Frammenti
Frammenti di vita, di materia, di creatività, di poesia, di natura. Dal particolare, che solo l’artista sa individuare come parte fondamentale di
un tutto meraviglioso, all’universale che chiunque può comprendere. Cinque artisti sperimentano tecniche e materiali differenti, in una sorta
di laboratorio fantastico, lirico e colorato.
Comunicato stampa
Lo Spazio Taccori, da sempre aperto agli artisti, con particolare attenzione verso i giovani emergenti, chiude la stagione con l’ultima mostra
prima delle vacanze estive.
Frammenti di vita, di materia, di creatività, di poesia, di natura. Dal particolare, che solo l’artista sa individuare come parte fondamentale di
un tutto meraviglioso, all’universale che chiunque può comprendere. Cinque artisti sperimentano tecniche e materiali differenti, in una sorta
di laboratorio fantastico, lirico e colorato.
Makoto ci regala i suoi “fantasmi”, candidi e leggiadri: angeli che sembrano far da custodi all’intera esposizione, accogliendo i visitatori
all’ingresso della mostra. Sono sculture site-specific di inquietante e malinconica suggestione. Il lenzuolo bianco ricopre dolcemente ogni
differenza, per far affiorare solo l’essenza dell’anima che ci accomuna tutti. L’intento dell’artista è “fissare la forma per fissare il tempo”,
racchiudere nel tessuto un istante, un evento, un’emozione. E’ un “codice bianco” che si sviluppa negli anni, con fermo rigore e controllato
sentimento.
Maria Pettinaroli costruisce delicati collage. Modella rose di carta, utilizzandone svariati tipi: carta velina, da imballaggio, di Varese, dei
libri antichi, degli spartiti musicali; gli effetti sono sempre diversi, spesso il colore del papier basta alla composizione, a volte, invece,
occorre intervenire con la pittura acrilica, introducendo sovente tinte metalliche che aggiungono luminosità alla composizione. I quadri
raggiungono una tridimensionalità, come se anelassero alla scultura. Numerosi i riferimenti sottintesi: alla simbologia del fiore; agli infiniti
usi e alle implicazioni culturali e decorative delle tipologie di carta; ai ricordi; ai colori, mai naturali per non osare sfidare la bellezza del
creato.
Giovanni Marino lavora la ceramica raku, che prende origine dall’antica cerimonia del the, per cui si creavano diversi oggetti, tra i quali il
più importante era la tazza da tenersi nel palmo della mano. La tecnica di fabbricazione nasce in Giappone; il termine significa “comodo,
rilassato, gioioso” e infatti si intende esaltare la semplicità e la bellezza delle piccole cose. Ogni pezzo, salvato dal calore incandescente del
forno, è unico, lucido e brillante, dai colori metallici. Marino realizza sculture e piatti dalle forme e dalle decorazioni astratte e geometriche. I
volumi e i motivi sono puliti ed essenziali, spesso più frammenti si incontrano per costruire composizioni potenti ed equilibrate.
Mauro Lacqua realizza ritratti lunari di donne affascinanti. Spesso ne coglie solo il viso bellissimo, a volte un dettaglio ammiccante, come
una spalla scoperta; oppure la schiena nuda di una ragazza che si nasconde agli sguardi. Le opere realizzate su vetro sembrano voler
congelare un istante o un ricordo, fredde nelle tonalità del ghiaccio, come gli sguardi delle femme fatale. I lavori nascono quasi sempre dalla
memoria dell’artista, dall’immagine mentale che si è fatto di quella persona, senza necessità di avere di fronte il modello o una sua
fotografia. Sono quindi ritratti interiorizzati.
Maria Turner crea installazioni a partire dalle sue riflessioni sul quotidiano e la società attuale. Oggetti della vita comune, segnati dal tempo
e dall’esistenza stessa, diventano cimeli o trofei da immortalare: la matrice di un biglietto, una calza strappata, una macchia di sangue sul
colletto di una camicia sono segni di un'archeologia del presente. Questi frammenti, per loro natura casuali, possiedono la capacità di
restituirci un senso e si configurano come punto centrale dell’indagine sull'identità. Maria Turner cerca ciò che possa rivelare tracce dell'io,
sfruttando diverse tecniche e materiali. L’artista passa dalla fotografia alla pittura, dagli assemblaggi alle performance.
Makoto nasce a Maebashi in Giappone nel 1966. Nel 1987 si diploma al corso di graphic design alla Higashinihon School of Art & Design di
Maebashi. Quindi si trasferisce in Italia e si iscrive al corso di scultura dell’accademia di Belle Arti di Roma. L’anno dopo frequenta
l’accademia di Carrara, dove si diploma nel 1992. Attualmente vive e lavora a Milano. Numerose le mostre a cui ha partecipato in Italia e
all’estero. Ha recitato nel film di Ermanno Olmi Cantando dietro i paraventi.
Maria Pettinaroli nasce a Milano nel 1960. Pronipote di Francesco, il fondatore nel 1881 dell’antica tipografia e cartoleria, fin da bambina
frequenta il negozio, innamorandosi della carta. Nel 1979 si diploma all’Istituto d’Arte Scuola Beato Angelico di Milano e nel 1982
all’accademia di Belle Arti di Brera. Vive e lavora a Milano.
Giovanni Marino nasce a Milano nel 1979. Compie studi scientifici e frequenta il corso in Disegno Industriale della Facoltà di Design del
Politecnico di Milano. Oggi si dedica alla tecnica della ceramica raku. Vive e lavora a Monza.
Mauro Lacqua nasce a Milano nel 1966. Vive e lavora tra Milano e Pavia. Fin da bambino coltiva un interesse innato per le arti figurative ed
apprende i rudimenti e le prime tecniche pittoriche grazie all'incontro col maestro Mimmo Canonico. Sviluppa in seguito la conoscenza delle
diverse scuole e tecniche pittoriche presso la Civica Scuola di Arti Visive di Pavia e con l'aiuto dell'insegnante Monica Anselmi, arriva
all'utilizzo di cementi e materiali da recupero più consoni alla sua inclinazione e sensibilità. Espone con successo dal 2008.
Maria Turner, nome d'arte di Sara Di Calogero (da Paul Auster nel Leviatano, 2003 per indicare l'artista francese Sophie Calle) nasce nel
bresciano nel 1979. Studia arte a Bergamo e quindi a Milano presso l'accademia di Brera. E' pittrice, performer e fotografa. A partire dal
2001 soggiorna e fa ricerca per diversi anni in Spagna, Portogallo e America Latina. Attualmente vive e lavora a Milano.
a cura di Vera Agosti