Far retrocedere dappertutto l’infelicità #5

Informazioni Evento

Luogo
BAD MUSEUM
Via B. Croce 1 , Casandrino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
16/03/2013

ore 19

Artisti
Pino Bertelli
Curatori
Stefano Taccone
Generi
incontro - conferenza

Incontro con Pino Bertelli – Far retrocedere dappertutto l’infelicità – L’Internazionale Situazionista e la sua Attualità

Comunicato stampa

A partire dal 26 gennaio fino al 13 aprile 2013, al BAD museum sarà ospitato un ciclo di incontri con mostra documentaria a cura di Stefano Taccone dal titolo “Far retrocedere dappertutto l’infelicità”, l'Internazionale Situazionista e la sua attualità”. Nell’ambito dei quali di volta in volta uno o più personaggi di varia formazione e profilo saranno invitati a discutere dell’argomento a partire dalle proprie peculiari letture e ricerche. La finalità del progetto è quella di mettere a fuoco il percorso ed i temi dell’I.S. attraverso un approccio assolutamente multidisciplinare ed antispecialistico, fondandosi su di una concezione non parcellare del sapere, bensì su di un’attitudine che ama spaziare in esso a 360 gradi.

MARIO PERNIOLA - ENEA BIANCHI 26 gennaio

ANSELM JAPPE 2 febbraio

GIANFRANCO MARELLI 16 febbraio

MARTINA CORGNATI - ENRICO MASCELLONI 2 marzo

ospite del quinto incontro PINO BERTELLI 16 marzo

PASQUALE STANZIALE 27 marzo

SERGIO GHIRARDI 13 aprile

Pino Bertelli - Guy Debord. Sul cinema sovversivo.

Il cinema è morto! Viva la Banda Bonnot!, si canta nel cinema sovversivo di Guy-E. Debord. Sparate allo schermo, prima di strisciare in quella fabbrica di sogni che mortifica l’intelligenza dei poeti. La magia del cinematografo è altra cosa. La menzogna hollywoodiana (e delle sue indegne emulazioni planetarie) è un simulacro spettacolare dove le puttane e le madonne, i mostri e gli eroi, la catastrofe e il lieto fine … sono parte del linguaggio sequestrato delle scimmie e i loro fantasmi si manifestano come semidei di celluloide in attesa di assurgere al più alto dei loro compiti, quello dell’istupidimento dell’immaginario collettivo. La poesia magica del cinematografo (anche nei film più consumati) emerge là dove il fantastico dà vita a visioni diverse e non omologate all’ordine del discorso. Soltanto il fantastico e il poetico senza misure può suscitare lo sdegno per una quotidianità completamente razionalizzata, ordinata, tesa ad addormentare l’intelligenza e le coscienze critiche di un pubblico che la macchina/cinema considera semplicemente imbecille … è nella messa a morte dell’assurdo e dell’improponibile da Oscar che il pensiero creatore illumina se stesso e permette l’incontro tra il desiderio e l’inatteso, la passione e il sogno e rende possibile l’impossibile e lo sconosciuto reale. Ciò che non inorridisce l’anima, è cinema della sovversione o poesia della bellezza.

Pino Bertelli è nato in una città-fabbrica della Toscana, tra Il mio corpo ti scalderà e Roma città aperta. Dottore in niente, giornalista, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema e fotografia. I suoi lavori sono affabulati su tematiche della diversità, dell'emarginazione, dell’accoglienza, della migrazione, della libertà, dell'amore dell’uomo per l’uomo. come utopia possibile. È uno dei punti centrali della critica radicale neo-situazionista italiana.

