FaustIn and out
Nell’ambito del Festival Focus Jelinek, a cura di Elena Di Gioia, all’Arena del Sole viene presentato FaustIn and out. Riscrittura al femminile del Faust di Goethe, che percorre e intreccia tre livelli di significato: filosofico, politico e di cronaca, secondo una tecnica consueta per l’autrice.
Comunicato stampa
Nell’ambito del Festival Focus Jelinek, a cura di Elena Di Gioia, all’Arena del Sole (20, 21, 22 gennaio) viene presentato FaustIn and out con Angela Malfitano, Francesca Mazza, Sandra Soncini e con Matteo Angius e Fabrizio Arcuri e la partecipazione di Marta Dalla Via, con la regia di Fabrizio Arcuri.
Riscrittura al femminile del Faust di Goethe, che percorre e intreccia tre livelli di significato: filosofico, politico e di cronaca, secondo una tecnica consueta per l’autrice.
Elfriede Jelinek, premio Nobel per la letteratura 2004, riprende la vicenda accaduta in Austria, del padre che ha tenuto segregata per anni la figlia nella cantina di casa costringendola a un rapporto incestuoso, e la pone in una dimensione fisica e metaforica che prevede un alto e un basso, un fuori e un dentro. Per questo FaustIn and out è stato definito dalla stessa autrice ‘dramma secondario’: una specie di commentario teatrale all’opera di Goethe.
Quello che si prova a fare qui è invertire le parti, ripiegare la Storia su se stessa, ridistribuire la parola prima: il Faust originale come commentario del testo della drammaturga austriaca. Quindi la tragedia di Margarethe del Faust come punto di partenza.
C’è qualcosa dell’avanspettacolo nel testo della Jelinek, che fa di Faust il palcoscenico di un cabaret. La vittima qui è il protagonista, come di là lo era il carnefice.
Nel testo della scrittrice austriaca possiamo vediamo la ri-attualizzazione di temi classici in forma moderna, in cui la violenza è quella del mefistofelico capitale e in cui l’illusione è quella di un’emancipazione, umana e di genere. Ma non c’è solo questo.
Fabrizio Arcuri, uno dei registi più interessanti e attenti alla drammaturgia contemporanea, ne cura la messa in scena. Angela Malfitano e Francesca Mazza proseguono l’approfondimento sulla scrittura della Jelinek e sul mito di Faust iniziato con gli spettacoli La regina degli Elfi e Histoire d’F. Attori e tecnici costruiscono e decostruiscono la scena così come la Jelinek costruisce e decostruisce il testo; affronteranno l'improbabile cabaret da lei proposto cercando di stare sopra e sotto, dentro e fuori l’opera.
«Ha fatto tutto lui qui sotto, ha minato la porta e ci ha attaccato i tubi del gas, per poterci gas-tigare tutti in caso di fuga, così ha detto, ha ammesso, l'ha ammesso, ma non era vero: non c'era alcun gas, non aveva fatto cattivo viso a buon gioco, non c'era nessuna mina che potesse saltare in aria, l'unico che può saltare di sopra è lui, noi restiamo sotto, noi purtroppo dobbiamo rimanere sotto, era pur sempre il mio amato papà, non c'era alcuna mina cattiva là sotto da noi. L'aveva detto soltanto per incuterci paura della libertà. Come se non l'avessimo già! Eravamo la sua unica clientela, la clientela di papà, avrebbe potuto comportarsi meglio con noi, ma in ogni caso ci dava da mangiare, eravamo la sua famiglia. Eravamo la sua seconda famiglia. Certi non ne hanno neanche una e lui ne aveva due. La mia lingua ha persino trovato una parola, di solito non è capace di trovare abbastanza parole, ma una ora ce l'ha, la lingua è una delle poche cose che qui si possono muovere, c'è così poco spazio...»
da FaustIn and out (2011) di Elfriede Jelinek
Lo spettacolo è strutturato in tre episodi. Prima parte: La Presentazione (65'); seconda parte: La Rappresentazione (100'); terza parte: La Cronaca (25’)
La durata integrale è di 3h e 35’ compresi due intervalli tra le parti.
Il testo originario FaustIn and out. Dramma secondario basato su Urfaust di Elfriede Jelinek (2011) è stato appositamente tradotto da Elisa Balboni e Marcello Soffritti, direttore del Dipartimento di interpretazione e traduzione dell'Università di Bologna nell’ambito del Festival Focus Jelinek.
Il testo è stato pubblicato in Italia nel novembre 2014 dalla casa editrice Titivillus, con introduzione dei traduttori, prefazione di Elena Di Gioia, direttrice artistica Festival Focus Jelinek, e una conversazione con il regista Fabrizio Arcuri a cura della studiosa Lucia Amara.
La produzione è nata all’interno del vasto progetto Festival Focus Jelinek con l’ideazione e la direzione artistica di Elena Di Gioia e vede la collaborazione tra Accademia degli Artefatti e Tra un atto e l’altro intorno al nodo che lega Goethe e la Jelinek.
