Florence Di Benedetto – Vedere le cose. L’enigmatica essenza del reale
La Galleria Susanna Orlando festeggia i suoi dieci anni dall’apertura a Pietrasanta ed è lieta di presentare “Vedere le cose. L’enigmatica essenza del quotidiano” dell’artista Florence Di Benedetto a cura di Tiziana Tommei, prima personale fotografica della galleria.
Comunicato stampa
La Galleria Susanna Orlando festeggia i suoi dieci anni dall’apertura a Pietrasanta ed è lieta di presentare “Vedere le cose. L’enigmatica essenza del quotidiano” dell’artista Florence Di Benedetto a cura di Tiziana Tommei, prima personale fotografica della galleria. I mostra dal 1° al 28 giugno nella PROJECT ROOM di Via Garibaldi il progetto inedito “Mondo Visibile”, che coniuga fotografia e intervento manuale. “Vedere le cose” e “Mondo visibile” sono estratti da citazioni di Giorgio Morandi, alle cui nature morte con bottiglie rendono omaggio le opere esposte.
Ad un primo sguardo le opere del “Mondo visibile” di Florence Di Benedetto possono generare un subitaneo ed epidermico straniamento: è il rumore dello sfondo, l’accostamento della realtà silente e ieratica degli oggetti ad un terreno di azione intrinsecamente informale.
Il progetto prende origine da un dialogo aperto con il passato, con i suoi exempla e le sue icone. Opere che raccontano il percorso intrapreso dall’artista e il suo nucleo valoriale: dalla trasversalità del bagaglio visivo e culturale, alla fede nell’eclettismo e nella sperimentazione; dal superamento di ogni rigida separazione tra
tecniche e forme espressive, al coraggio di contaminare la fotografia pura, non alterata o modificata a posteriori, con la manualità di un fare ad azione diretta sull’opera - nel caso specifico attraverso l’effrazione (rayage) del supporto.
Al di là della linea scura che rincorre il profilo della rappresentazione fotografica del mondo visibile - della realtà fisica e concreta delle “cose” che si toccano, che hanno un peso, che si usano e si gettano, che decadono e tendono verso il basso - si dispiega lo spazio del gesto e della materia, una superficie che l’artista scalfisce, lacera e scava per portare alla luce l’impossibilità di una linearità estetica e di narrazione.
Spostando lo sguardo sul soggetto, tra le pieghe plastiche della tovaglia di lino e i richiami ai valori della pittura, si impone la composizione scenica delle “cose”: semplici, quotidiane, banali bottiglie di plastica,
sculture scelte, trasparenti e solide forme, che abitano la prospettiva e si fanno ora architettura, ora simbolo, ora realtà.
Reperti archeologici che sottendono il riscatto del vile oggetto industriale e, al contempo, esortano a sintonizzarsi sul linguaggio delle “cose”, per esplorarle oltre la patina della fugacità, interrogarle, scavarle per carpirne l’inattesa bellezza e riuscire così ad amarle nella loro brutale autenticità.
Un invito a vedere le “cose”.
____________________
Florence Di Benedetto nasce a Bari nel 1975 da madre francese e padre italiano, vive e lavora a Milano. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, comincia a lavorare come fotografa di moda e still-life e come assistente del fotografo artista Maurizio Galimberti. Intraprende poi una ricerca personale incentrata sulla contaminazione tra fotografia e pittura, volta all’interpretazione originale di paesaggi metropolitani, per proseguire con la pittura di ispirazione pop e iperrealista. Negli ultimi anni si concentra a raccontare storie con un approccio personale e spesso simbolico.