Federico Patellani – La guerra è finita. Nasce la Repubblica

Informazioni Evento

Luogo
MUFOCO - MUSEO FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA
Via Giovanni Frova 10, Cinisello Balsamo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

sabato e domenica 10-13; 14-19
Per le scolaresche e i gruppi organizzati: lunedì 9-13

Vernissage
17/09/2016

ore 19

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Federico Patellani
Curatori
Giovanna Calvenzi, Kitti Bolognesi
Generi
fotografia, personale

Il Museo di Fotografia Contemporanea celebra i 70 anni della Repubblica Italiana e del voto alle donne con una mostra dedicata a Federico Patellani: 70 immagini che raccontano la distruzione e la rinascita di Milano dopo la Seconda Guerra Mondiale e la vittoria della Repubblica nel referendum del 2 giugno 1946.

Comunicato stampa

Il Museo di Fotografia Contemporanea celebra i 70 anni della Repubblica Italiana e del voto alle donne con una mostra dedicata a Federico Patellani: 70 immagini che raccontano la distruzione e la rinascita di Milano dopo la Seconda Guerra Mondiale e la vittoria della Repubblica nel referendum del 2 giugno 1946.

La mostra “La guerra è finita. Nasce la Repubblica” intende offrire una occasione di conoscenza e di riflessione su un periodo cruciale della storia dell’Italia del Novecento: i momenti immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il referendum Monarchia-Repubblica e l’elezione dei rappresentanti all’Assemblea Costituente, che ebbero luogo il 2 giugno 1946, una data fondamentale della quale quest’anno ricorre il settantesimo anniversario.

Immagini celeberrime e meno note, stampate in grande formato, accompagnano il visitatore all’interno di un percorso nella storia. Un primo corpus di fotografie mostra la vita nella città di Milano nell’immediato dopoguerra: uomini, donne e bambini che si muovono tra case distrutte e macerie, in uno scenario di povertà e di disagio sociale che rimanda a un’Italia molto lontana, ferita e disorientata all’indomani del ventennio fascista.

Il secondo corpus di immagini si riferisce specificatamente al referendum Monarchia-Repubblica e all’elezione dell’Assemblea Costituente. Un momento di enorme rilievo storico, nel quale, per la prima volta in Italia, le donne sono ammesse al voto. Federico Patellani documenta questi passaggi con il consueto sguardo attento e amorevole, celebrando la vittoria della Repubblica con un’immagine divenuta icona: la cosiddetta “donna della Repubblica”. All’interno del percorso espositivo saranno mostrati anche i provini realizzati dall’autore, che testimoniano il processo di costruzione della celeberrima fotografia.

Con questa mostra il Museo di Fotografia Contemporanea avvia un percorso di valorizzazione delle proprie collezioni nella sede cinesellese, che porterà all’allestimento di una mostra permanente nella quale saranno esposte a rotazione le immagini conservate negli archivi climatizzati. L’attività espositiva e convegnistica del Mufoco troverà invece spazio a La Triennale di Milano, che da luglio 2016 è entrata a far parte della Fondazione di gestione dell’Istituzione.

Il Museo conserva l’intero archivio di Federico Patellani, costituito da 690 mila pezzi tra stampe originali, provini e negativi, oltre alla fedele ricostruzione del suo studio. Gli eredi hanno depositato il Fondo fotografico presso Regione Lombardia, che l’ha affidato alle cure, alla gestione e alla valorizzazione del Museo di Fotografia Contemporanea.

BIOGRAFIA. Federico Patellani (Monza, 1911 – Milano, 1977) è uno dei maestri del fotogiornalismo italiano riconosciuto a livello europeo. Colto e sensibile narratore, testimone puntuale della società italiana, ha raccontato il paese nel dopoguerra, la ripresa economica, le industrie, la moda, il costume, la vita culturale. Ha affiancato all’attività fotogiornalistica la frequentazione del mezzo cinematografico e televisivo. Negli ultimi anni della sua attività si è dedicato a viaggi in tutto il mondo.

Patellani realizza un reportage rigoroso, privo di retorica, attento a restituire all’osservatore gli elementi essenziali della narrazione, secondo lo stile di quello che egli stesso nel 1943 definì “giornalista nuova formula”: chiarezza, comunicatività, rapidità, gusto nell’inquadratura, esclusione di luoghi comuni, così che le immagini “appaiano viventi, attuali, palpitanti, come lo sono di solito i fotogrammi di un film”.