Felix Deac – The Essence of Presence
Mostra personale dell’artista Felix Deac, tra gli artisti vincitori della seconda edizione del Premio ORA. Il progetto, a cura di Carolina Lio, presenterà dodici opere tra le più rappresentative degli ultimi sei anni di percorso del giovane artista rumeno.
Comunicato stampa
Venerdì 18 Ottobre alle ore 19.00, presso la galleria 3)5 Arte Contemporanea di Rieti, inaugurerà la mostra The Essence of Presence, personale dell'artista Felix Deac, tra gli artisti vincitori della seconda edizione del Premio ORA. Il progetto, a cura di Carolina Lio, presenterà dodici opere tra le più rappresentative degli ultimi sei anni di percorso del giovane artista rumeno.
Felix Deac (1984) ha studiato presso l'Università di Arte e Design di Cluj Napoca e ha già un percorso internazionale con mostre personali in Romania e in Germania e un workshop seguito presso il Louvre di Parigi. Le sue opere scultoree imitano la carne umana stravolgendone la forma, a volte addirittura togliendola, e scolpendo ammassi di carne estremamente realistici, come nel caso di altri artisti già celebri del calibro di Ron Mueck e Patricia Piccinini. Ma, come spiega il curatore della mostra Carolina Lio: “se Mueck lavora con un realismo perfetto, e la Piccinini crea dei disturbanti ibridi tra umano e animale, Felix Deac utilizza la loro stessa capacità di rendere in scultura la pelle e la carne senza che sia necessaria la struttura di un organismo”.
Partendo dall'opera più datata della mostra, Genesis, un irregolare blocco di pelle perfettamente realistico in ogni particolare (dalla texture dell'epidermide alla peluria, dalle grinze delle giunture ai nei), la mostra presenta dodici opere che sembrano cuscini di carne, gocce di carne, o ammassi irregolari comunque non riconducibili a dalle sembianze umane. Afferma infatti lo stesso artista: “I dettagli e le trame sono presi dal mondo reale e vivente, con lo scopo di unirli in un insieme non umanoide. La mia intenzione è di valutare quelle caratteristiche estetiche capaci di offrire un'inesplicabile esistenza a oggetti e forme grazie all'illusione (biotica) che creo sulla loro superficie”.
L'illusione di dare vita a degli oggetti e a delle forme irregolari solo perchè fintamente rivestite di pelle umana crea un effetto disorientante che, nelle parole del curatore della mostra “ci impone di farci delle domande sull'essenza reale delle cose e su quanto molte volte, distratti dalle apparenze, siamo portati a valutare le situazioni solo per il loro aspetto più superficiale”.
Felix Deac opera, quindi “un inganno, nel senso benevolo del termine” continua a spiegare Carolina Lio. “Dare vita all'inanimato, solo travestendolo con una sostanza che appare come l'epidermide umana, darci la sensazione di trovarci di fronte a qualcosa che appartiene al nostro genere, a una nostra carne nomade e naufraga, vuol dire assecondare un tranello e un gioco. L'illusione biologica che crea l'artista è un paradosso della superficialità, ci fa notare quanto siamo condizionati dal lato più esterno delle cose e quanto ciò sia impressionante. Non solo impressionante, addirittura grottesco, perchè quella carne smarrita ci fa sentire come se fosse la nostra stessa carne ad essere stata tolta e alienata. Senso di appartenenza e repulsione combattono di fronte a oggetti inanimati che tanto ci somigliano”.