Festival Focus Jelinek (ottobre 2014 / marzo 2015) è un festival per città e fa convergere visioni e azioni di più artisti sull’opera di Elfriede Jelinek, tessendo un inedito arco della parola con spettacoli, letture, incontri, pubblicazioni sull’opera della scrittrice austriaca nei teatri, festival, biblioteche, spazi culturali di tredici città della regione Emilia-Romagna.
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Scheda dello spettacolo e tournée sul sito del FFJelinek [http://festivalfocusjelinek.it/faustin-and-out/]
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Approfondimenti sul sito del FFJelinek [http://festivalfocusjelinek.it/faustin-out-titivillus/]
Scheda del libro sul sito dell'editore Titivillus [http://www.titivillus.it/schedalibro.php?id=343]
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Festival Focus Jelinek - festival per città
direzione artistica e produzione Elena Di Gioia
promosso dalle associazioni Liberty e Tra un atto e l’altro
Partner istituzionali
Assessorato alla Cultura, Sport Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
Con il contributo di Unicredit
Con la collaborazione di Forum austriaco di cultura, Istituto di Cultura Germanica Goethe–Institut Bologna
Con il patrocinio di Centro La Soffitta e Centro CIMES - Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna/sede di Forlì, Elfriede Jelinek-Forschungszentrum Vienna e Forschungsplattform Elfriede Jelinek, Provincia di Bologna
#FFJelinek in collaborazione con
Festival L’altra scena, Teatro Gioco Vita, VIE Festival, ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione, Pubblico. Il teatro di Casalecchio di Reno, Teatro Bonci, Cinema San Biagio, Comune di Cesena, Cineteca di Bologna, Best Union, Teatro degli atti, Teatri di Vita, Arena del Sole, Fondazione Teatro Due Parma, Reggio Parma Festival, I Teatri di Reggio Emilia, Ravenna Teatro, Cisim, E-production, Ravenna viso-in-aria, Teatro Diego Fabbri, Accademia Perduta / Romagna Teatri, Teatro Biagi D’Antona, L'attoscuro / OltreMisura, Teatro Rosaspina di Montescudo
Con la partecipazione di Ad Alta Voce, Teatro delle Briciole / Solares Fondazione delle Arti, Modo Infoshop
Collaborazione editoriale Altre Velocità
Media partnership Rai radio3, doppiozero
[email protected] | www.festivalfocusjelinek.it
Il Festival Focus Jelinek è avvolto dal segno delle immagini delle opere di Claudio Parmiggiani. Quattro immagini dell’artista accompagnano il tragitto del Festival e compongono una dedica alla sua opera.
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L’immagine del Festival Focus Jelinek è di: Claudio Parmiggiani, Senza Titolo, 1970, foto Carlo Vannini
Allo Studio Claudio Parmiggiani va un ringraziamento speciale
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Elfriede Jelinek è nata a Mürzzuschlag, in Austria nel 1946. Ha studiato al Conservatorio di Vienna, dove si è diplomata organista. Giovanissima ha fatto il suo esordio letterario nel 1967 con la raccolta di poesie Schatten Lisas, cui sono seguiti romanzi, opere teatrali e interventi saggistici e articoli.
Nel 2004 le è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura per “il fluire musicale di canto e controcanto nei romanzi e nei drammi, che con straordinario ardore linguistico rivelano l’assurdità dei cliché della società contemporanea e il loro potere soggiogante”.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui, oltre al premio Nobel, premio Büchner (1998), premio Böll (1986), premio Heine (2002), premio Else Lasker Schüler (2003).
Ha scritto la sceneggiatura del film Malina (1991) di Werner Schroeter, dal libro di Ingeborg Bachmann.
Il suo romanzo La pianista (1983) ha ispirato l'omonimo film del 2001 di Michael Haneke (vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2001 e Benoit Magimel e Isabelle Huppert premio come miglior attore e miglior attrice).
Elfriede Jelinek, tra le voci più acute e pungenti della scena contemporanea. Con la sua scrittura ingrandisce e rimpicciolisce i panorami, gli affreschi, i ‘nidi’, le rappresentazioni in cui siamo calati, smonta dall’interno, anche del linguaggio, le architetture e le fondamenta su cui si reggono e costruiscono le relazioni scavando nella natura tagliente e multiforme del potere.
La sua scrittura, abrasiva e corrosiva, consegna un’immersione, la discesa in luoghi dove si annidano il linguaggio, le rappresentazioni, la memoria, un ‘luogo’ affilato da cui fuoriescono tensioni e questioni della nostra contemporaneità.
Conosciuta a livello internazionale, in Italia è ancora un’autrice da scoprire e approfondire.
In Italia, Elfriede Jelinek è presente con Nuvole.Casa, (SE, 1991), La pianista (Einaudi, 2005), Le amanti (Frassinelli, 2004), La Voglia (Frassinelli, 2004), Bambiland (Einaudi, 2005), L’addio. (Castelvecchi, 2005), Sport. Una pièce - Fa niente. Una piccola trilogia della morte (Ubulibri, 2005), Voracità (Frassinelli, 2005), Loro non come loro (Effigie, 2009), Jackie (Forum, 2010), FaustIn and out (Titivillus, in uscita autunno 2014).