Fabrizio Pompili – Rosa in Seno

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO G. RUSPOLI
Piazza S. Maria Cerveteri , Cerveteri, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mat. 10.30-13.30 – pom. 15.30-22.30

Vernissage
23/08/2013

ore 18,30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Fabrizio Pompili
Curatori
Romina Guidelli
Generi
arte contemporanea, personale

La Mostra Rosa in Seno accoglie una selezione delle opere di Fabrizio Pompili, scelte per descrivere al pubblico l’idea della grande istallazione immaginata dall’artista per la Necropoli della Bandidaccia di Cerveteri: l’Installazione Rosa in Seno.

Comunicato stampa

La Mostra Rosa in Seno accoglie una selezione delle opere di Fabrizio Pompili, scelte per descrivere al pubblico l’idea della grande istallazione immaginata dall’artista per la Necropoli della Bandidaccia di Cerveteri: l’Installazione Rosa in Seno. La Ricerca Rosa in Seno è bellezza intesa come sostantivo squisitamente femminile: Femmina è Madre, Femmina è Terra, Femmina è Donna. Femmina è la Creazione. Attraverso una tecnica raffinata, almeno quanto “cruda” negli incontri dei nodi nel tessuto, il concetto raccontato dell’artista diviene linea, colore intenso; morbido, profondo, geometrico segno.
Il tessuto di Pompili è vivo ed invasivo, sensibile. Avvolge sculture che interpretano tombe, per lasciar scorgere mammelle o segreti embrioni in cui il mistero della stessa Vita, femmina anch’essa, risiede. Romina Guidelli

“ L’idea di un’installazione in questa necropoli nasce da queste considerazioni sul culto della madre Terra, della femminilità, della ciclicità della vita.
Attraverso un filo rosa disegnare un percorso che s’incammini tra queste tombe-seno, che lasci una traccia, come un detrito fertilizzante del suo passaggio e che sia non solo visibile ma percorribile e che per alcuni tratti si possa anche attraversare, per rigenerarsi.
Questo sangue che attraversa le tombe-seno è il sangue mestruale, un sangue diverso e per questo rosa, perché porta con sé allo stesso tempo l’idea della vita e della morte, è un sangue che ci parla della femminilità nella sua globalità, che ci parla della donna come dispensatrice di vita e di morte.
Le tombe-seno e il sangue di questa installazione sottolineano la vita come passaggio, dove non è importante quale porta si attraversi, ma dove è importante sentirsi parte di un flusso, di una corrente che cambia l’aspetto esteriore delle cose e dell’uomo, ma non la sostanza, quella di essere energia che si muove e muove, si trasforma e trasforma le cose che circonda, in un continuo moto in espansione”. Fabrizio Pompili