Flags
Promossa dallo Studio Fabio Mauri, Associazione per l’Arte L’Esperimento del Mondo, FLAGS attraverso video, installazioni e performance, non offre soluzioni ma sguardi e narrative alternative, immaginari inediti, ipotesi e domande inconsuete, comportamenti e strategie di lettura diversificate sull’individuo, la percezione, lo spazio, le immagini e le dinamiche sociali.
Comunicato stampa
Fino a che punto siamo disposti a rinegoziare le nostre certezze e quali strategie possiamo mettere in campo per produrre visioni e versioni alternative a quelle stabilite dalla storia, dalla politica, dal mercato o dal tempo?
Cerchiamo equilibrio, certezza e stabilità, e in un periodo come questo, in cui vanno individuate velocemente delle soluzioni, abbattere gli interrogativi e ridurre le complessità a poli antitetici di valori sembra essere un percorso condiviso da molte comunità per controllare potenziali contestazioni o panico.
Quando però le costruzioni del mondo diventano entità ferree finiscono facilmente per erigere "edifici immotivati": non è quindi forse meglio arrendersi di fronte a questo rischio e sospendere il proprio essere di fronte a metodi e ad approcci semplificati al reale, alle cose e alla conoscenza?
Alzare una bandiera bianca significa allora affermare una scelta volta a non esercitare forme di controllo, a superare le ideologie, e quindi implica la volontà di guardare, cercare e raccontare andando oltre la superficie di rassicurante accettabilità che abbiamo costruito.
Promossa dallo Studio Fabio Mauri, Associazione per l'Arte L'Esperimento del Mondo, FLAGS attraverso video, installazioni e performance, non offre quindi soluzioni ma sguardi e narrative alternative, immaginari inediti, ipotesi e domande inconsuete, comportamenti e strategie di lettura diversificate sull'individuo, la percezione, lo spazio, le immagini e le dinamiche sociali. La Resa di Fabio Mauri, un'opera indimenticabile del 2002, costituisce l'avvio reale e ideale di questo percorso.
Aspettatevi stupore, divertimento, dubbi e non senso: una certa misura di resa può infatti prendere queste forme, può percorrere queste direzioni, e, come diceva Mauri, può "scoprire forse alternative inedite di pace".
La mostra, una raccolta di bandiere simboliche che affermano strategie e visioni inconsuete, è pensata come un percorso articolato su due principali linguaggi: quello delle installazioni ambientali e video, e quello performativo.
Il punto di avvio è per l'appunto La Resa, la bandiera bianca montata su una struttura di tubi innocenti che Mauri ha realizzato nel 2002 e che è allestita nel giardino antistante la serra.
Tra l'esterno e l'interno, le opere degli artisti punteggeranno gli spazi della location creando una mappa di situazioni e di possibilità in cui calarsi. Dalle nature ricreate e riflesse nelle opere di Ivan Barlafante (Giulianova, 1967), al futile territorio creato con aria inglese da David Rickard (Nuova Zelanda, 1975), fino ai palcoscenici surreali e alle rovine di Rä di Martino (Roma, 1975), all'immaginario auspicato e ricreato di Alessandro Sambini (Rovigo, 1982), alle profonde vibrazioni del tempo di Elisa Strinna (Padova, 1982) o, ancora, alle pagine cancellate, riscritte e ridisegnate secondo il trasversale alfabeto visivo di Fabrizio Cotognini (Macerata, 1983) all'identità e al senso di appartenenza indagato da Ruben Montini (Oristano, 1986), la mostra tocca quindi modalità e tematiche su cui applicare logiche differenti.
Nella loro - anche profondissima - diversità linguistica, concettuale e visiva, gli artisti e le loro opere hanno in comune una cifra performativa piuttosto evidente che si manifesta in un rapporto attivo con lo spettatore e con il tempo. Invitato a calarsi nelle situazioni proposte dalle opere, il pubblico di FLAGS è quindi un "esploratore" invitato a intraprendere un viaggio nella diversità.
Per rendere ancora più forte e intensa questa spedizione in un universo critico alternativo, nel corso del periodo espositivo gli spettatori avranno la possibilità unica di partecipare a performance e screenings.