Frammenti di città
Nei vasti spazi di Assab One, fabbrica dismessa converita all’arte, collocata in un quartire “difficile” di una grande città, lo sguardo di quattro artisti esplora l’ambiente urbano e restituisce interpretazioni soggettive a temi di grande attualità: la precarietà, la solitudine, la speculazione edilizia, il dibattito sui modelli di sviluppo.
Comunicato stampa
FRAMMENTI DI CITTA' - 4 MOSTRE
Nei vasti spazi di Assab One, fabbrica dismessa converita all’arte, collocata in un quartire “difficile” di una grande città, lo sguardo di quattro artisti esplora l’ambiente urbano e restituisce interpretazioni soggettive a temi di grande attualità: la precarietà, la solitudine, la speculazione edilizia, il dibattito sui modelli di sviluppo.
I diversi media utilizzati dagli artisti che appartengono a generazioni diverse (sono nati tra il 1941 e il 1975), le loro singole voci, il dialogo poetico che ciascuno instaura con le particolari zone dell’edificio che ospitano le loro opere rivelano tutta la complessità di ciò che ogni giorno accade -a noi cittadini del presente- di attraversare.
Sono disponibili immagini ad alta risoluzione
Opening giovedì 27 ottobre 2011 dalle 19.00
Le mostre sono aperte dal 28 ottobre al 25 novembre, dal martedì al venerdì, dalle 15 alle 19
L’ingresso è libero con tessera associativa (5 euro) valida un anno.
Giovanni Hänninen
RENDERING THE CITY
Rendering è entrato nel linguaggio comune per definire la creazione di un’immagine virtuale a partire dalla descrizione matematica di un luogo non ancora esistente nella realtà.
Il suo impiego nella progettazione architettonica è diventato pratica comune e punta a dare una rappresentazione il più realistica possibile di un progetto, con una tale precisione di dettagli che l’impressione, spesso, è quella di conoscere per filo e per segno la natura di un progetto, ancor prima della posa della prima pietra.
Nei rendering, la presenza umana viene collocata a scopo rappresentativo, per suggerirne l’importanza all’interno del progetto. Quando i numeri e i segmenti diventano cemento e cristallo, però, non sempre le persone che vivono la realtà dei luoghi riescono a trovare un contatto con questi spazi che sembrano rimanere imbrigliati in una dimensione virtuale. Nella mostra Rendering the City, soggetti delle immagini sono sia i nuovi spazi sia la presenza umana che li abita trasformandoli in realtà tanto lontane quanto fedeli ai progetti originali. Ne emerge un rapporto, fra architettonico e umano, fatto di stupore, silenzio e vuoto non colmato.
Giovanni Hänninen è nato a Helsinki, ma ha sempre vissuto a Milano. Come dottore di ricerca in Ingegneria aerospaziale, collabora con il Politecnico di Milano. Come fotografo realizza ritratti e reportage per riviste nazionali e internazionali. Ha curato l'indagine fotografica per due saggi di urbanistica: Milano Downtown (et al. Edizioni, 2010) e L’abitare collettivo (Franco Angeli Editore, 2011)
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Eithne Jordan
STREET STILLS
Privi della presenza umana e lontani dai luoghi comuni dell’architettura i quadri di Eithne Jordan mettono in evidenza contesti urbani – tetti di fabbriche, tunnel delle metropolitane, sottopassaggi, condomini, parcheggi e complessi residenziali – scorci familiari, ma spesso dimenticati di città come Parigi, Rotterdam, Berlino, Vienna, e più recentemente Dublino.
Jordan racconta città che sono familiari e allo stesso tempo stranamente inquietanti. I suoi quadri, pregni dell’azione a venire o che si sta svolgendo fuori campo, contengono sempre un potenziale narrativo. Ciò che viene rivelato è un intimo ritratto di città, che per un attimo è lasciata ad essere semplicemente se stessa.
Eithne Jordan è una delle artiste più importanti della scena figurativa irlandese. Le sue opere si trovano nelle più prestigiose collezioni pubbliche e private in Irlanda, Europa e Stati Uniti. Le sue mostre personali recenti includono: Rubicon Gallery, Dublino 2010 e 2007; West Cork Arts Centre, 2007; Centre Culturel Irlandais, Parigi, 2007; Ormeau Baths Gallery, Belfast, 2004. Nel 2012 sono in programma delle personali a MAC Belfast e alla RHA Gallery di Dublino. E' membro di Aosdàna, la prestigiosa associazione di artisti irlandesi e della Royal Hibernian Academy.
