oggetto può essere deviato da una traiettoria ma possono anche significare, o meglio descrivere, l’atto di dare uno sguardo di sfuggita o uno sguardo al di fuori di qualcosa, visioni laterali e ambigue, dunque, che ben descrivono questi lavori del fotografo Fabrizio Loiacono.
Comunicato stampa
“Glance off it”: parole o termini che cosi assemblati possono indicare di come un oggetto può essere deviato da una traiettoria ma possono anche significare, o meglio descrivere, l’atto di dare uno sguardo di sfuggita o uno sguardo al di fuori di qualcosa, visioni laterali e ambigue, dunque, che ben descrivono questi lavori del fotografo Fabrizio Loiacono.
Perché laterale è lo sguardo che ha potuto vedere certi minuti particolari di un paesaggio, uno sguardo che forse ha visto troppo, troppe sollecitazioni e troppe suggestioni, troppo di tutto, è lo sguardo di chi, abituato ad inquadrare e scattare immagini della luce e delle tenebre di ciò che lo circonda, ha finalmente trovato il tempo ed il modo di posarsi su certe suggestioni minime, a cercare un riposo, quasi una dieta dell’anima, accettando di vedere le sottili trame che compongono l’insieme di quello che chiamiamo realtà, soggetti ed oggetti altrimenti sepolti in intrecci complessi, semplici dettagli che nell’insieme sarebbero scomparsi, ma che, ricercati e voluti, rendono compiuta, senza altre sovrastrutture, la complessa trama del reale.
Abstract drawings 1 R Sono scatti d’inconsueta e attenta descrizione del reale ma danno un senso di attesa come se una vista più ampia potesse spiegare il loro scopo, il perché di certe forme inattese. Ma sarà proprio nel minimalismo di queste strutture che si potrà trovare la chiave per conoscere l’insieme, per attribuire alla materia un imperativo potere di formazione o ricercarne la dissoluzione in forme elementari, simbolici preamboli all’esistente, tracce e simboli di una scrittura effimera raccontano deserti e rocce, scansioni ritmiche, in apparenza architettoniche, che sono parte di esseri viventi.Complementi che dilatano la spazialità di un involucro e che costituiscono il trapasso tra il contenuto e il contenente, linee, fori o tracce indistinte, che, anche se non inserite in un impianto prospettico, in un orizzonte complementare, descrivono se stesse rinunciando al contesto, in una realtà continua che fa da tramite tra la raffigurazione pura e semplice e l’astrattismo simbolico. Cosi restano, con uno stile che è di fondo naturalistico, tessere di un mosaico che descrivono, in modo conciso e drastico, paesaggi in cui il passare e il divenire delle opere di natura sembrano non lasciare tracce, ma che invece lascia grafie ben distinte comprensibili solo da chi, rinunciando alla semplice raffigurazione paesaggistica, ne sappia interpretare, ma soprattutto raccontare, i reconditi significati.