Francesca Sarteanesi – Io non sono lei / secondo studio
In mostra i media principali attraverso cui questo processo prende forma: il vestito, che da fuori sostiene la donna, quasi a proteggerla, invaderà fisicamente lo spazio, coda lunga di un pensiero. E la scrittura, ad oggettivare i dialoghi, tra chi cura e chi è curato, lungo un confine che si fa sempre più labile.
Comunicato stampa
IO NON SONO LEI / SECONDO STUDIO
Si guardò allo specchio, non aveva rughe ma il suo volto era come una maschera di cera vicino ad una fonte di calore.
Da giovane quando leggeva sui giornali “crema per contorni del viso” non capiva cosa fossero questi contorni. Adesso lo sapeva.
Una navata. Lunga lunga lunga. In fondo Lei. Ci guarda. Si gira. Parla.
Con Io non sono lei, secondo studio per uno spettacolo in divenire, l'attrice Francesca Sarteanesi indaga le pieghe di un'esistenza aggrovigliata ma lucida nello sviluppo delle sue considerazioni.
La performance nasce dal fortunato incontro dell'autrice con un materiale umano importante, lieve e schiacciante al tempo stesso. Un incontro dai cui silenzi scaturiscono parole, quasi troppe da arginare, da scegliere.
Una donna, il suo rapporto con la psicanalisi, gli abissi ma anche le rassicuranti consapevolezze che questo rapporto schiude. Nella performance Lei parla attraverso un altro personaggio femminile, un doppio. Io non sono lei nasce da questa coscienza di sè nell'altro e dalle possibilità di indagine profonda che questa coscienza ci consegna.
Bianco e nero, rinascita e appassimento, sposa e vedova della vita convivono in Lei. Che tutto porta addosso, come un vestito impossibile da indossare nella quotidianità. Ma senza il quale non potrebbe parlare.
In mostra, fino al 20 Ottobre negli spazi dello Studio Lato, i media principali attraverso cui questo processo prende forma: il vestito, che da fuori sostiene la donna, quasi a proteggerla, invaderà fisicamente lo spazio, coda lunga di un pensiero. E la scrittura, ad oggettivare i dialoghi, tra chi cura e chi è curato, lungo un confine che si fa sempre più labile.
L'immagine, video, accompagna il movimento costante del pensiero, l'avvilupparsi lucido di un'esistenza votata alla continua perdita di un centro, alla ricerca di un luogo sicuro in cui finalmente fermarsi.
Fabrizia Bettazzi