Fernando De Filippi – I Materiali della memoria
La Galleria Art&Co di Lecce, dopo lo straordinario successo della mostra di Giancarlo Moscara, dà seguito al nuovo progetto ZOOM SALENTO con la mostra di Fernando De Filippi “I materiali della memoria” a cura di Maria Agostinacchio.
Comunicato stampa
La Galleria Art&Co di Lecce, dopo lo straordinario successo della mostra di Giancarlo Moscara, dà seguito al nuovo progetto ZOOM SALENTO, secondo una felice intuizione del titolare Tiziano Giurin, facendo omaggio alla fertile creatività del Salento, che offre ospitalità e visibilità agli artisti che lavorano o si sono formati in questa straordinaria terra, attraverso la selezione di personalità di spicco o esordienti.
Sabato 17 marzo alle ore 18.30 si inaugura la mostra di Fernando De Filippi “I materiali della memoria” a cura di Maria Agostinacchio
FERNANDO DE FILIPPI, classe 1940, “Orienta immaginazione e memoria iconica e attraversa l’immaginario individuale e collettivo. Progressione e accelerazione utopica, unite al ritorno alle radici antropologiche, storiche e culturali, sostanziano la sua personale rivoluzione culturale che è anche metamorfosi collettiva.A partire dalla serie di Cuba, della fine degli anni 60, in mostra, acrilici su tela caratterizzati da fasce sovrapposte di colori accesi, De Filippi elabora un pop letterario che integra racconto, colore, ideologia, adesione e paesaggio politico, presupposti alla trasformazione autobiografica nei tondi con gli Autoritratti da guerrigliero, in mostra. Fotografie rielaborate e reinterpretate in un rasserenante cielo che contrasta con le armi del dissenso.
La metamorfosi dell’artista con la sua ideologia raggiunge l’apice nella celebre Sostituzione del 1973. Sono gli anni dell’arte politica, dell’invasione della parola per le strade della Milano borghese, quegli striscioni che raccontavano di Marx ed Engels.
Le parole nel paesaggio diventano dunque reliquia di esperienza culturale: ma l’efficacia è nella capacità di incidere e ben presto all’ideologia si sostituisce la consapevolezza del fallimento. Le parole vengono cancellate dalle onde del mare, evanescenti segni plastici sulla sabbia che il mare elimina e incasella nel nulla. E’ la fine di un sogno collettivo ma non la fine della collettività. Il personale ritorno all’ordine di De Filippi è ancora un linguaggio condiviso: il mare e le radici del mito sono i nuovi paesaggi, lo scenario mai dimenticato in cui la poetica mare-miraggio-mito-storia è protagonista.
Il Miraggio si fa architettura, frammento di classicità, radice culturale ed antropologica, al guerrigliero si sostituisce l’architetto del tempio, il costruttore di armonia. E il paesaggio entra nello spazio umano, in un’ottica surreale, il mare si fa architettura e ritorna alla verticalità spirituale: l’albero ne è la metafora più attuale nei lavori dagli anni 2000.
L’albero del mondo, in mostra, fa parte della serie dedicata agli alberi calligrafici che intersecano flora e fauna, figure mitiche e antropomorfe, delineate con tratti ad inchiostro di china e sanguigna su preziosa carta giapponese. Per concludere con Stefano Zecchi “I suoi quadri, questi suoi alberi propongono un’idea nuova e arcaica di bellezza, difendendo l’unico modo possibile in cui oggi si può e si deve parlare di bellezza: bellezza vivente, cioè impegno etico visibile nel mondo estetico.”