Filastrocche di Natale dalla collezione Fochesato

Informazioni Evento

Luogo
KASA DEI LIBRI
Largo de Benedetti 4 - 20124, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
28/11/2018

ore 18

Generi
documentaria

La Kasa dei Libri si prepara al Natale e per l’occasione ha deciso di distrarsi da un presente che tanto leggero non è pescando nell’infinita rete di ritmi disincantanti che la poesia italiana ha regalato alle feste di stagione.

Comunicato stampa

La Kasa dei Libri si prepara al Natale e per l’occasione ha deciso di distrarsi da un presente che tanto leggero non è pescando nell’infinita rete di ritmi disincantanti che la poesia italiana ha regalato alle feste di stagione. Versi da leggere tutti di un fiato, senza sosta, giusto per assaporarne il ritmo e la cadenza. La scusa per questo trastullo è l’uscita del libro di Walter Fochesato Il campanile scocca la mezzanotte santa. Le poesie di Natale che abbiamo letto a scuola, appena pubblicato da Interlinea. Così, con un allestimento allegro che prevede luminosi presepi di libri e alberi di carta, la Kasa celebra il Natale a suo modo, in linea con la sua idea di divulgare la letteratura anche attraverso i suoi aspetti più leggeri, come del resto si è sempre fatto con i bambini. E i libri raccolti da Fochesato, in primis testi di lettura per le scuole di decenni lontani, sono una scusa per rileggere versi che altrimenti ci paiono terribilmente obsoleti.

Mite e calmo, l’asinello

guarda il Bimbo tanto bello:

e respira con premura,

ma ha nel cuore una paura:

non vorrebbe che, per sbaglio,

gli scappasse fuori un raglio!

Così si legge nel numero di Natale del 1955 del Corriere dei Piccoli a firma di Grazia Nidasio. Sullo stesso numero e della stessa autrice troneggia la copertina dedicata alle statuine del presepe, che aspettano con ansia il momento di essere spolverate e trovare nuovamente posto attorno alla capanna. Tanto aspettano che decidono di andarci da sole, nel Presepe.

Ma qualcuno, lassù in soffitta,

se ne sta con aria afflitta:

le figure antiche sono

del Presepio, in abbandono.

(…)

Balzelloni, bene o male,

ora scendono le scale

(per fortuna restan sane

le lor vecchie porcellane).

(…)

Poscia con circospezione

ciascheduno si dispone

torno torno alla Capanna

per cantar il santo osanna.
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Ritmo e leggerezza sono le caratteristiche anche della Filastrocca degli auguri degli anni Quaranta di Sergio Tofano, sempre pronto a prendere in giro i suoi piccoli lettori.

Per il Natale a voi bambini buoni

auguro un sacco di milioni

(…)

un milione di scorpacciate

di ogni genere di marmellate,

un milione di passeggiate,

un milione di scampagnate,

e, se ve lo meritate,

un milione di sculacciate!

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Il freddo, si sa, è fedele compagno del Natale tanto che qualcuno finisce sempre per passarlo a casa col raffreddore. Ce lo racconta anche Colette Rosselli in Per i bambini buoni e anche quelli cattivi del 1948, dove compare una buffa filastrocca dal titolo Lo starnuto.
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Splende l’Albero guarnito

di bei doni di Natale;

ma quel povero Pasquale

sente in naso un gran prurito

sbuffa, soffia, scoppia…. Acciù!

L’Alberello non c’è più.

Tutti scrittori che Fochesato ha ritrovato nei libri di lettura di un tempo, sempre impegnati a far ridere i bambini con filastrocche in rima. Eppure, accanto a loro, compaiono alcuni maestri italiani della poesia, che in quegli stessi anni si sono confrontati con la letteratura per l’infanzia. Troviamo infatti Guido Gozzano e Gabriele D’Annunzio, che ci racconta dei suoi sogni da bambino pieno di modo e di buone maniere, almeno alla presenza della nonna.

E mentre i sogni m’arridean soavi

tu piano, piano mi venivi a mettere

confetti e soldarelli fra ‘i guanciali.

Ancora Umberto Saba, Salvatore Quasimodo e Giuseppe Ungaretti, soldato in licenza dalla trincea che non riesce a scollarsi la tragedia della guerra nei frenetici giorni prima del 25 dicembre.

Natale.

Non ho voglia

di tuffarmi

in un gomitolo

di strade.

(…) Sto

con le quattro

capriole

di fumo

del focolare.

Penne raffinate intente a descrivere scene dell’inverno natalizio con tanto di angeli, re magi, bambinello e imbiancate di neve.

I toni certamente cambiano, il ritmo anche e di fondo grandi domande, come quella che ci rivolge Quasimodo in Natale.

“Natale. Guardo il presepe scolpito,

dove sono i pastori appena giunti

alla povera stalla di Betlemme.

(…)

Pace nel cuore di Cristo eterno;

ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.

Anche con Cristo e sono venti secoli

Il fratello scaglia sul fratello.

Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino

Che morirà poi in croce fra due ladri?

Insomma, ognuno a suo modo - chi con il sorriso e strizzando l’occhiolino, chi con serietà e posatezza - ci racconta il Natale.

A noi della Kasa dei Libri piace tra rime, ritornelli e filastrocche, essere accompagnati verso gennaio come ci racconta Roberto Piumini.

“… mese

freddo e scortese

porta la sciarpa

di neve e di fango,

non suona l’arpa

non balla il tango:

batte fra i denti

la pipa spenta,

grida lamenti

poi si addormenta.”