Francesco Arcangeli. Un omaggio (1915–2015)
In occasione della festività di S. Petronio, il 4 ottobre 2014, CUBO, Centro Unipol Bologna, organizza e ospita, un omaggio a Francesco Arcangeli, alla vigilia del centenario della sua nascita, nella città, Bologna, che gli diede i natali.
Comunicato stampa
Il 4 ottobre, a CUBO, un incontro con gli storici dell’arte
Christian Caliandro, Lorenzo Canova, Michele Dantini
In occasione della festività di S. Petronio, il 4 ottobre 2014, CUBO, Centro Unipol Bologna, organizza e ospita, un omaggio a Francesco Arcangeli, alla vigilia del centenario della sua nascita, nella città, Bologna, che gli diede i natali. Ne parlano presso lo Spazio Cultura di CUBO (Piazza Viera de Mello, 3-5) sabato 4 ottobre alle ore 17, Christian Caliandro, Michele Dantini, Lorenzo Canova, in un importante dibattito che ricorda e reinterpreta la sua figura. L'appuntamento si propone di indagare gli aspetti dell’opera del critico bolognese, il suo ruolo nella ricostruzione artistica e culturale del Paese nel secondo dopoguerra e la sua eredità per la storia dell’arte contemporanea e per la critica dei nostri giorni: oggi come ieri, una critica d’arte responsabile trova nella propria vocazione civile le ragioni profonde della sua azione riflessiva e educativa. Ai tre relatori, esponenti di una nuova generazione di storici e critici d’arte – spetterà il compito di mostrare come Arcangeli sia per molti versi la guida ideale per un percorso di questo genere.
Francesco Arcangeli, storico e critico d'arte vissuto a Bologna tra il 1915 e il 1974, allievo di Roberto Longhi e futuro direttore di Villa della Rose (1958-1968), verso la trasformazione del suo status in Galleria d’Arte Moderna. Arcangeli è uno dei primi critici in Italia ad aver abbracciato la corrente dell'informale e, con essa, gli influssi positivi che giungevano all’epoca dall’Europa e dagli Stati Uniti, dopo un periodo di rarefazione sociale e culturale imposto dal regime fascista. Nel pieno della stagione dell’informale, lo storico dell’arte e critico
Francesco Arcangeli costruisce la sua ipotesi di “Ultimo naturalismo” (soprattutto in due saggi pubblicati sulla rivista “Paragone”: Gli ultimi naturalisti, 1954, e Una situazione non improbabile, 1956), elaborando una visione storicamente spaziosa ed ambiziosa, una cornice intellettuale e critica in cui inserire e comprendere a pieno il nuovo fenomeno pittorico. Arcangeli traccia una narrazione storica ampia e complessa, del tutto differente, che parte addirittura da Caravaggio e passa per Monet e Renoir, ripensando e riconfigurando la lezione di Roberto Longhi e presentando il gruppo di artisti: Ennio Morlotti, Pompilio Mandelli, Sergio Vacchi, Vasco Bendini, Sergio Romiti, Mattia Moreni. Parte essenziale di questo percorso critico e umano sarà la travagliata biografia di Giorgio Morandi, composta nei primi anni Sessanta e pubblicata solo nel 1964: un libro per molti versi traumatico che segna però uno spartiacque nella storia dell’arte contemporanea, italiana e non solo.