Fabulae pictae
Il Museo Nazionale del Bargello propone per la primavera 2012 un’esposizione dedicata alle maioliche istoriate del Rinascimento e alla loro diretta dipendenza dalle fonti letterarie, storiche e figurative.
Comunicato stampa
Il Museo Nazionale del Bargello propone per la primavera 2012 un'esposizione dedicata alle maioliche istoriate del Rinascimento e alla loro diretta dipendenza dalle fonti letterarie, storiche e figurative.
L'iniziativa intende valorizzare in particolar modo le importanti collezioni del Bargello, che comprendono anche un prezioso nucleo di maioliche di provenienza medicea, arricchite nell'occasione dalla presenza di altri esemplari significativi concessi in prestito da prestigiose collezioni italiane e straniere.
La mostra si articolerà nelle sale espositive del Bargello in un itinerario suddiviso in due sezioni principali: la prima dedicata ad una selezione di temi della mitologia classica e l'altra ad alcuni episodi tratti dalla storia antica.
Attraverso questo percorso, il pubblico potrà percepire l'ampia e multiforme dipendenza della maiolica "istoriata" dai grandi modelli rinascimentali, soprattutto pittorici.
Le manifatture ceramiche italiane infatti dimostrarono di essere tra quelle maggiormente dominate dal desiderio costante di recepire ed acquisire modelli figurativi di sicuro richiamo per i propri repertori, mediandoli attraverso medaglie, placchette, disegni, bronzetti e incisioni.
Da queste ultime, specie dal primo '500, i pittori maiolicari italiani iniziarono a sviluppare una sempre più attenta assimilazione dei temi pittorici e a trascrivere sulle loro opere le xilografie che illustravano le edizioni a stampa di testi letterari, come il Vecchio e il Nuovo Testamento, le Metamorfosi di Ovidio e le Storie romane di Tito Livio; o ancora, le stampe in fogli sciolti, soprattutto quelle di Marcantonio Raimondi e della sua cerchia, che nelle botteghe dei ceramisti divulgavano le "bozze" raffaellesche e le composizioni dei massimi pittori italiani.
Questi modelli rappresentarono dunque per tutto il Cinquecento veicoli iconografici e supporti culturali ai quali far riferimento poiché, grazie alla loro rapida circolazione, costituivano primari documenti itineranti di una cultura prodotta, maturata ed evocata da una committenza sempre più vasta e colta.
A rendere evidente e suggestivo questo stretto rapporto figurativo, in mostra saranno accostati alle maioliche anche vari esempi di arti applicate, specie di quelle che contribuirono a divulgare a più ampio raggio i temi aulici della cultura del tempo e divennero fonti di ispirazione per i maestri "maiolicari".
La selezione di maioliche "istoriate" comprende importanti esemplari di Cafaggiolo e Deruta, ma risulta incentrata soprattutto su quelle di due dei più prestigiosi poli produttivi ceramici del Rinascimento quali Faenza e il ducato di Urbino, dove anche la famiglia Medici aveva provveduto a rifornirsi per manufatti di uso suntuario da esibire nelle proprie illustri dimore.
A corredo della descrizione delle opere, nel catalogo della mostra saranno presenti contributi scientifici di specialisti italiani e stranieri.