Flower Power
“Flower Power” è uno slogan emblematico della controcultura degli anni Sessanta, che ha fatto dei fiori potenti simboli di pace e rinascita. Proprio in quest’ottica è stato scelto il titolo di questa mostra, che abbraccia la diversità dei fiori attraverso opere dagli stili, sensibilità e tecniche del tutto diversi.
Comunicato stampa
“Hanno cercato di seppellirci, ma non sapevano che fossimo semi”
Dinos Christianopoulos
I fiori sono uno dei soggetti naturali più rappresentati in pittura. Da sempre rappresentano la bellezza e vengono percepiti come simboli di gioia e amore, ma, più che semplicemente decorative, le immagini floreali hanno anche contribuito a veicolare delle idee. "Flower Power" è uno slogan emblematico della controcultura degli anni Sessanta, che ha fatto dei fiori potenti simboli di pace e rinascita. Proprio in quest’ottica è stato scelto il titolo di questa mostra, che abbraccia la diversità dei fiori attraverso opere dagli stili, sensibilità e tecniche del tutto diversi.
Artisti differenti, russi e italiani, per un unico soggetto: fiori, che siano recisi, come nelle nature morte, o inseriti in un paesaggio, che siano sgargianti esplosioni cromatiche o delicate piccole macchioline di colore in un prato.
L’allestimento comprende, tra i russi, le opere di Georgij Moroz (1937-2015), Gleb Savinov (1915 – 2000), Maya Kopitzeva (1924 - 2005), Boris Lavrenko (1920 – 2001) e, tra gli italiani, quelle di Enzo Faraoni (1920 - 2017) e Giulio Da Milano (1895-1990). Saranno, inoltre, esposti una serie di raffinati acquerelli, che facevano parte di un corposo album da disegno di fine Ottocento, e uno splendido pastello di generose dimensioni del francese Guirand de Scévola (Sète, 1871 – Parigi, 1950).
La mostra rimarrà aperta sino al 23 luglio 2021.