Francesco Arena – Una cartolina, un passo, una linea e una pietra

Informazioni Evento

Luogo
BASE - PROGETTI PER L'ARTE
Via Di San Niccolò 18R, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mar-ven 18-20 | 20-24 come vetrina
Per appuntamenti oltre l’orario d’apertura: +39 3286927 778 | +39 3292298 348 | +39 347 7210222 [email protected] | www.baseitaly.org
La visita alla mostra è contingentata per rispettare le norme di sicurezza anti Covid-19. L'artista e il collettivo di Base saranno a disposizione durante l'orario dell'opening.

Vernissage
19/09/2020

ore 11

Artisti
Francesco Arena
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra che l’artista Francesco Arena ha ideato specificatamente per il luogo e per la ripartenza delle attività dopo il lockdown.

Comunicato stampa

BASE / Progetti per l'arte presenta sabato 19 settembre, dalle ore 11,00 alle ore 19,00, la mostra che l'artista Francesco Arena ha ideato specificatamente per il luogo e per la ripartenza delle attività dopo il lockdown. Una cartolina, un passo, una linea e una pietra è il titolo che identifica in modo lucido ed essenziale i singoli oggetti scultorei che permettono di stabilire un dialogo intenso con l'idea dell'atto creativo, con la storia dello spazio no profit – che quest’anno compie ventidue anni–, oltre che con il personale tempo di fruizione del singolo visitatore.

Il progetto di Francesco Arena per Base “Una cartolina, un passo, una linea e una pietra” è composto da opere che, come spiega l'artista stesso, “hanno a che fare con la stratificazione del tempo, l’aggiungere e il togliere. La cartolina è quella dell’invito e le sue dimensioni di cm 10,5x15 corrispondono alla milleottocentonovacinquesima parte della superficie di Base. Un passo è il parallelepipedo lungo di 68 centimetri, la lunghezza media di un mio passo, largo e alto dieci centimetri. È realizzato, contrariamente a tutte le mie sculture che si basano sulla misurazione, non con un materiale resistente come il bronzo, bensì con il fango di marmo che viene prodotto nella lavorazione del taglio del marmo. Su una delle due estremità della faccia superiore è incisa la cifra X 71.806 corrispondente ai passi in meno che ho fatto nel marzo del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Condizione dovuta alla quarantena causata dalla pandemia mondiale e per questo porta il titolo di “Passi persi (marzo 2020)”. Inoltre, “una linea” e “una pietra” citate nel titolo della mostra corrispondono - la prima - ad una serie di bustine di zucchero il cui contenuto è consumato solo per metà dall'artista durante il quotidiano rituale del caffè e che disposte in fila formano la misura di un metro; mentre – la seconda – ad una pietra che, tagliata della stessa larghezza della testa dell'artista, porta incisa sulle due facce lisce le frasi: In my beginning is my end e In my end is my beginning. La mostra, nella sua interezza, si rivela come una riflessione ampia sull’eredità del Modernismo, così come sulla necessità di rileggere radicalmente la funzione e la necessità oggi del monumento pubblico. L'artista riesce a proporre tutto ciò a partire da un'indagine rigorosa sugli strumenti di misurazione (il metro, il passo, la scansione del tempo in secondi) dei quali da sempre l'uomo si fornisce per dare ordine al fluire irruente e imprevedibile della vita.

Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi, 1978; vive e lavora a Cassano delle Murge, Bari) realizza da sempre sculture assolute e minimaliste, ma anche intrise di intimità e di esperienze personali, così come legate a fatti storici e alla memoria collettiva. Il suo è un modo per rendere sia la materia delle sue opere, che la presenza dello spettatore sensibili al contesto specifico in cui gli permette di incontrarsi per creare nuove esperienze, storie e punti di vista inediti. Tale approccio è evidente con una delle sue prime opere del 2004 dal titolo “3,24 metri quadrati” dove ha riprodotto in scala 1:1 la cella di Aldo Moro, ma anche con la scultura dal titolo “Il peso del mio corpo da un blocco di pietra del peso di una barca” che rimandava alle tragiche traversate dei migranti in mare e realizzata nel 2010 in occasione di Art Statement a Basilea. Le sue sculture hanno sempre l'obiettivo di farsi installazione ambientale, sia con la presenza di azioni e performance, che con la forte relazione che stabilisce con l'ambiente architettonico o naturale in cui si inseriscono. In questo caso sono da citare le opere dal titolo “Massa sepolta”, esposta nel 2013 al Padiglione Italia per la 55a Biennale di Venezia, e quella del 2020, prodotta dall'Italian council, pensata per essere permanente all'interno del Parco archeologico del Colosseo di Roma. Tra le molte mostre collettive di livello internazionale a cui ha partecipato sono da ricordare: "The Paradox of Stillness: Art, Object, and Performance", Walker Art Center, Minneapolis (2021); "Sculpture Projects Ping Yao", Pingyao, Cina (2018); "Re-Evolution", MAXXI, Rome (2017); "Ennesima", Triennale di Milano, Milano (2015); "La storia che non ho vissuto. Testimone indiretto", Castello di Rivoli, Torino (2012); "Trittico 57", Museion, Bolzano, Italia (2012).

Base / Progetti per l'arte è un’idea di artisti per altri artisti. BASE è un luogo unico per la pratica dell’arte in Italia, la cui attività iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i più interessanti dell’arte del duemila. BASE è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. Attualmente fanno parte del collettivo di BASE / Progetti per l’arte: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Vittorio Cavallini, Yuki Ichihashi, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori, Enrico Vezzi. Fino adesso si sono tenute a BASE mostre di Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca Pancrazzi, John Nixon & Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Gino De Dominicis, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub, Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai, Surasi Kusulwong, Franz West, Tino Sehgal, Nico Dockx, Grazia Toderi, Armin Linke, Davide Bertocchi, Pierre Bismuth, Olivier Mosset, Stefano Arienti, Erwin Wurm, Thomas Bayrle, Hans Schabus, Maurizio Mochetti, Lawrence Weiner, Basetalks(!) (Gum Studio, Brown Project Space, 26cc, Sottobosco, Trastevere 259), Amedeo Martegani, Gianni Caravaggio, Piero Golia, David Tremlett, Franco Vaccari, Radicaltools (Ufo, Gianni Pettena, Archizoom, Zziggurat, Remo Buti, 9999, Superstudio), Koo Jeong-A, Christian Jankowski, Giuseppe Gabellone, Martin Creed, Ken Lum, BaseOpen (Margherita Moscardini, Francesco Fonassi, Giuseppe Stampone, Giulio Delvé, Gaia Geraci, Marcello Spada, Jacopo Miliani, Riccardo Giacconi, Jaya Cozzani/Marco Andrea Magni/Agostino Osio), Jiří Kovanda, Nicole Miller, Luca Trevisani, Richard Long, Roman Ondak, Ryan Gander, Gerhard Merz, Ian Kiaer, vedovamazzei, Karin Sander che hanno presentato progetti inediti pensati per lo spazio di BASE. Prossime mostre: Deimantas Narkevicius, Jose Davila, Michael Snow, Simon Fujiwara, Pierre Huyghe, Rosa Barba, Adrian Paci, ....