Francesca Miotto – Where the Gods Reign
MAGMA gallery è lieta di presentare “Where the Gods Reign”, prima personale di Francesca Miotto (Venezia, 1985) nella sede veneziana della galleria.
Comunicato stampa
MAGMA gallery è lieta di presentare “Where the Gods Reign”, prima personale di Francesca Miotto (Venezia, 1985) nella sede veneziana della galleria.
Alla costante ricerca di un contatto con un mondo ancestrale, i dipinti di Francesca Miotto ci portano in una dimensione fuori dal tempo. Attraverso le vibranti pulsazioni della foresta, l’osservatore è infatti catapultato al di fuori della quotidianità, del grigiore e della regolarità monotona della vita moderna e si trova immerso in un groviglio di liane, radici, alberi e foglie.
Emerge così, attraverso la pittura, il desiderio dell’artista di ritrovare un legame con la natura, di cui la condizione moderna si è privata nella crescente corsa verso il progresso.
Attraverso morbide pennellate che lasciano indefinite alcune parti delle tele, l’artista ci accompagna in un viaggio in territori magici e misteriosi dall’atmosfera soffusa.
Francesca vuole invitarci a riflettere sulle origini dell’Uomo, sulla connessione naturale che perdura nella nostra coscienza collettiva e che ci riconduce alle nostre radici di esseri viventi. Nelle intenzioni dell’artista vi è infatti il desiderio di una rinnovata comunione con la Terra, che si esprime in una visione cosmologica accessibile nei dipinti attraverso la dimensione del sogno. La dimensione onirica si manifesta nell’uso di una gamma quasi monocromatica, che contribuisce a creare un effetto di disorientamento al di fuori del tempo e di uno spazio conosciuto.
Per la mostra “Where the Gods Reign”, Francesca Miotto si è ispirata a “La caduta del cielo” di Bruce Albert, un testo etnografico in cui l’autore ha trascritto le memorie e il pensiero di Davi Kopenawa, sciamano portavoce del popolo Yanomami. Sulle “pelli di carta”, le pagine del libro, lo sciamano racconta la foresta, l’equilibro sottile e mistico fra le forze vitali che la definiscono, cercando di far viaggiare così le sue parole lontano “propagandosi in ogni dove per essere veramente ascoltate”. Non è la polemica o la critica alla civilizzazione a guidarlo, bensì la volontà di lasciare una testimonianza scritta che renda consapevoli i popoli più lontani del fatto che tutti siamo legati gli uni agli altri indissolubilmente.
Potrebbe dunque essere anche questo un ulteriore stimolo per una ritrovata consonanza armonica con il mondo, in contrapposizione alla catastrofica deriva cui stiamo facendo fronte.