Federico Seneca (1891-1976) – Segno e forma nella pubblicità
Attraverso un’emblematica esposizione allestita nelle sale della Galleria Carifano a palazzo Corbelli, la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, con la Città di Fano, vuole rendere omaggio al suo illustre concittadino Federico Seneca, grafico che ha saputo sovvertire la concezione più classica di comunicazione pubblicitaria durante la Prima e Seconda Guerra Mondiale, fino al “boom” economico.
Comunicato stampa
“Il maestro indiscusso della grafica pubblicitaria del Novecento Italiano”
Con la mostra SEGNO E FORMA NELLA PUBBLICITÀ, attraverso un’emblematica esposizione allestita nelle sale della Galleria Carifano a palazzo Corbelli, la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, con la Città di Fano, vuole rendere omaggio al suo illustre concittadino Federico Seneca, grafico che ha saputo sovvertire la concezione più classica di comunicazione pubblicitaria durante la Prima e Seconda Guerra Mondiale, fino al “boom” economico.
Questa precisa vocazione per la grafica è un forte elemento caratterizzante del Gruppo Credito Valtellinese, come rammenta il Presidente Miro Fiordi: “Per menzionare la sola sede di Fano, ricordo la recente grande retrospettiva dedicata a Massimo Dolcini, altro straordinario grafico marchigiano, mostra che abbiamo poi riproposto in altre nostre sedi espositive. Non si tratta di scelta casuale: attraverso la grafica si evidenzia la storia dell’industria e quella del Costume, la storia di un Paese e dei suoi territori, tema cui il nostro Gruppo bancario è particolarmente interessato”.
Il 2017 ha voluto ricordare la figura e lo straordinario lavoro di Seneca in diverse città italiane: a Chiasso presso il Centro Culturale Chiasso m.a.x. museo e a Perugia presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, mettendo in rilievo sia le grandi doti di intuitivo grafico pubblicitario novecentesco, ma soprattutto l’identità rivoluzionaria, che si evolve a punto di riferimento della comunicazione aziendale. I suoi manifesti, insegne, loghi, scatole, calendari hanno fatto la fortuna, oltre che l’immagine, di alcuni notissimi marchi. Dagli esordi di sapore Liberty, all’adesione al Futurismo (suggellata dallo stesso Marinetti), accostandosi al Déco, poi al Cubismo e via via fino all’originalissima sintesi formale che egli raggiunge negli anni successivi, spesso carica di Surrealismo, con la quale ha trasformato la natura di un prodotto e la conseguente percezione dei suoi consumatori.
Obiettivo dell’esposizione fanese è scandagliare la personalità ingegnosa quanto talentuosa di Seneca, attraverso una ricca selezione delle sue opere – circa una novantina tra manifesti, bozzetti preparatori in gesso e matita su carta, schizzi e studi – partendo dai manifesti di promozione turistica locale dedicati proprio alla città di Fano, rappresentati in modo particolare dal favoloso manifesto del 1924, appartenente Museo Nazionale Collezione Salce (Treviso) in cui Seneca, attraverso la sua straordinaria abilità di disegnatore, mette in scena una teatralità raffinatissima riuscendo al contempo ad esaltare sia la bellezze della stazione balneare fanese che l’eleganza della sua gente. Degli anni che seguono la Grande Guerra, gli elaborati per Perugina, con il famoso cartiglio dei Baci e ancora Buitoni, Agip, Ramazzotti, Talmone, Fiat e molti altri. Lavori che ricordano bene dunque anche gli anni dal suo trasferimento in Lombardia.
Seneca nasce a Fano nel 1891 da famiglia borghese, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Urbino e per pochi anni è impegnato nell’insegnamento. E’ proprio nella sua città natale che inizia l’attività di “cartellonista”: incaricato dal 1912 di promuovere il lido fanese, realizza un gruppo di manifesti che, se da un lato richiamano lo stile di Marcello Dudovich, dall’altro delineano il suo preciso e originalissimo marchio grafico. Basti guardare al giallo puro con cui rende la battigia, lo stesso giallo che si ritroverà protagonista di altri suoi più celebri e celebrati manifesti successivi. La guerra lo porta ad un distacco da Fano; va al fronte, poi all’Accademia di Modena, quindi ad Orbetello impegnato a ottenere il brevetto di pilota e ancora al fronte. All’indomani del conflitto, inizia il suo rapporto professionale come direttore dell’ufficio pubblicità della Perugina, in particolare a supporto della promozione dei Baci, e di seguito della Buitoni. E poi Milano, il successo: il Premio internazionale ottenuto a Monaco, i lavori per Eni e Cinzano …. In tutto ciò, a Fano egli resta “di casa”, qui trascorre le vacanze e coltiva le vecchie amicizie.
La direzione artistica di Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio ha tra i suoi massimi obiettivi quello di offrire, in particolar modo ai giovani, una finestra su un passato che vale la pena di ricordare perché ancora attuale e di forte stimolo per capire il presente, sia da un punto di vista prettamente legato al mondo della grafica, che a quella preziosa e intramontabile tradizione del fare manuale che a loro avviso non è scomparso, come molti invece sostengono trovandosi di fronte all’eccezionale progresso tecnologico.
Per l’occasione è stato stampato un catalogo edito da Silvana Editoriale, con la curatela e saggi critici di Nicoletta Ossanna Cavadini, Dario Cimorelli, Marta Mazza, Luigi Sansone.