Facciamo ch’eravamo
Lo spazio Sonnenstube presenta Facciamo ch’eravamo una mostra dedicata a tre giovani artisti milanesi legati fra loro da un comune denominatore: il gioco nelle sue diverse sfaccettature.
Comunicato stampa
Lo spazio Sonnenstube presenta Facciamo ch’eravamo una mostra dedicata a tre giovani artisti milanesi legati fra loro da un comune denominatore: il gioco nelle sue diverse sfaccettature.
Le opere esposte dialogano fra loro grazie a questa caratteristica che le pone di fronte allo spettatore senza nessuna pretesa, ma facendogli riaffiorare ricordi, ed esperienze vissute. L’aspetto ludico crea il fil rouge fra le composizioni di Davide, la ricerca estetica di Guendalina e l’atmosfera rievocativa di Matteo. In questo mondo odierno privato del gioco, assente dall’aspetto agonistico, questi tre artisti decidono invece di dare spazio a questo aspetto legato all’infanzia di ognuno di noi, tassello di crescita di ogni in- dividuo che ne possa privilegiare. Gioco, dunque, decontestualizzato, smontato, trovato, accolto e rimo- dellato attraverso tre differenti pensieri. Senza tralasciare come e cosa ci ha portati fino ad oggi.
Guendalina, Davide e Matteo indagano, corrispettivamente, per giungere ad un qualcosa costituito da materia e riflessione che ci pone d’innanzi a qualcosa che abbiamo già visto, già fatto, già vissuto ma non ricercato. Davide presenta una serie di “piccoli mondi” costituiti dal suo bagaglio materiale. Matteo presenta sia Salone, installazione con palloni in cuoio,tela e coperta, che una nuova installazione Untitled, una sorta di angolo di svago come può essere una fontana in una piazza. Guendalina con Stadio propone una serie di sculture che riflettono la ricerca svolta sull’aspetto semantico ed estetico dello sport. Ogni opera afferma una propria autonomia, ma attraverso l’organizzazione delle diverse parti e la relazione che queste costituiscono tra loro con il contesto, intende definire una nuova relazione tra lo spettatore, gli oggetti e il loro significato.
Davide Dicorato (1991) vive e lavora a Milano. Davide è un collezionista di oggetti dimenticati. Ricerca, trova, assembla, smonta, rimonta, incolla, ritaglia e crea delle composizioni temporanee costituite da materiali che avevano perso, o che erano andati perduti, la loro importanza conferendogliene una nuova. Incastrando natura e produzione umana Dicorato crea guidato dall’istinto situazioni che hanno il sapore effimero della vita di una farfalla. Un indagine che nasce da impulsi istintivi e tende a sintetizzarsi in com- posizioni più chiare e maggiormente fruibili proprio per il loro aspetto legato ad un immaginario popolare comune.
Matteo Montagna (1992) vive e lavora a Milano. Matteo è un artista spontaneo che concede al suo ope- rato una sorta di innocente evasione dalla stretta morsa quotidiana, dando un valore a ciò che concerne il ricordo, o la rievocazione, di una dimensione infantile. Non si limita a narrare la propria ricerca attra- verso un solo canale ma spazia dalla video proiezione all’installazione e al coinvolgimento di terzi per la riuscita di un’opera completa, come nel caso di Autoritratto del 2011.
Guendalina Cerruti (1992) vive e lavora a Milano. Guendalina compie una ricerca sviluppata attraverso la sperimentazione di diversi approcci formali e metodologici: dalla pratica pittorica a una serie di interventi video, fino alla produzione di oggetti scultorei. Partendo da suggestioni di oggetti e azioni quotidiane, in- daga la loro funzione spaziale, relazionale e simbolica attraverso l’immaginario personale. Questi aspetti aprono un campo di ricerca in divenire, che include soprattutto la scultura e l’installazione.