Filippo Palizzi – L’universo incontaminato di un artista a metà ‘800
Cieli stellati, boschi, prati fioriti e ricche sorgenti, animali dallo sguardo innocente colti nella loro calma quotidianità e presenze umane in sintonia con la natura. È questo l’universo dall’aspetto incontaminato riflesso dallo sguardo e dal pennello di Filippo Palizzi (1818-1899), così come appare nella selezione di circa un centinaio – tra dipinti e studi, talvolta non finiti – provenienti dalle collezioni della Galleria Nazionale.
Comunicato stampa
“…i frutti del mio lavoro saranno custoditi nella Pinacoteca di opere contemporanee e non verranno un giorno dispersi. Essi rappresentano in complesso un’opera sola, l’opera di un artista vissuto solo per l’arte”. Con questa convinzione Filippo Palizzi (1818-1899) donava i trecento studi del suo atelier napoletano al Consiglio Superiore di Belle Arti che alla fine del 1890 gli aveva fatto richiesta di un dipinto da destinare all’attuale Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.
Cieli stellati, boschi, prati fioriti e ricche sorgenti, animali dallo sguardo innocente colti nella loro calma quotidianità e presenze umane in sintonia con la natura. È questo l’universo dall'aspetto incontaminato riflesso dallo sguardo e dal pennello di Filippo Palizzi (1818-1899), così come appare nella selezione di circa un centinaio - tra dipinti e studi, talvolta non finiti – provenienti dalle collezioni della Galleria Nazionale.
Giovedì 14 dicembre, nella Sala delle Colonne, alle ore 17, un incontro di approfondimento dal titolo Dialoghi tra le donazioni di Filippo Palizzi ai musei, con interventi di Lucia Arbace, Stefano Menna e Andrea Zanella, precederà l’inaugurazione della mostra (ore 18-19.30).