Fatima Abbadi – Orientalismi Paralleli

Informazioni Evento

Luogo
VILLA ROBERTO BASSI RATHGEB
Via Appia Monterosso 52 , Abano Terme, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

lunedì e giovedì 9.00 - 13.00/14.30 – 17.30; martedì, mercoledì e venerdì 9.00 - 13.00; sabato e domenica 10.00 - 12.00/16.00 – 19.00.

Vernissage
08/03/2014

ore 18

Contatti
Email: info@mignon.it
Sito web: http://www.mignon.it
Artisti
Fatima Abbadi
Generi
fotografia, personale

Una nuova forma di lettura dell’immagine, priva di pregiudizi culturali ed immagini stereotipate, è lo scopo che Fatima Abbadi desidera portare all’attenzione del visitatore, tornando indietro con la storia e seguendo le tracce degli orientalisti francesi ed inglesi.

Comunicato stampa

"Stranieri passano in strada
per caso due sguardi diversi si incontrano
ed io sono te e ciò che vedo sono io
e ti prenderò per mano per guidarti nel paese
ed aiutami a capire meglio che posso"
"Echoes" Pink Floyd 1971

“Per consuetudine tutte le modalità di comunicazione, televisione, radio, e giornali osservano alcune regole e convenzioni per rendere le cose in modo comprensibile, e sono queste, spesso di più della realtà che viene convogliata, che determinano il materiale consegnato dai media".

Edward Said

Una nuova forma di lettura dell'immagine, priva di pregiudizi culturali ed immagini stereotipate, è lo scopo che Fatima Abbadi desidera portare all'attenzione del visitatore, tornando indietro con la storia e seguendo le tracce degli orientalisti francesi ed inglesi. L'Orientalismo, forma artistica e culturale che ha avuto inizio nel 19° secolo, analizzava, studiava e classificava l’orientale come “il diverso”, dando alla luce una visione precisa dell’altro come esotico, misterioso, lento, pigro, pericoloso. Una visione non realistica che è stato il pretesto per l’Occidente per ampliare le proprie ambizioni imperialistiche e la sete di conquista dell’Oriente. Questa nuova ondata culturale si manifesta in opere letterarie, racconti, dipinti (“Grand Odalisque”, “Il bagno turco” - del pittore francese Jean Auguste Dominique Ingres) ed infine fotografie. Opere che hanno contribuito a sviluppare un’immagine predefinita dell'Oriente e che per secoli ha influenzato le nostre menti, facendoci seguire tuttora determinati cliché ereditati.

Fatima Abbadi. Fotografa italo-giordana palestinese, da qualche anno porta avanti lo studio della storia della fotografia nel Medio-Oriente, sua terra di origine e di cui, per tanti anni, ha fatto parte tentando di raccontare la bellezza dell’uomo nel suo ambiente. Affascinata dal fenomeno dell’Orientalismo e guidata dall’amore per le sue origini, cerca di dare una sana ed autentica visione fotografica - spesso distorta dai media - allo scopo di abbattere i muri dell’ignoranza e i pregiudizi, con la speranza di creare ponti interculturali ed arricchire la propria anima dalla conoscenza dell’altro.

Ruba Salih. PhD in antropologia sociale e Reader in Gender Studies alla School of Oriental and African Studies, University of London. I suoi interessi di ricerca e le sue pubblicazioni si focalizzano sui temi delle migrazioni, delle diaspore e dei rifugiati da una prospettiva di genere. Inoltre si è occupata di questione femminile e di genere in Medio Oriente e nel contesto dell'Islam europeo. Da circa due anni è impegnata in una ricerca che interroga gli immaginari dei diritti e del diritto al ritorno tra i rifugiati palestinesi nei territori occupati palestinesi, in Giordania ed in Libano e di cui è prossima la pubblicazione in una monografia con Cambridge University Press.
Mignon è un’associazione fotografica culturale nata nel 1995 da un’idea di Giampaolo Romagnosi che, con Ferdinando Fasolo, è il promotore di tutte le attività del gruppo. L'associazione è nata per realizzare un progetto fotografico finalizzato alla rivalutazione delle piccole cose che appartengono alla quotidianità dell'uomo, fissando come unico vincolo la ripresa e la stampa in rigoroso bianco e nero. Le “piccole cose” che ruotano tutte intorno all’uomo nel suo ambiente sono il cuore della ricerca del Gruppo Mignon. Non si tratta del solito gruppo dove ogni componente cerca “il suo specifico spazio”, ma di un progetto prettamente fotografico che tralascia “individualismi” tipici di tanta fotografia. Il successo di critica e l’interesse per le esposizioni del gruppo hanno portato Mignon ad occuparsi anche della promozione di manifestazioni, serate, incontri e mostre di altri fotografi. Sin dall’inizio il Gruppo ha sentito un profondo interesse nei confronti delle storiche testimonianze della fotografia con vocazione sociale: dal fondamentale lavoro realizzato dalla F.S.A. Farm Security Administration, all’ineguagliabile funzione ricoperta dalla Photo League nella crescita della cultura fotografica, fino alle migliori pagine del fotogiornalismo mondiale (LIFE e i fotografi di Magnum). Alcuni incontri con fotografi “umanisti” hanno contribuito a fornire gran vigore ed entusiasmo al progetto del gruppo. Le frequentazioni con Giovanni Umicini, hanno influenzato la poetica del Gruppo determinando un’attenzione particolare alla “Street Photography” ed agli strumenti operativi da utilizzare: un bianconero essenziale, seguito dalla ripresa fino alla stampa finale. Il prodotto di ciò, sul piano dell’immagine, è una forte economia visiva che lambisce quello “sguardo documentario” proprio della fotografia sociale.