Filippo Riniolo – Icone d’archivio
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L’azione creativa, dal titolo Icone d’archivio, curata da Alice Falsaperla e realizzata con la collaborazione di Francesco Cascino, si pone come omaggio e analisi dell’archivio storico della Galleria.
Comunicato stampa
La Galleria La Nuvola di Via Margutta è lieta di ospitare, venerdì 21 febbraio dalle ore 18, una performance esclusiva di Filippo Riniolo (Milano, 1986). Riniolo è un artista visivo, noto a livello pubblico per le sue manifestazioni al MAXXI, al MACRO e alla Fondazione Sandretto, la cui ricerca spazia tra temi filosofici e sociali, per una nuova relazione tra identità artistica e storia europea. L’azione creativa, dal titolo Icone d’archivio, curata da Alice Falsaperla e realizzata con la collaborazione di Francesco Cascino, si pone come omaggio e analisi dell’archivio storico della Galleria. Si tratta di una rielaborazione contemporanea dell’eredità dello spazio, dalla fondazione nel 1999 da parte di Fabio Falsaperla fino alle mostre più emblematiche, a cura del Professor Maurizio Calvesi. Tra queste si distinguono le collettive dalla risonanza internazionale, dedicate agli Anni Sessanta e Settanta, ospitate all’interno del cortile del film Vacanze Romane di Wyler.
Icone di tali mostre, Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Mario Ceroli, Achille Perilli, fino alla triade della Seconda Scuola Romana (Sergio Lombardo, Renato Mambor e Cesare Tacchi), per i quali Falsaperla è stato “un eroe”, citando Lombardo. «Non ricordo esattamente il momento in cui ci siamo conosciuti con Fabio Falsaperla, ma ricordo che ci siamo incontrati più volte e lui si è sempre dimostrato molto interessato al mio lavoro. Ha comprato dei miei quadri, una cosa quasi fuori dalla norma per l’epoca», prosegue l’artista. Attorno alla Scuola, e a quella Piazza, ruotava un intero universo di fronte ad un orizzonte d’attesa. Si respiravano nuovi modi di dire e fare, mescolati a sogni e desideri, mentre “il cielo di Piazza del Popolo si tingeva di zolfo e di rosso, e nell’aria scorreva il tiepido umidiccio dell’inverno romano” (Quesada).
L’azione creativa di Riniolo a La Nuvola si caratterizza proprio di quest’atmosfera, con l’intento di restituire, attraverso un approccio eclettico e innervato di tecnologie, la rilevanza di un archivio storico nell’arte attuale. Vi è una distinzione in due parti: quella performativa e quella espositiva. Nel primo caso, attraverso una lecture performance, l’artista personifica gli autori che hanno mosso le fila della Galleria. Una testimonianza a cielo aperto, che svela i dettagli di intuizioni e dibattici estetici di anni irripetibili. Nel secondo caso, si tratta di una selezione di opere dell’autore che, create ad hoc, saranno visitabili fino al 28 febbraio. Icone dorate declinano la sacralità bizantina secondo una prospettiva contemporanea, che riflette un’essenza femminile sia artistica sia intellettuale. Troviamo qui Giosetta Fioroni, Carla Accardi, Carla Lonzi e Judith Butler, partecipi di un’attività espositiva che dialoga con l’approccio versatile della Galleria, intrecciando nuove ricerche ad un’arte storicizzata.
L’icona, intesa come “intersezione tra figurativo e astratto”, rappresenta un punto focale dell’indagine di Riniolo. «I volti delle icone mancano, poiché quest’ultime si riconoscono dai simboli e dagli oggetti, dalla postura e non dai tratti. L’immagine si legge, non si guarda. Essa ci fa capire che la realtà è uno stimolo all’educazione dell’occhio; una teoria composta da segni da decodificare», conclude l’artista.