Fausto Melotti – Grafiche incisioni sculture

Informazioni Evento

Luogo
SALA LUCIO FONTANA
Via Giuseppe Garibaldi 560 (21020) , Comabbio, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 18.30.

Vernissage
03/12/2016

ore 17

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Fausto Melotti
Generi
arte contemporanea, personale

La Sala Lucio Fontana a Comabbio chiude la stagione 2016 con una mostra di Fausto Melotti.

Comunicato stampa

La Sala Lucio Fontana a Comabbio chiude la stagione 2016 con una mostra di Fausto Melotti.
Il grande artista fu amico di Lucio Fontana con il quale condivise per un certo periodo lo studio di Milano.
Fausto Melotti dopo aver studiato ingegneria elettrotecnica e musica, si è dedicato alla storia dell’arte frequentando corsi a Firenze, a Torino: a Milano segue le lezioni accademiche di Adolfo Wildt, insieme a Lucio Fontana, anche lui discepolo di Wildt.
Per queste motivazioni abbiamo proposto alla Fondazione Fausto Melotti di allestire una mostra a Comabbio dove Lucio Fontana ha vissuto e lavorato nella casa ancora esistente ed a Comabbio si spense nel 1968.
La mostra, promossa dall’Amministrazione e allestita, in collaborazione con la Fondazione Fausto Melotti, da Massimo Cassani, che ha curato l’edizione del catalogo, propone:

In catalogo: testi di Fausto Melotti, Paolo Campiglio, Sergio Risaliti.
Profilo biografico di Fausto Melotti, testo di Giovanni Marzani.

- Otto piccole acqueforti - 1969
- La danza - 1971
- Canone variato – 1972
- Canone variato – 1973
- Piccolo alfabeto per Cristina – 1974 (dodici acqueforti b/n)
- Alfabeto di Lina – 1974 (ventitré acqueforti b/n)
- Linee – 1975 (nove acqueforti a colori)
- Linee – secondo quaderno – 1978 (sei acqueforti a colori)
- Scultura A (I pendoli)

...La grafica, il libro, dunque, rappresentano per il maestro una felice avventura interiore, un percorso intrapreso con la curiosità di imparare, come un eterno apprendista ‘stregone’ . L’ideazione e la realizzazione di libri d’artista, tuttavia, non è scelta casuale e improvvisa, anche se motivata da una passione che ha trovato sbocco solo negli ultimi due decenni della sua vicenda creativa, poichè i presupposti vanno cercati all’interno dell’universo melottiano, nel suo amore d’antica data per la poesia e per i libri, che lo hanno comunato prima a Giovanni Scheiwiller poi al figlio Vanni, ma soprattutto nella lenta appropriazione dell’universo espressivo dell’arte a stampa, a partire dal 1970...
…Ed è proprio nel 1970 che Melotti, forse gratificato da una rinata attenzione da parte della critica alla dimensione del disegno, ma certamente motivato da una intima spinta a rielaborare e recuperare temi, idee mai sopite nella sedimentazione occulta del proprio immaginario creativo, si avvicina all’arte a stampa...
…La presentazione delle prime cartelle di grafica, realizzate tra il 1970 e 1971, avviene in occasione della antologica di Dortmund del 1971, la prima mostra in un grande museo, dove accanto alle sculture e ai disegni, una sezione è dedicata all’incisione...
(Paolo Campiglio, tratto dal saggio La grafica e i libri d’artista. Note di critica pubblicato nel catalogo della mostra a cura di Alberto Fiz: Fausto Melotti. Segno, musica e poesia.)

La mostra resterà aperta fino all’8 gennaio 2017 nei seguenti orari:
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 18.30.
Ingresso libero.
Catalogo disponibile in sala mostra.
Per informazioni:
[email protected]
[email protected]
tel. 0331968572

Fausto Melotti, biografia breve:
Una vita per l’arte
Fausto Melotti nasce a Rovereto (Trento) l’8 giugno 1901. Nel 1918 si iscrive alla facoltà di Fisica e Matematica dell’Università di Pisa, corso di studi che proseguirà al Politecnico di Milano, dove nel 1924 si laurea in ingegneria elettrotecnica. In questi anni consegue il diploma di pianoforte e intraprende lo studio della scultura a Torino, presso lo scultore Pietro Canonica. Nel 1928 si iscrive all’Accademia di Brera di Milano, dove è allievo di Adolfo Wildt, insieme a Lucio Fontana, con il quale stringe un lungo sodalizio. Nel 1932 accetta l’incarico da parte della Scuola artigianale di Cantù per un corso di plastica moderna. Melotti così ricorda:
Noi crediamo che all’arte si arrivi attraverso l’arte, frutto d’intuito personale: perciò tutto il nostro sforzo consiste nell’insegnare il piccolo eroismo di pensare con il proprio cervello.1

