Flavia D’Alessandro – Spot

Informazioni Evento

Luogo
OFFICINE CULTURALI
Largo Gramsci, 7 (Palazzo della Regia Corte/ex scuola di disegno) , Bitonto, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal lunedì al sabato, ore 9 - 13 e ore 14 – 21; domenica pomeriggio solo su prenotazione

Vernissage
03/03/2012

ore 19.30

Contatti
Email: pressword4@gmail.com
Artisti
Flavia D’Alessandro
Generi
fotografia, arte contemporanea, personale

Mostra itinerante di arte fotografica, pittura e installazione a cura dell’artista italo – venezuelana Flavia D’Alessandro. La modalità artistica adottata da D’Alessandro vede mescolare, nella realizzazione di “Spot – five minutes of advertising”, la Pop Art – nota proprio per la sfrontata mercificazione -, l’uso ossessivo del linguaggio pubblicitario.

Comunicato stampa

Bari, 23 febbraio 2012. Il guru della Pop Art Warhol e Coca Cola, il designer e scultore indiano Kapoor e Illy Caffè, il futurista italiano Depero e Bitter Campari. Sono questi alcuni esempi dell’ormai consacrato connubio tra arte e pubblicità che vede, da un lato artisti di fama usare direttamente l’oggetto di consumo per farne un’opera d’arte, dall’altro sempre più aziende di grandi brand promuovere la qualità dei propri prodotti attraverso il linguaggio artistico.

Da qui nasce “Spot - Five minutes of advertising”, la mostra itinerante di arte fotografica, pittura e installazione a cura dell’artista italo – venezuelana Flavia D’Alessandro. Selezionato dal Laboratorio Urbano Bollenti Spiriti di Bitonto (in provincia di Bari) nell’ambito del bando di concorso “Dieci artisti X Dieci mesi”, il progetto artistico - che s’inaugura con la prima tappa sabato 3 marzo alle 19,30 presso le Officine Culturali di Bitonto - espone opere di soggetti ispirati al settore alimentare (food & drinks).

Nello specifico, la rassegna si suddivide in due sezioni principali: una fotografica che comprende otto scatti su un’ironica rappresentazione di pubblicità occulta - su prodotti alimentari come pasta, carne, o frutta reclamizzati con corpi semi nudi - che si rifà a immagini di riviste ‘patinate’; una di pittura che presenta 14 dipinti - di cui due dittici -, realizzati con interventi ad acrilico su tela e rilievi, raffiguranti drink famosi di grandi marchi presi a modello per la loro immediata riconoscibilità - come la classica bottiglia del Pampero o il raffinato bicchiere del cocktail Martini con oliva (famoso perché prediletto dall’agente 007). Infine, è l’installazione “Isnot spot paint” a completare l’esposizione con tappi di bottiglie riciclati e incollati su tela. Un chiaro riferimento, questo, a “Spot Paint” dell’artista inglese Damien Hirst.

La modalità artistica adottata da D’Alessandro vede mescolare, nella realizzazione di “Spot - five minutes of advertising”, la Pop Art - nota proprio per la sfrontata mercificazione -, l’uso ossessivo del linguaggio pubblicitario - utilizzato per fini smaccatamente consumistici e che attinge per i propri soggetti dall'universo del quotidiano - con l’arte di Giorgio Morandi, che per le sue essenziali nature morte e in particolare le famose ‘bottiglie’, ha tratto ispirazione, anch’egli, da oggetti comuni.

«L’obiettivo di questa mostra - dichiara l’artista Flavia D’Alessadro - e' quello di far riflettere il visitatore sul ruolo dell’artista oggi che, in nome del connubio arte - pubblicità, da un lato promuove se stesso ma dall’altro ‘usato’ per far pubblicità. Lo spot, lo si voglia o no è oggi parte integrante della vita di tutti i giorni. È così martellante che riesce a entrare nel cervello e influenzare anche il modo di comunicare. Tormentoni come “No MARTINI? NO PARTY!” o “la RED BULL ti mette le aaali” sono cantilene rimaste nella nostra memoria. Ed e’ proprio dall’analisi di questo potente strumento di persuasione e manipolazione che sono partita per rappresentare, con la fotografia il prodotto alimentare - di qualsiasi marca - come soggetti di occulti messaggi pubblicitari; con la pittura, l’oggetto di marca - principalmente il ‘drink’ - come soggetto artistico che, con la tecnica del rilievo, diventa ‘tridimensionale’ e infine, con l’installazione, tappi raccolti di quelle stesse bibite ‘consumate’ che ho poi rappresentato nei dipinti».