Francesco Carnevali – un mondo tra fantasia e natura
La mostra Francesco Carnevali, un mondo tra fantasia e natura attraverso oltre 160 opere si propone di offrire una significativa rassegna sull’opera di un Grande del Novecento urbinate.
Comunicato stampa
La mostra Francesco Carnevali, un mondo tra fantasia e natura attraverso oltre 160 opere si propone di offrire una significativa rassegna sull’opera di un Grande del Novecento urbinate, una di quelle figure che hanno attraversato il secolo scorso lasciando un segno molto netto, al pari di Pasquale Rotondi, Carlo Bo, Paolo Volponi. Una mostra che non riesce a coprire l’intera produzione dell’artista, ma che ne tocca tutti i punti, privilegiando nella scelta dei pezzi quanto era rimasto fuori dalle pubblicazioni, magari all’interno di case nella fruizione privata di fortunati collezionisti. Questa mostra, che ha ricevuto la spinta decisiva dalla famiglia, si avvale della collaborazione di una lunga serie di prestatori che hanno messo a disposizione opere di loro proprietà con la generosità di chi sa di partecipare ad un’operazione culturale importante; anche importanti istituzioni museali hanno collaborato (la Quadreria Cesarini di Fossombrone, la Civica raccolta d'arte di Sassoferrato) e il risultato è una mostra che occupa ogni angolo della bottega della Casa di Raffaello, un luogo che Carnevali stesso contribuì a lanciare come prestigiosissimo spazio espositivo.
Necessariamente una mostra non riesce ad esaurire quanto l’Artista, il Direttore della Scuola del Libro, il Presidente dell’Accademia Raffaello ha dato al mondo della cultura e dell’illustrazione e quanto ha coltivato nell’ininterrotto esercizio privato del disegno di figure e di paesaggi, ma le opere esposte e i tre saggi che accompagnano il catalogo (Maria Letizia Paiato, Giovanna Rotondi Terminiello, Simone Dubrovic) hanno la forza di comunicare, anche a chi non ha avuto il privilegio del contatto diretto, chi è stato Francesco Carnevali.
La mostra si articola in quattro sezioni negli spazi della Bottega di Giovanni Santi a Casa Raffaello.
Paesaggi: la matita di Francesco Carnevali riproduce negli studi di paesaggio gli spazi del consueto, le linee d’orizzonte delle colline intorno a Urbino, selezionandone tagli particolari, tratteggiandone il clima con il suo segno, e suggerendo brezze leggere; sono luoghi dove la natura ha un fremito di vita placida e normata, fissata nell’immagine, ma che l’occhio raccoglie vivido e vitale; sono anche gli spazi urbani, gli spazi della quotidianità oltre la finestra, che raccolgono il vociare del mercato, il lavorio di un cantiere fino al soffio di un alito di vento che muove colli, case, alberi e foglie.
L’illustratore: accompagnare con una figura un testo, proporre una situazione in divenire, raccontare per immagini, ha rappresentato per Francesco Carnevali una tappa fondamentale della sua professione artistica e insieme il cuore della sua missione nel mondo della scuola; in questa sezione trovano posto le composizioni in qualche modo narrative, i disegni che raccontano, le riviste per le quali ha lavorato e i libri illustrati (Ginevra degli Amieri, Apina e l’eccezionale ciclo della XII notte con bozzetti, prove non inviate all’editore e l’esito a stampa).
Volti: raffigurare per esercizio i volti, coglierne a matita le espressioni, fissare uno sguardo, sono tutte operazioni che servono a prendere confidenza con le persone e con il vissuto di cui portano il carico: ecco che troviamo Francesco Carnevali a esercitarsi nel riprodurre i tratti ruvidi di persone che raccontano nelle pieghe del volto generazioni di lavoro, oppure il viso languido di chi attraversa con gentilezza i giorni della vita. Una galleria di umanità che finisce per addensarsi e concentrarsi nelle miniature dei volti vivacissimi di piccole figure che popolano le illustrazioni.
Casa Santini: spesso le opere di Francesco Carnevali attraversano un ambiente domestico, si rifugiano in uno spazio accogliente di casa, tra persone care e fidate; la sezione che chiude la mostra (e che con Seduti sul prato allo stesso tempo la apre) ci porta alle primissime espressioni artistiche testimoniate, per esempio, da venticinque cartoline illustrate, firmate Checchi ed inviate alla cugina tra il 1912 e il 1916, mai mostrate né pubblicate in precedenza, da una scena dei grandi di famiglia seduti sul prato, fino al paralume dipinto, uscito da Casa Santini solo per questa occasione.