Fausto Trevisan – Scritti di corpo e tempo
Promossa nell’ambito del progetto PARADISUM THEATRUM 2018, la personale inaugura con la singolare performance dal titolo “Splat”, accompagnata dalle musiche di Marco Ceccon.
Comunicato stampa
Si inaugura sabato 25 agosto, alle ore 19.00 all’Oratorio di Santa Maria Assunta SPINEA (VE), nell’ambito del progetto PARADISUM THEATRUM 2018 la personale dell’artista Fausto Trevisan “ Scritti di corpo e tempo” a cura di Adolfina de Stefani e Luciana Zabarella, testo e presentazione critica a cura di Barbara Codogno. Durante l’inaugurazione l’artista Fausto Trevisan darà vita ad una singolare performance dal titolo “Splat”, accompagnata dalle musiche di Marco Ceccon. La mostra, visitabile fino a domenica 9 settembre 2018, è organizzata da VISIONI ALTRE con il patrocinio del Comune di SPINEA (VE). Scrive il critico d’arte Barbara Codogno: Le opere che l'artista Fausto Trevisan espone in questa sua personale fanno capo a uno dei filoni artistico concettuali investigati dall'autore, ovvero “I segni del tempo”. Sono una serie di pannelli di legno sui quali l'artista ha collocato gesso e pigmenti di colore. La tecnica usata per gli autoritratti o per gli oggetti ( macchina da scrivere, violino, etc) è il risultato di una pressione – imposta o causale – sul supporto medesimo e che l'artista dapprima vive e poi consegna al pubblico come prodotto di una esperienza sensibile: una performance. Quello che troviamo quindi “scritto” sul pannello è il frutto di una azione allo stesso tempo, allo stesso modo, volontaria e involontaria ma agita attraverso il corpo e il tempo. “Scritti di corpo e tempo” sono infatti opere che interagiscono nella loro creazione stessa sia con il corpo che le crea che con il tempo che fa sedimentare sull'opera le tracce del corpo. La particolarità delle opere è la loro materialità immateriale: il corpo così presente in quanto motore generativo diventa invece pura concettualità. Come a dire che il corpo nel tempo diventa idea, diventa pensiero. Di fatto ci imbattiamo in un susseguirsi di affascinanti increspature colorate che avanzano sul supporto, a partire da un preciso punto di rottura che le ha generate. E che noi rinveniamo facilmente perché il colore si fa più grumoso, manifestandosi in una concrezione di “corpo nel tempo”.