L’Internazionale Situazionista costituisce indubbiamente uno dei più rilevanti e significativi quanto complessi e controversi capitoli della vicenda delle avanguardie, se non, più precisamente, come sostiene Mario Perniola, l’ultima effettiva avanguardia storica del Novecento. La sua estremamente dinamica parabola colpisce per il desiderio di radicalità e coerenza assolute che la anima, per la incrollabile, peculiare determinazione dei suoi protagonisti nel procedere convinti di equivalere al «grado più alto della coscienza rivoluzionaria internazionale», rifiutando ogni mediazione o adattamento e sforzandosi di infrangere ogni separazione tra teoria e prassi, così come tra arte e vita. Concetti come la costruzione di situazioni, la deriva, il détournement, la psicogeografia, l’urbanismo unitario; problematiche come il superamento dell’arte, la critica della società spettacolare, la reinvenzione della rivoluzione rappresentano altrettanti motivi che testimoniano il fascino e la pregnanza delle riflessioni e delle intuizioni del movimento, fondamenti di una fortuna sopravvissuta ben oltre la sua stessa fine, inducendo non di rado a parlare delle sue attitudini per molti versi profetiche.

Ad oltre quarant’anni dalla fine ufficiale dell’Internazionale Situazionista, in quali direzioni si muovono le ricerche intorno agli snodi nevralgici della storia del movimento ed alla critica delle sue principali idee-guida? E quali sviluppi ulteriori hanno conosciuto, in anni più recenti, queste ultime ad opera di coloro che hanno continuato ad alimentarsene? Qual è, più in generale, il lascito del movimento alle generazioni successive e come valutarlo? In che misura e modalità esso parla del nostro presente – ed al nostro presente? E riguardo al presente della produzione artistica contemporanea? Queste ed altre le domande che intende sollecitare ed affrontare il progetto, il cui titolo - tratto da un passaggio del Rapporto sulla costruzione di situazioni di Guy Debord - mira ad evidenziare la centralità, irrinunciabile per ogni approccio situazionista, di una prospettiva di trasformazione radicale della vita. Esso si articola in un ciclo di sette incontri a scadenza quindicinale, nell’ambito dei quali di volta in volta un o più personaggi di varia formazione e profilo sono invitati discutere dell’argomento a partire dalle proprie peculiari letture e ricerche. Alle pareti della sala che ospita gli incontri è inoltre allestita una mostra documentaria fondata su scritti ed immagini tratti dalle pubblicazioni del movimento.

A partire dal 26 gennaio fino al 13 aprile 2013, al BAD museum sarà ospitato un ciclo di incontri con mostra documentaria a cura di Stefano Taccone dal titolo “Far retrocedere dappertutto l’infelicità”, l'Internazionale Situazionista e la sua attualità”. Nell’ambito dei quali di volta in volta uno o più personaggi di varia formazione e profilo saranno invitati a discutere dell’argomento a partire dalle proprie peculiari letture e ricerche. La finalità del progetto è quella di mettere a fuoco il percorso ed i temi dell’I.S. attraverso un approccio assolutamente multidisciplinare ed antispecialistico, fondandosi su di una concezione non parcellare del sapere, bensì su di un’attitudine che ama spaziare in esso a 360 gradi.

MARIO PERNIOLA - ENEA BIANCHI 26 gennaio

ANSELM JAPPE 2 febbraio

GIANFRANCO MARELLI 16 febbraio

MARTINA CORGNATI - ENRICO MASCELLONI 2 marzo

ospite del quinto incontro PINO BERTELLI 16 marzo

PASQUALE STANZIALE 27 marzo

SERGIO GHIRARDI 13 aprile

Pino Bertelli - Guy Debord. Sul cinema sovversivo.

