Fare Ala – Video Case
Torna a Catania il collettivo Fare Ala per presentare la tappa conclusiva di un progetto di ricerca cominciato lo scorso dicembre presso ZAC, Zisa Zona Arti Contemporanee di Palermo e confluito nell’opera (The) Case attualmente in mostra nello spazio palermitano.
Comunicato stampa
Torna a Catania il collettivo Fare Ala per presentare la tappa conclusiva di un progetto di ricerca cominciato lo scorso dicembre presso ZAC, Zisa Zona Arti Contemporanee di Palermo e confluito nell’opera (The) Case attualmente in mostra nello spazio palermitano.
Con Video Case Fare Ala propone la proiezione di tre video che riassumono i momenti cruciali della fase finale di un’indagine scaturita dal ritrovamento di un archivio abbandonato all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa contenente documenti relativi alla storia lavorativa di operai attivi durante gli anni ’60, ’70 e ’80 nell’ex-area industriale palermitana ed in alcune aree industriali dismesse del catanese.
Orientato a connettere la memoria del passato alle istanze del presente e scandito da interviste ai vecchi operai, ricerche in archivi giornalistici d’epoca, incontri, viaggi e momenti di riflessione collettiva sulle condizioni dei lavoratori di oggi, il processo relazionale e di approfondimento storico che caratterizza la prima fase della ricerca ha permesso la ricostruzione e la riattualizzazione di una tranche di storia industriale che connette Catania e Palermo.
Momento cruciale di riflessione e di confronto è stata, in questo senso, la mostra From Archive to Action prodotta da Parking 095 e a cura di Katiuscia Pompilipresso BOCS che, spartiacque importante nell’indagine del collettivo palermitano, ha portato a Catania il work in progress inerente questa fase iniziale e ha permesso l’incontro con alcuni ex-operai catanesi. I video proposti durante la proiezione Video Case concludono simbolicamente un cerchio proprio a Bocs e documentano la seconda fase del processo di ricerca che ha coinvolto dinamicamente le due città siciliane. Processo che torna ad orientarsi su Palermo focalizzando l’attenzione sulle tracce lasciate dalle trasformazioni architettoniche all’interno dei Cantieri Culturali connesse direttamente alla memoria delle agitazioni e degli scioperi dei lavoratori del passato. E’ il caso dell’innalzamento, nel 1959, di un alto muro che influenza tutt’oggi il rapporto tra Cantieri e tessuto urbano circostante. Attraverso una serie di azioni e di interventi all’interno dello spazio pubblico, il collettivo segnala la memoria inscritta nel paesaggio urbano tentando di stimolare riflessioni e nuove trasformazioni capaci di riconnettere concretamente la tranche di memoria sommersa oggetto della ricerca alle istanze sociali e politiche del presente.