Nel 1935 viene pubblicato “Kn” di Carlo Belli, cugino di Fausto Melotti. Questo testo, che viene definito da Kandinskij “ il Vangelo dell’arte astratta” costituisce l’elaborazione teorica delle sperimentazioni degli artisti astratti che insieme a Belli e a Melotti, si confrontavano al Bar Craya di Milano. Nel 1935 infatti aderisce al movimento “ Abstraction-Création”, fondato a Parigi nel 1931 da Van Doesburg, Seuphor, Vantongerloo con lo scopo di promuovere e diffondere l’opera degli artisti non figurativi. Nello stesso anno insieme al gruppo degli astrattisti milanesi partecipa alla prima mostra collettiva di arte astratta nello studio di Casorati e Paolucci a Torino ed espone a Milano alla galleria del Milione in una sua personale sculture di ispirazione rigorosamente contrappuntistica. Melotti sintetizza una sorta di “astrazione musicale” nell’ambito delle arti figurative:
la musica mi ha richiamato, disciplinando con le sue leggi, distrazioni e divagazioni in un discorso equilibrato.…22 Discorso per il Premio Rembrandt, Milano 1973

La sua prima esposizione non ha riscontro in Italia, ma riceve attenzione in Francia grazie a Léonce Rosenberg e in Svizzera dove nel 1937 consegue il Premio internazionale La Sarraz. Nello stesso anno, in occasione della VI Triennale di Milano, crea per la Sala della Coerenza disegnata dallo studio B.B.P.R.(Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers) un’opera-chiave, la Costante Uomo. Dodici sculture scandiscono ritmicamente lo spazio in un progetto che armonizza colore, parola e piani, in una compiuta installazione ambientale. Dal 1941 al 1943 vive a Roma, dove partecipa al progetto di Figini e Pollini per il Palazzo delle Forze armate e nel frattempo realizza disegni, dipinti e compone poesie che con il titolo “Il triste Minotauro” saranno pubblicate da Giovanni Scheiwiller nel 1944. Nel dopoguerra si dedica alla ceramica e raggiunge, attraverso una tecnica raffinatissima, un’altissima qualità riconosciuta dai numerosi premi ricevuti tra i quali il Gran Premio della Triennale nel 1951, dalla medaglia d’oro di Praga e da quella di Monaco di Baviera. Si approfondisce in questo periodo un profondo legame professionale e umano con Giò Ponti con il quale collabora in due grandi progetti per la Villa Planchart a Caracas (1956) e la Villa Nemazee a Teheran (1960). Nel 1967 espone alla Galleria Toninelli di Milano numerose sculture di nuova ispirazione. Da qui ha inizio una serie di mostre in Italia e all’estero che lo porterà rapidamente al successo e permetterà al pubblico di conoscere la sua attività poliedrica: dalle sculture ai bassorilievi, dai teatrini alle opere su carta, alle ceramiche. Nel 1974 Adelphi pubblica una raccolta di scritti e poesie intitolata “Linee “che vince il Premio Diano Marina nel 1975. Nel 1979 viene presentata a Palazzo Reale a Milano una mostra personale antologica e nel 1981 Firenze gli dedica una grande retrospettiva al Forte Belvedere.
In occasione della mostra fiorentina Italo Calvino scrive “Gli effimeri” un testo dedicato all’opera omonima che così descrive: “Una partitura d’ideogrammi senza peso come insetti acquatici che sembrano volteggiare su di una spalliera d’ottone schermata da un filo di garza”. Firenze, Roma, Venezia ma anche New York, Londra, Zurigo, Francoforte e Parigi gli dedicano ampie mostre personali e collettive. Melotti muore a Milano il 22 giugno 1986 e nello stesso mese la 42° Biennale di Arti Visive di Venezia gli conferisce il Leone d’oro alla memoria.

1 “Quadrante”,II,n.14-5, Milano, giugno-luglio 1934
2 Discorso per il Premio Rembrandt, Milano 1973