Fernando Rea – Mitologie dell’eros
La mostra raccoglie un nucleo importante di lavori, strettamente legati dall’energia pervasiva di Eros, che Rea ha realizzato a partire dal 2000, a creare un percorso articolato capace di restituire la complessità di un linguaggio che nel mito ha trovato stimoli, suggestioni e ragioni di essere.
Comunicato stampa
Venerdì 25 maggio 2012, alle ore 18,30 a Foggia, presso la Galleria ArteOra, via Onorato 62/E, si inaugura la personale di Fernando Rea Mitologie dell’eros, curata da Maria Vinella, su progetto e ideazione di Gigliola Fania.
La mostra rimarrà aperta fino al 30 giugno dal lunedì al sabato dalle ore 18,30 alle 21,30.
Raccoglie un nucleo importante di lavori, strettamente legati dall’energia pervasiva di Eros, che Rea ha realizzato a partire dal 2000, a creare un percorso articolato capace di restituire la complessità di un linguaggio che nel mito ha trovato stimoli, suggestioni e ragioni di essere. Come scrive Vinella nel testo critico: “Nell’energia vitale e immortale dell’erotismo, l’artista individua le basi della narrazione sacra dell’eterno presente, le radici delle leggende, delle favole, delle saghe, delle storie che raccontano le vicende di magici esseri che noi – esseri normali e mortali – possiamo solo ammirare, adorare, sognare, amare.
Dee e Guerrieri, Amazzoni ed Eroi, Persefoni e Narcisi, Dionisi e Nettuni, Ninfe e Meduse, Orfei e Muse animano le superfici pittoriche delle opere, alimentando un’iconosfera affascinante, che ammalia l’osservatore mediante gli sguardi seducenti di giovani corpi avvenenti, le forme anatomiche eleganti, i gesti intriganti, le allusioni invitanti.”
Da un ventennio, infatti, la mitologia rappresenta per Fernando Rea l’esclusiva opportunità di riflessione creativa, offrendogli l’opportunità di esprimere il farsi e disfarsi delle cose, il muto dialogo tra visibile e invisibile, tra razionale e irrazionale e, soprattutto, la possibilità di costruire un sottile equilibrio tra passato e presente per cancellare la contrapposizione. Queste opere recenti si presentano come una particolare rilettura del passato a livello del contemporaneo. L’artista ha elaborato una metodologia di lavoro assolutamente innovativa, in cui le tecniche abituali si rapportano dialetticamente all’uso delle nuove tecnologie, dalla fotocopia all’elaborazione digitale, con l’intento dichiarato di rinnovare la tradizione dell’arte occidentale, avendo coscienza di quella pluralità di stratificazioni culturali che la caratterizzano. Le immagini da cui parte molto spesso sono prese dai giornali e attraverso studiati ritocchi, tagli, manipolazioni e inevitabilmente interventi pittorici, i protagonisti di reportage, servizi di moda o pubblicità si svestono dell’attualità per diventare i personaggi una dimensione senza tempo e offrire ad ognuno l’opportunità di ripensare alla classicità in una prospettiva differente, in cui i termini di tradizione e di sperimentazione sono intesi come complementari, non come contraddittori.