Franca Vendrame – Fenomenologia delle cose
Franca Vendrame approfondendo una suggestiva ipotesi di confronto incentrato sul tema figurativo della natura morta ne interpreta il canone come autoritratto spirituale mossa da una comune, inquieta, consapevolezza di appartenere alla sfera del moderno.
Comunicato stampa
Fenomenologia delle cose
Il pittore livornese Gianfranco Ferroni in un’intervista sostiene: all’arte è assegnata una funzione attiva nell’indagine del significato ultimo delle cose - Dall’aggressiva presa di posizione intellettuale ad una “religiosa” consapevolezza della precarietà umana.
Franca Vendrame approfondendo una suggestiva ipotesi di confronto incentrato sul tema figurativo della natura morta ne interpreta il canone come autoritratto spirituale mossa da una comune, inquieta, consapevolezza di appartenere alla sfera del moderno. L’esposizione attuale offre una nuova occasione di riflessione per manifestare la realtà nascosta delle cose. Con le sue trame luminose e la sua presenza intensa e fragile Franca Vendrame costruisce uno spazio introspettivo che evidenzia la potenzialità di un esserci deciso, seppure appartato e silenzioso ed esprime risonanze essenziali con il rigore etico del fare arte, nei silenziosi echi interiori di una poetica che cerca nell’immortalità dei temi e dei simboli i suoi ancoraggi. Una unica ordinata composizione, un universo di immagini semplici, di “cose” che con la loro presenza nello spazio ribadiscono i temi della metafisica occidentale. Un misto fra spiritualità e concretezza, una pittura strutturata, che risponde al piacere dello sguardo, una concettualizzazione del dipingere per cui l’opera è un esempio di applicazioni di idee e pensieri sull’arte. La nostra artista con approdi poetici e fortemente intenzionali esamina la realtà superandone il canone restrittivo, sviluppa uno spazio pensato con la luce e con l’ombra tramite un processo creativo che esclude l’istinto e la casualità e si fonda su una accurata attenzione verso l’impianto prospettico, e gli aspetti formali e geometrici della composizione con i quali fa emergere l’anima degli oggetti, il loro universo, le loro necessità estetiche e funzionali, emotive e partecipative, sviluppando un linguaggio delle cose e degli spazi facendo ricorso a forme e linee semplici, a colori neutrali, così da controllare l’effetto e la simmetria, la struttura e la dinamica. L’attenzione per la disciplina della pittura, la pennellata pastosa e materica, l’uso della luce modulata e discreta fanno apparire le nature morte un riferimento da cui partire per comunicare altro, per arrivare al senso ultimo della fenomenologia delle cose: un fare arte intessuto di relazioni sensibili e di aperture. Un viaggio della memoria, un racconto visivo fatto di forme archetipe semplici che prende corpo in forma di scrittura visiva.
Pippo Cosenza