Flavio Orlando – Tappa Fissa

Informazioni Evento

Luogo
CONTEMPORARY CLUSTER - PALAZZO BRANCACCIO
Via Merulana 248, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
12/06/2024

ore 18

Artisti
Flavio Orlando
Curatori
Niccolò Giacomazzi
Generi
arte contemporanea, personale
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Contemporary Cluster è lieta di presentare Tappa fissa,una mostra personale di Flavio Orlando, a cura di Niccolò Giacomazzi.

Comunicato stampa

Contemporary Cluster è lieta di presentare Tappa fissa, una mostra personale di Flavio Orlando, a cura di Niccolò Giacomazzi che sarà inaugurata mercoledì 12 giugno alle ore 18:00 e rimarrà aperta al pubblico fino al 17 luglio. La mostra è un racconto che si muove all’interno delle stanze della galleria narrando una storia di relazioni divisa in tre atti. Così come tutta la sua ricerca, anche in questo caso Flavio Orlando si sofferma sulle esperienze della vita di tutti i giorni. Classe 1991, Orlando vive e lavora a Roma dove si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2016 e nel 2018. Tutte le sue opere mirano a descrivere le modalità in cui le esperienze della vita confluiscono nella sua pittura, creando una grammatica visiva in cui i protagonisti delle sue scene non sono più umani ma figure tipizzate e paradossali caratterizzate da volti iperbolici.

Con la sua capacità di trasfigurare il reale con l’immaginazione, il racconto che viene fatto durante la mostra mette in dialogo lo spettatore con le opere ponendolo in discussione. In quest’immaginario pittorico a cui l’artista dà vita, l'ambiente viene rielaborato secondo la visione e le sensazioni dell’artista che sceglie di soffermarsi sui legami affettivi ed i ricordi, ma soprattutto su tutte le più sincere esperienze quotidiane. Nasce quindi una mostra che ancora una volta vuole raccontare quei sentimenti comuni dei quali non ci accorgiamo che rielaborano la nostra gioia.

Tappa fissa si muove all'interno delle tre sale della galleria secondo gradienti diversi: nella prima l’artista prova a rompere il rapporto con la monotonia attraverso la novità e la gioia, ma poco dopo queste diventano allo stesso modo ripetitive dando vita ad un circolo paradossale, vano ma soprattutto irrinunciabile. Nella seconda sala invece si parla di solitudine: protagonista un soggetto solitario che compie gesti ordinari in contesti altrettanto comuni. In un periodo storico così frenetico noi tutti viviamo talmente tanto nella quotidianità che abbiamo iniziato a muoverci lentamente, in maniera automatica, senza rendersene conto. E se questo da un lato garantisce sicurezza, dall’altro può portare alla perdita del collegamento di sé stessi con ciò che ci circonda. Nella terza e ultima sala Orlando non mostra più ciò che ci accade ma bensì fa sorgere dubbi nello spettatore grazie ad un finale aperto che fa sprofondare la mente sul senso stesso di vivere per mezzo di uno scenario sospeso. Un finale aperto dove ogni interpretazione è soggettiva. La risposta più efficace è che queste sono tutte tappe fisse della vita.