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Loredana Longo
DEMOLITION#1 squatter
«Da alcuni anni affronto una tematica da me definita: “l’estetica della distruzione”. Io vivo in Sicilia, a Catania, una città distrutta decine di volte dalla lava, dai terremoti, devastata dalla speculazione edilizia e in cui tuttavia continua a emergere la bellezza del territorio. Questa bellezza si carica di una forza che nasce dalla resistenza a questi attacchi e dalla sua stessa distruzione. I primi di agosto sono venuta a conoscenza della demolizione degli scheletri di tre palazzi costruiti negli anni ’70 a Modica, mostri edilizi dello IACP che non hanno superato i test di sicurezza e stabilità. Il mio progetto consiste in un intervento all’interno di uno dei palazzi per la realizzazione di un video. Alcuni giorni prima della demolizione riesco ad avere i permessi per costruire un’installazione, simile ad un intervento di uno squatter. Lo squatter è un individuo che si introduce abusivamente in uno spazio, accumulando oggetti che trova in giro, non segue un principio estetico ben preciso.La visione diventa ancora più grottesca: edifici abbandonati da decine di anni, vengono abusivamente abitati solo per alcuni giorni e abbattuti per sempre. In questo caso l’intervento dello squatter è quello dell’artista che modifica e abita lo spazio in quei giorni. Il mio non è un gesto punitivo nei confronti dello squatter, ma l’abbattimento colpirà degli edifici popolari e lo squatter concettualmente rappresenta l’unica forma di vita che abbia mai abitato quegli spazi. Paradossalmente io sono lo squatter, la persona che si è introdotta per costruire qualcosa, forse sono io sempre la vittima delle mie esplosioni, o forse io che faccio parte di quel sistema che continuamente si distrugge per rinnovarsi».
Loredana Longo è nata e vive a Catania. Diplomata in pittura all’Accademia di Bella Arti di Catania, il suo lavoro consiste in performances documentate in video, foto, installazioni, esplosioni e ricostruzioni. Tra le mostre personali più recenti: Neither here nor there, Temporary Museum e Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, Palermo 2011; CAGES, Artecontemporanea Bruxelles, a cura di Antonio Arevalo, Bruxelles 2010; La notte poco prima della foresta, installazione per teatro, vari teatri 2010; EXPLOSION#17 HAPPY NEW YEAR - Napoli. Teatro Festival Italia- Real Albergo dei Poveri- Napoli 2008.
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Fausta Squatriti
ASCOLTA IL TUO CUORE, CITTA'
con testi di Jacqueline Cresoli e Elisabetta Longari
Nonostante il titolo preso in prestito da Savinio, non v’è traccia della sua ironia e della sua leggerezza, piuttosto questo riferimento sembra quasi nascere dall’intenzione di porre una sottolineatura “al contrario”, proporre un rovesciamento d’atmosfere. Squatriti preleva dal grande repertorio delle immagini di qualsiasi agglomerato urbano, scorci, edifici o elementi funzionali al gioco di slittamento su cui verte il suo linguaggio, riconoscibilissimo, innegabilmente autonomo e originale. Nelle sue installazioni combina più elementi appartenenti ad ambiti mediatici diversi, ma negli esiti non v’è nulla di più lontano dalla sensazione di precarietà, data per esempio dall’improvvisazione; anzi i materiali si organizzano secondo un criterio che segue un ordine compositivo preciso e specchiato, in qualche modo “classico”, basato su accordi formali e dimensionali governati da una simmetria mai assoluta ma basata sul concetto di variazione nella contiguità e continuità.
Fausta Squatriti opera nelle arti visive e nella scrittura, nell’editoria d’arte, nella grafica, nella docenza. Scoperta da Pierre Lundholm, ha lavorato con Alexander Iolas, Denise Renée e Karin Fesel, esponendo le proprie sculture a New York, Tel Aviv, Huston, Ginevra, Honolulu, Caracas, Dusseldorf, Parigi e poi in Italia, al Naviglio, da Marconi e alla Fondazione Mudima. Dal ’77 ha insegnato all’Accademia di Belle Arti, Carrara, Venezia e Brera, a Milano. È stata curatrice della storica mostra “Colore” alla Biennale di Venezia dell’86. Nel ’92 fonda, con Gaetano Delli Santi, la rivista interdisciplinare Kiliagono. Collabora con l’associazione culturale “Novurgia” e “Asilo Bianco”. Nel 2009 ha vinto il premio di poesia “Scrivere donna”. Nel 2010 ha esposto a Mosca, al Darwin Museum, a Bratislava, e in numerose mostre dedicate al libro d’artista. Nel 2011 ha partecipato alla mostra “Elles”, Centre Pompidou.