Fabrizio Simone – Sotto pelle
Per l’autore abruzzese (Chieti, classe 1979) si tratta della prima personale site-specific allestita in uno spazio della capitale con il coinvolgimento dei curatori Maila Buglioni e Ivan D’Alberto che firmano anche i testi critici della mostra.
Comunicato stampa
Sotto PELLE è il titolo della mostra che l’artista Fabrizio Simone inaugurerà venerdì 11 marzo, alle ore 18.00, presso l’Associazione culturale TRAleVOLTE di Roma, diretta da Francesco Pezzini.
Per l’autore abruzzese (Chieti, classe 1979) si tratta della prima personale site-specific allestita in uno spazio della capitale con il coinvolgimento dei curatori Maila Buglioni e Ivan D’Alberto che firmano anche i testi critici della mostra.
Il medium privilegiato dall’artista abruzzese è la pittura che nel progetto espositivo romano trova uno dei momenti più alti della sua ricerca artistica.
[…] Lavori pittorici che osano rappresentare ciò che quotidianamente non è possibile mostrare ovvero noi stessi e, precisamente, ciò che ognuno di noi possiede “sotto pelle” e che rimane celato al vedere ottico. […] Così Maila Buglioni focalizza uno degli aspetti centrali del lavoro di Fabrizio Simone evidenziando il desiderio dell’artista di valicare, attraverso il mezzo pittorico, il limite che ci impone la natura umana.
[…] Sfumatura dopo sfumatura – prosegue Buglioni – Simone ci lascia osservare le tante stratificazioni apposte sulla tela fin tanto da dar origine ad un vero e proprio piano: una superficie spessa, incrostata col fine di fingersi “epidermide” e arrivando a porci di fronte a ciò che siamo, alla cruda e nuda realtà del nostro essere. […]
Ivan D’Alberto, invece, pone l’accento sulla “verità orrorifica” della pittura di Simone che si mescola ad una dimensione “erotica” palesata attraverso una “compenetrazione delle carni”. […] E’ qui – scrive D’Alberto – che il “paesaggio” pittorico si trasforma e cambia totalmente raccontando metaforicamente di “spasmi muscolari”, “flussi e getti organici” misti a “sangue e a umori” che trascinano l’anima verso un meraviglioso Inferno che, visivamente, appaga più di ogni Paradiso. Il “corpo” soggetto privilegiato nella narrazione di questo autore – prosegue D’Alberto – non è solo rappresentato attraverso il linguaggio pittorico, ma si fa carne proprio attraverso il pigmento. Il colore rosso, nelle sue moltitudini sfumature, compone la stratificazione di un “corpo” o parte di esso: tocco dopo tocco, tono su tono le masse corporee prendono volume e consistenza. […]