Ferruccio Orioli – Di Cieli di terre di acque
Ferruccio Orioli, architetto pittore veneziano che ha scelto di vivere a Napoli e ha fatto della città una delle sue principali fonti di ispirazione, espone nella prestigiosa cornice di Palazzo Partanna di Napoli.
Comunicato stampa
Ferruccio Orioli, architetto pittore veneziano che ha scelto di vivere a Napoli e ha fatto della città una delle sue principali fonti di ispirazione, espone nella prestigiosa cornice di Palazzo Partanna di Napoli, grazie all’ospitalità dell’ufficio dei promotori finanziari di Banca Fideuram, i suoi acquerelli, a volte lievi e trasparenti, a volte bruschi e drammatici nella mostra dal titolo Di Cieli di terre di acque.
“Le opere presentate, scrive la curatrice della mostra Claudia Borrelli, manifestano in contrapposizione dialettica le visioni del viaggiatore e le osservazioni di chi vive un luogo”.
Orioli, che rivendica con orgoglio il suo essere un pittore figurativo e si definisce un paesaggista, espone 19 opere realizzate fra il 2011 e il 2014: 12 acquerelli singoli, dipinti su un solo foglio di carta, e 7 acquerelli compositi, realizzati affiancando e accostando vari fogli. E’ infatti questo l’originale modo inventato dall’artista per superare l’ostacolo del formato della carta e realizzare ad acquerello opere di grandi e grandissime dimensioni – ricordiamo Storie del golfo, esposta nel 2011 a Castel Sant’Elmo, costituita da 185 pannelli, per una lunghezza complessiva di 25 metri, opera che si spera a breve possa trovare una collocazione pubblica in città.
A Palazzo Partanna il visitatore della mostra di Orioli viene accolto da Dance Myrina Dance, grande acquerello formato da 8 pannelli e ispirato al motivo del ballo tradizionale. Scrive ancora la curatrice: l’opera “ha vissuto nei taccuini di viaggio e nei ricordi fino a quando non ha preso forma nella figura triplicata della ballerina greca Myrina”.
Gli acquerelli della serie Attento a dove metti i piedi sono forse i più emblematici e significativi della poetica di Orioli: nella parte superiore dei dipinti la bellezza assoluta dei panorami di Napoli, nella parte inferiore il punto di vista cambia radicalmente: chiusini divelti, buche, sagome e segnalazioni di proiettili, risultanze di incidenti e omicidi: lo sguardo del visitatore estasiato diventa quello dell’abitante, come nell’inquietante lavoro Non faccio ombra, dove un cane a guardia di un cadavere coperto da un lenzuolo ringhia all’osservatore.