Il cinema è morto! Viva la Banda Bonnot!, si canta nel cinema sovversivo di Guy-E. Debord. Sparate allo schermo, prima di strisciare in quella fabbrica di sogni che mortifica l’intelligenza dei poeti. La magia del cinematografo è altra cosa. La menzogna hollywoodiana (e delle sue indegne emulazioni planetarie) è un simulacro spettacolare dove le puttane e le madonne, i mostri e gli eroi, la catastrofe e il lieto fine … sono parte del linguaggio sequestrato delle scimmie e i loro fantasmi si manifestano come semidei di celluloide in attesa di assurgere al più alto dei loro compiti, quello dell’istupidimento dell’immaginario collettivo. La poesia magica del cinematografo (anche nei film più consumati) emerge là dove il fantastico dà vita a visioni diverse e non omologate all’ordine del discorso. Soltanto il fantastico e il poetico senza misure può suscitare lo sdegno per una quotidianità completamente razionalizzata, ordinata, tesa ad addormentare l’intelligenza e le coscienze critiche di un pubblico che la macchina/cinema considera semplicemente imbecille … è nella messa a morte dell’assurdo e dell’improponibile da Oscar che il pensiero creatore illumina se stesso e permette l’incontro tra il desiderio e l’inatteso, la passione e il sogno e rende possibile l’impossibile e lo sconosciuto reale. Ciò che non inorridisce l’anima, è cinema della sovversione o poesia della bellezza.

Pino Bertelli è nato in una città-fabbrica della Toscana, tra Il mio corpo ti scalderà e Roma città aperta. Dottore in niente, giornalista, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema e fotografia. I suoi lavori sono affabulati su tematiche della diversità, dell'emarginazione, dell’accoglienza, della migrazione, della libertà, dell'amore dell’uomo per l’uomo. come utopia possibile. È uno dei punti centrali della critica radicale neo-situazionista italiana.

L’Internazionale Situazionista costituisce indubbiamente uno dei più rilevanti e significativi quanto complessi e controversi capitoli della vicenda delle avanguardie, se non, più precisamente, come sostiene Mario Perniola, l’ultima effettiva avanguardia storica del Novecento. La sua estremamente dinamica parabola colpisce per il desiderio di radicalità e coerenza assolute che la anima, per la incrollabile, peculiare determinazione dei suoi protagonisti nel procedere convinti di equivalere al «grado più alto della coscienza rivoluzionaria internazionale», rifiutando ogni mediazione o adattamento e sforzandosi di infrangere ogni separazione tra teoria e prassi, così come tra arte e vita. Concetti come la costruzione di situazioni, la deriva, il détournement, la psicogeografia, l’urbanismo unitario; problematiche come il superamento dell’arte, la critica della società spettacolare, la reinvenzione della rivoluzione rappresentano altrettanti motivi che testimoniano il fascino e la pregnanza delle riflessioni e delle intuizioni del movimento, fondamenti di una fortuna sopravvissuta ben oltre la sua stessa fine, inducendo non di rado a parlare delle sue attitudini per molti versi profetiche.

Ad oltre quarant’anni dalla fine ufficiale dell’Internazionale Situazionista, in quali direzioni si muovono le ricerche intorno agli snodi nevralgici della storia del movimento ed alla critica delle sue principali idee-guida? E quali sviluppi ulteriori hanno conosciuto, in anni più recenti, queste ultime ad opera di coloro che hanno continuato ad alimentarsene? Qual è, più in generale, il lascito del movimento alle generazioni successive e come valutarlo? In che misura e modalità esso parla del nostro presente – ed al nostro presente? E riguardo al presente della produzione artistica contemporanea? Queste ed altre le domande che intende sollecitare ed affrontare il progetto, il cui titolo - tratto da un passaggio del Rapporto sulla costruzione di situazioni di Guy Debord - mira ad evidenziare la centralità, irrinunciabile per ogni approccio situazionista, di una prospettiva di trasformazione radicale della vita. Esso si articola in un ciclo di sette incontri a scadenza quindicinale, nell’ambito dei quali di volta in volta un o più personaggi di varia formazione e profilo sono invitati discutere dell’argomento a partire dalle proprie peculiari letture e ricerche. Alle pareti della sala che ospita gli incontri è inoltre allestita una mostra documentaria fondata su scritti ed immagini tratti dalle pubblicazioni del movimento.

Progetto ideato da Peppe Buonanno

Coordinamento Ilaria Tamburro, Silvia Vicinanza

Produzione – organizzazione – mostra documentaria BAD