Fernando Botero
Dopo la personale del 2006 Fernando Botero torna a Milano, e alla Galleria Tega, con una mostra che comprende un nucleo di Nature morte e una serie di dipinti realizzati negli ultimi vent’anni con i temi a lui più cari, dal Circo ai Nudi, dalla raffigurazione del potere a quella della famiglia, unitamente a un gruppo di opere su carta e di sculture in bronzo.
Comunicato stampa
Dopo la personale del 2006 Fernando Botero torna a Milano, e alla Galleria Tega, con una mostra che comprende un nucleo di Nature morte e una serie di dipinti realizzati negli ultimi vent’anni con i temi a lui più cari, dal Circo ai Nudi, dalla raffigurazione del potere a quella della famiglia, unitamente a un gruppo di opere su carta e di sculture in bronzo.
Nato a Medellin in Colombia, nel 1932, Botero è certamente uno degli artisti più famosi e popolari al mondo. La sua attività si divide in ben quattro studi – New York, Montecarlo, Pietrasanta e in Colombia - dove continua a produrre la sua inconfondibile pittura. Apolide eppure legato alla cultura della sua terra, Botero ha anticipato di diversi decenni l’attuale visione globale di un’arte senza più steccati né confini: lo si può leggere ed apprezzare in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo, se ne apprezza il continuo richiamo alla classicità in una visione assolutamente contemporanea che include nella riflessione la politica e la società.
A proposito di Botero, su cui hanno scritto grandi autori del Novecento, da Mario Vargas LLosa a Giovanni Testori, da Leonardo Sciascia a Jorge Semprum, Luca Beatrice parla del concetto di “opera mondo” che si trasferisce in un’idea di epica moderna, riferendosi a quei testi, soprattutto letterari e teatrali di difficile collocazione che sfuggono a un’identità precisa, insofferenti alle griglie e ai generi. Anche la pittura di Botero non sta dentro un genere, pur esprimendosi con la figurazione, ma inventa un genere proprio e autonomo attorno al quale il pittore colombiano ha sviluppato la propria poetica in oltre mezzo secolo di carriera.
Per questa sua mostra milanese, realizzata dalla Galleria Tega in Partnership con UniCredit, Botero si presenta in forma smagliante. Tra i quadri più spettacolari, oltre al gruppo di Nature morte inedite, troviamo The Family (2014), capolavoro di sintesi sia nella composizione dei quattro personaggi sia nel paesaggio sullo sfondo, con l’invenzione dell’albero che taglia in orizzontale l’equilibrio come accadeva in certe Marine di Carlo Carrà. Se in The President (2003) riaffiora il tema del politico, la figura del dittatore che Botero ha utilizzato spesso come metafora dell’arroganza del potere e della scomparsa della libertà, e in Trainer and horse (2008) torna l’ambiente a lui caro del circo che lo ha reso così vicino ad alcune inquadrature del cinema di Federico Fellini, è nei nudi che ritroviamo, ancora una volta, la capacità di saper guardare un volume trovando nella deformità e nell’ipertrofia uno straordinario equilibrio. Tra questi lo straordinario Woman Sleeping (1998) dove la figura irrompe nello spazio e ne determina una nuova vita grazie al proprio incombente volume che si staglia su pochi e sintetici dettagli dello sfondo.
L’esposizione è accompagnata da un volume, edito da Skira, con due testi di Luca Beatrice, le immagini di tutte le opere in mostra e la riproduzione di una serie di oltre cento lavori, tra sculture oli e opere su carta, realizzati dall’artista dai primi anni Novanta ad oggi.