Federico Nero – Supersymmetry
In occasione della prima personale di Federico Nero, la curatrice Carola Cometto presenta “Supersymmetry”.
Comunicato stampa
Milano, 29 Aprile 2016 - In occasione della prima personale di Federico Nero, la curatrice
Carola Cometto presenta “Supersymmetry”. La mostra è formata da un corpo di otto
fotografie di grande formato, tratte dalla serie SU-SY(HS) #1.1/Industrial/Horizontal Structures
(2015) accompagnate da una sonorizzazione ambientale originale, e da un edit dell’opera
video “Rêve Lucide” (2014).
Questi elementi sono da considerarsi un estratto di un ampio universo creativo che va
sviluppandosi dal 2014. La ricerca di Federico Nero, espressa con diversi media, è
un’esplorazione spirituale e scientifica atta a individuare una nuova prospettiva filosofica.
Lo spazio galleria CB32 ospita otto fotografie chromogenic print - diasec, di
dimensioni 150 x 126/150 x 250 cm. , disponibili in copia unica.
Otto figure o “personaggi” sono descritti nel dettaglio, con la scrupolosa risoluzione resa
possibile da una ripresa fotografica digitale di grande formato e da un processo di sviluppo a
standard elevati. L’immagine non presenta interventi di fotoritocco esclusa la simmetria, e i
luoghi ritratti sono reali, come in un progetto di archiviazione di archeologie industriali.
Scatti notturni, realizzati in siti industriali dismessi in Italia, ritraggono corpi e
agglomerati architettonici. La dimensione monumentale di ciascun soggetto è invadente, a
livello visivo ed emozionale. Le forme spigolose e appuntite, i colori notturni e metallici
contribuiscono alla percezione dei soggetti come minacciosi e misteriosi. L’allestimento
delle opere su corpi monolitici ravvicinati ricalca l’intensità comunicativa dei soggetti. La
forza del pensiero e il rapporto dialettico tra percezione umana e istinto di razionalizzazione
sono il perno filosofico sul quale verte la serie fotografica.
Il processo creativo di Federico inizia come una vera e propria “caccia”: l’artista, una
volta individuata la “preda” del suo ritratto, la circoscrive con cautela, pronto ad afferrare il
momento dello scatto. Come per la tecnica adottata dagli street artists (graffiti) Federico
deve violare in piena notte proprietà private e sostare in luoghi isolati; le riprese, invece,
sono frutto di un apice emotivo dell’artista.
La razionalità propria della disciplina architettonica e della documentazione fotografica, è
sovvertita in un secondo momento, quando allo scatto originale è applicata la simmetria. Qui,
la combinazione della ripresa notturna naturale e della simmetria, sviluppa un nuovo
soggetto astratto; tutt’altro che reale e dismesso, questo pare una “figura” proveniente da un
universo futuro e sconosciuto.
“Supersimmetry” chiede: se percepiamo come soggetto antropomorfo futuristico, un
oggetto inanimato e dismesso, fino a che punto, la nostra mente è pronta a vedere oltre? Si
dice che l’uomo percepisca come vero solo quello che già conosce, e che tenda a
catalogare il nuovo e l’ignoto in concetti a lui conosciuti. La percezione, da sempre indagata
dalle discipline artistiche e filosofiche, è interrogata con l’uso di uno strumento concettuale
prettamente razionale, la simmetria. La simmetria permette di scorgere l’irrazionalità insita
nelle costruzioni concettuali dell’uomo, i processi di sintesi e di catalogazione. Il legame tra
artificio umano, archeologia industriale e irrazionalità è rappresentato dalla trasmutazione
del soggetto iniziale in uno figurativo: l’astrazione, in questo caso riconduce alla figura
antropomorfa.
Il sistema espositivo del monolite rappresenta simbolicamente la lapide. I soggetti in
mostra rappresentano il mondo passato, i luoghi, la decadenza dell’uomo antico verso
l’Über-mensch. I luoghi, così come l’uomo atavico, decadono; vetri s’infrangono, muri
crollano, lamiere si abbattono a terra e il mondo vecchio va cadendo, lasciando spazio al
mondo e all’uomo nuovo. Le antiche “costruzioni”, come degne antenate di una nuova
realtà, se ne vanno in modo plateale, lasciando lo spettatore stupefatto.
Le sonorità riecheggiano in questo luogo senza tempo, senza dimensione, arrivano
da lontano e diventano l’aria che respiriamo, che ci avvolge; così avvertiamo l’eccitamento
del cacciatore, la paura della preda, il pericolo, il freddo, la vulnerabilità.
Vecchio e nuovo nello stesso luogo, rumori passati che lasciano spazio alle sonorità
digitali, materia che diventa pensiero. Questi luoghi abbandonati si ritraggono, per lasciare
posto alla luce, come in passato è avvenuto, per il superamento dell’uomo.
Federico Nero: nato a Padova nel 1977, vive e lavora a Milano. Giovanissimo tecnico di
grafica pubblicitaria, diventa uno degli italiani più quotati nell’ambito della creative image,
disciplina di cui diverrà docente all’Istituto di Fotografia e Arti visive di Padova, scuola che ha
frequentato nella duplice veste di allievo e maestro; qui si diploma a pieni voti con una tesi
su un brevetto originale per la stampa dei file su carta baritata. In quegli anni partecipa con
successo ad alcune mostre fotografiche veneziane, per poi intraprendere il suo viaggio di
ricerca creativa: tre mesi in India per un reportage fotografico; un lungo periodo parigino
come assistente dell’artista Vittorio Moltedo (Factory di Andy Warhol e co-fondatore di
Bottega Veneta) e alcune esperienze al fianco di altri artisti. A Shanghai, affianca l’artista
Michael Lin; a Madrid, il regista Pedro Almodovar e infine, a Berlino e Londra, lo scultore
Adolfo Barnatan. Nel 2006, riassume le diverse esperienze e inizia un percorso come
fotografo di moda, prima con Safilo Group e in seguito con Louis Vuitton e Fendi. Dal 2012
inizia a distanziarsi progressivamente dalla fotografia commerciale per ritornare al mondo
dell’arte contemporanea. Nel 2014, la svolta definitiva coincide con il film Rêve Lucide#1,
presentato allo spazio Temporary Art Saintonge13 di Parigi. Alcune sequenze del film
saranno proiettate al vernissage di “Supersimmetry”, suo esordio a Milano.
Carola Cometto nata a Cuneo nel 1989, di origini francesi, lavora tra Milano, New York e Los
Angeles. Dopo il liceo artistico e una laurea triennale in Economia e Management alla
Bocconi di Milano, si trasferisce a New York, dove ottiene un Master in Arte Contemporanea
presso il Sotheby’s Institute con una tesi su Cy Twombly e Gastone Novelli. La sua prima
esperienza come manager di una collezione privata a New York la introduce nell’ambiente di
gallerie e studi d’artista newyorkesi; dopo lo stage al Guggenheim di Venezia e l’esperienza
lavorativa alla Gagosian Gallery di New York come artist liasion nel dipartimento curatoriale,
decide di tornare in Italia. Qui nasce la decisione di rappresentare e produrre artisti
emergenti svincolandoli dai canali tradizionali di commercializzazione dell’arte
contemporanea, impostando per ciascuno di loro un percorso che li porti a un
riconoscimento internazionale.