Feel the Slowing of Time

Informazioni Evento

Luogo
RICCARDO COSTANTINI CONTEMPORARY
via Goito, 8 - 10125 , Torino , Italia
Date
Dal al

da martedì a sabato ore 11.00 – 13.00 e 15.00 - 19.30.

Lunedì e domenica chiuso.

Vernissage
18/01/2024

ore 18

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In esposizione il lavoro di sette artisti che, in questo ambito, si esprimono attraverso la pittura quale unico mezzo espressivo.

Comunicato stampa

Giovedì 18 gennaio 2024 alle ore 18:00 inaugura a Torino negli spazi della galleria Riccardo Costantini Contemporary in via Goito 8, la mostra collettiva Feel the Slowing of Time. In esposizione il lavoro di sette artisti che, in questo ambito, si esprimono attraverso la pittura quale unico mezzo espressivo.

 

Il rallentare del tempo, sentirlo anche in un era in cui la velocità è imperativa e dominante, in cui la nostra attenzione su ciò che stiamo cercando e osservando sul web è di pochi secondi, poi passiamo a altro e subito dopo alla ricerca di qualcosa di nuovo.

Il tempo rallentato è quello necessario alla pratica della pittura, mezzo espressivo che tutti hanno dato ciclicamente per morto e che, come l'Araba Fenice, ritorna in vita rigenerandosi dalle proprie ceneri ma, soprattutto, dalle necessità del mercato dell'arte.

 

La pittura che, come pratica performativa, ha bisogno del tempo, è in continua evoluzione di ricerca di contenuti; il tempo è necessario alla stesura sul supporto del colore e della materia, alla ricerca della forma trovando la giusta soluzione di luce. Non esistono scorciatoie, il lento scorrere del tempo è l'unica via.

 

Per Sergio Cardillo i generi canonici della pittura vengono avvicinati con un continuo atteggiamento sperimentale al fine di trovare un rinnovato equilibrio tra esigenze espressive e elementi strettamente formali della disciplina pittorica che traducono le tensioni emotive della vita quotidiana.

Nelle opere di Enzo Gagliardino, il soggetto ossessivo delle facciate di palazzi anonimi è forma metafisica in cui sembra più importante ciò che non si vede: i protagonisti invisibili sono coloro che vivono dietro quei muri. La pittura per Gagliardino è come un rituale Zen, densa di significato.

Carlo Galfione ci impone una riflessione sulla pittura nella sua essenza decorativa: elemento distintivo del suo lavoro è il contrasto fra il supporto, sia esso tappezzeria o tessuto, tipico degli ambienti borghesi e la pittura sovrapposta che rappresenta immagini estratte da fotografie che trova nei media o in ciò che tutti noi lasciamo come testimonianze della nostra vita, affidate ai social media.

Nei lavori di ultima produzione di Bahar Heidarzade, il tema della memoria emerge in modo estremamente efficace nonostante la scelta di generare opere informali astratte. Da anni non le è possibile tornare in Iran, suo Paese di origine, dove rischierebbe di essere arrestata o addirittura di sparire come successo a molti suoi connazionali. Nelle opere grandi macchie bianche celano ciò che è sottostante lasciando emergere indizi, permettendo all'osservatore di condividere il lento processo di perdita del ricordo generato dal tempo.

Francesco Sena nella realizzazione di buona parte delle sue opere utilizza la cera bianca. Il suo è un lavoro di stratificazioni in dialogo psichico con l'oblio. Figure nascoste parzialmente alla vista sembrano avvolte da una fitta nebbia inducendo nell'osservatore apparizioni fantasmatiche, paesaggi vissuti e proiezioni oniriche.

Simone Stuto propone una pittura densa di simbolismo e di rimandi alle esperienze artistiche del passato senza mai perdere una estetica contemporanea. Proprio dallo studio e dalla contemplazione dell'arte antica, soprattutto tardo gotica e rinascimentale, nasce un lavoro originale che si pone, con la propria cifra, in quello che è il più attuale panorama artistico internazionale.

Saverio Todaro, artista eclettico, non ama le definizioni e da sempre preferisce confrontarsi con differenti mezzi espressivi. In mostra propone un'opera alla stregua di un plastico architettonico distopico affiancata da un piccolo dipinto rappresentante due conigli bianchi geolocalizzati nella neve. Straniante atmosfera intrisa da solitudine di periferia.