Federica Giglio – Oltreoltreoltreoltre
Le problematiche personali (la malattia di Federica) vengono affrontate con la consapevolezza di sempre e una maturità crescente, utilizzando l’opera come spazio privilegiato della sintesi, una sorta di mappa bianca su cui Federica traccia il suo universo emotivo e sentimentale, la sua idea di bellezza risanatrice, le sue intuizioni “terapeutiche”, la sua visione inconsueta e magnetica.
Comunicato stampa
Una donna. La sua vita molto reale. La sua arte tra talento e terapia interiore.
Undici ritratti pittorici raccontano il mondo dell’artista.
Undici ritratti di persone con un gatto tra le braccia.
I loro occhi che ci fissano. I dettagli che ci parlano.
Quando la pittura diventa alchimia, racconto, complessità, catarsi.
Per ribaltare la malattia in un valore di crescita e apertura.
Tutto nasce da un fatto reale, da una malattia di Federica (la Bipolarità) che marchia lo stile del vivere, i modi e modelli del proprio essere.
Gli eventi cambiano la sensibilità, gonfiano i processi interiori, rivelano aspetti che il dolore porterà a compimento.
Dal dolore nasce una necessità. Dalla necessità cresce la volontà di raccontare quel dolore in maniera adeguata.
Palazzo Collicola Arti Visive, il centro umbro per le arti contemporanee, presenta OLTREOLTREOLTREOLTRE di Federica Giglio,
nuovissima tappa di un’avventura che fonde assieme il vitalismo della vita e il metabolismo dell’arte.
Le problematiche personali (la malattia di Federica) vengono affrontate con la consapevolezza di sempre e una maturità crescente,
utilizzando l’opera come spazio privilegiato della sintesi, una sorta di mappa bianca su cui Federica traccia il suo universo emotivo e sentimentale,
la sua idea di bellezza risanatrice, le sue intuizioni “terapeutiche”, la sua visione inconsueta e magnetica.
Ci sono undici grandi quadri su tavola, formato 160x140cm. Raffigurano undici persone legate alla vita di Federica, ognuna con un gatto (British e Scottish) in braccio.
Posture comuni, occhi puntati verso l’ideale osservatore, utilizzo di colori intensi e netti, volti come maschere vive,
dettagli come timbri riconoscibili, elementi decorativi nella quinta scenica: uno schema volutamente fisso per ricreare una galleria emotiva in cui la teatralità si mescola con la performance statica,
lasciando che tutto si trasformi in superficie pittorica.
È come se la vita di Federica si colorasse con le texture dei suoi paesaggi interiori, lungo citazioni e combinazioni stilistiche, echi di culture vicine e lontane, tra mondi che incontrano mondi.