Fondazione Malutta – Amuse Bouche
Fondazione Malutta comprende oltre trenta artisti provenienti da contesti, età, lingue e pratiche creative diverse. Per questa mostra, una selezione di artisti del collettivo presenterà le proprie opere con un’esibizione work in progress che prevede l’accumulo progressivo di oggetti ed elementi durante i sei mesi di permanenza della mostra, con il moltiplicarsi continuo di opere e artisti presenti.
Comunicato stampa
Bogdan Koshevoy (Dnipropetrovsk, 1993) si è formato prima in Ucraina e poi a Venezia, dove
attualmente vive e lavora. Il suo lavoro integra il realismo con elementi fantastici, spesso
grotteschi, creando atmosfere che catturano momenti di tragedia o preannunciano disastri. Tra le
sue mostre recenti si ricordano, tra le altre, “Unknown Events” (Barvinskyi Art Gallery, Vienna),
“The roof is on fire” (Weber&Weber, Torino) e “CRASH” (JoyStick space, Venezia).
Aleksander Velišček (Šempeter pri Gorici, 1982) è un artista visivo contemporaneo diplomato in
Arti Visive e Discipline dello Spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua ricerca
artistica si concentra su temi sociali, politici e culturali, esplorando il rapporto tra identità,
memoria e presente. Co-fondatore del collettivo Fondazione Malutta, nel corso della sua carriera
ha partecipato a importanti residenze artistiche (Fondazione Bevilacqua La Masa, Viafarini,
Dolomiti Contemporanee, Cité Internationale des Arts) ed esposto in numerosi contesti
internazionali.
Maria Giovanna Zanella (Schio, 1991) ha conseguito il diploma in pittura presso l’Accademia di
Belle Arti di Venezia. Le sue opere esplorano l’esperienza dell’alterità come incontro con la
difformità dal Sé, ricercando una "nudità esistenziale" rivelatrice della fragilità e bellezza
dell’umano. Si ricordano le residenze Viafarini, Dolomiti Contemporanee e Mediterranea; tra le
attività recenti, le collettive “Salon Palermo 4” alla Galleria Rizzuto, “Le diablo au corps” alla
galleria Bonelli e “Venice Time Case”, mostra/progetto itinerante a cura di Luca Massimo Barbero