Fausto Pirandello: gli autoritratti (1921-1972)
La Fondazione Fausto Pirandello promuove un’importante mostra sull’opera del pittore romano, figlio del premio Nobel per la letteratura Luigi Pirandello, attraverso un approfondimento sul tema dell’autoritratto.
Comunicato stampa
La Fondazione Fausto Pirandello promuove un’importante mostra sull’opera del pittore romano, figlio del premio Nobel per la letteratura Luigi Pirandello, attraverso un approfondimento sul tema dell’autoritratto. L’esposizione vanterà la presenza di opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, tra cui l’acquerello appartenente alle raccolte civiche della città di Tarquinia, donato da Pierluigi Pirandello nel 2007. Un nuovo autoritratto, donato da Giovanna Carlino Pirandello, arricchirà inoltre le collezioni del museo di Anticoli Corrado.
Nel corso della sua carriera l’artista ha realizzato più di cento autoritratti, sia ad olio che su carta, tra disegni, incisioni, acquerelli e pastelli. Dalla prima incisione del 1921, in cui il pittore ritrae sé stesso mentre dipinge un nudo di donna, all’ultimo autoritratto noto, datato 1972, la mostra indaga il percorso artistico di Fausto Pirandello attraverso un unico tema, permettendo di coglierne l’evoluzione: dal segno analitico degli anni della formazione con Sigmund Lipinsky alla scomposizione cubista del dopoguerra, passando dall’espressionismo intriso di valori tonali del periodo della “Scuola romana”, fino al ritorno ad una realtà oggettiva – ma esasperata – della maturità. Accanto alle opere si esporranno fotografia d’epoca, tra cui i celebri ritratti eseguiti dal pittore e fotografo Emanuele Cavalli, e documenti inediti provenienti dall’archivio della Fondazione Fausto Pirandello.
In occasione dell’apertura della mostra viene presentata al pubblico la monografia di Manuel Carrera dedicata agli autoritratti di Fausto Pirandello, pubblicata da De Luca Editori d’Arte e realizzata grazie a Mediatica – World Company Ideas. Con il supporto di opere e documenti inediti (tra cui brani tratti dai diari in cui l’artista annotava il progresso del proprio lavoro), il saggio di Carrera propone una nuova lettura della figurazione di Pirandello, contribuendo al contempo a rivedere e puntualizzare dati fino ad ora ambigui, quali la datazione di alcuni autoritratti, la cronologia di interventi e ritocchi su importanti dipinti e le ragioni della presenza di più versioni di uno stesso quadro.