Francesco Cocco – Ogni volta qualcosa
La Sabato Angiero Arte ospita per la prima volta la mostra personale di Francesco Cocco, curata da Rosa Esmeralda Partucci.
Comunicato stampa
La Sabato Angiero Arte ospita per la prima volta la mostra personale di Francesco Cocco, curata da Rosa Esmeralda Partucci, che sarà inaugurata sabato 25 marzo, ore 19:30. Il progetto si è avvalso inoltre della collaborazione della psicoterapeuta Santina Pierro e di Simone Foresta, nella duplice veste di archeologo e artista-fotografo (Black Napkin).
In occasione del vernissage sarà presentato il catalogo dell’esposizione (30x24), edito da Gutenberg Edizioni, a cura di Rosa Esmeralda Partucci, con testi di Beatrice Salvatore, Simone Foresta e Santina Pierro.
Ogni volta qualcosa è il titolo dell’esposizione, «tratto dall’opera Provaci ancora, fallisci meglio, che prende le mosse da un frammento testuale, sopravvissuto a un processo di sottrazione e deposto dal rigurgito metalinguistico di una pittura, quella di Cocco, recisamente stratigrafica. Un palinsesto di icone e di linguaggi affolla l’immaginario personale dell’artista», presi a prestito dalla letteratura, dal teatro (Beckett, Fellini) ma anche dai jeux d’enfants e dai fumetti, come nel caso della serie Peanuts. Articolato in tre sezioni, il percorso è concepito come un attraversamento negli stati della condizione umana e si declina non senza ironia e sarcasmo, al fine di sondare i confini liminali dell’esistenza e della memoria. Esso prende avvio dalle opere nate dal sedimentarsi di ricordi d’infanzia, che riflettono il rapporto tra libertà/autorità, sovversione/sottomissione; si sofferma poi sulla riflessione della «condizione umana dell’attesa, ora avvolta da un senso di sospensione e carica di aspettative e illusioni – come in Inutili attese – ora invece interrotta dal disvelarsi di una drammatica constatazione, come nella tela E poi trovarono il senso di tutto». Infine, tale percorso giunge all’acquisizione di una disincantata consapevolezza, come in Il grande bowling, che esemplifica l’immagine di un’esistenza imbrigliata in strutture preordinate. Tuttavia, all’ineluttabile insensatezza del vivere, l’opera Provaci ancora, fallisci meglio oppone una via di fuga, che si determina nel binomio vita-gioco, cui alludono elementi come i pattini, il cesto da basket, il dondolo, etc. La tela infatti «esprime l’esortazione a compiere instancabili tentativi e a integrare nella propria esperienza il fallimento, come momento di conquista e non di debolezza».
L’istallazione intitolata «Giostra, che campeggia lo spazio della grande sala, è il risultato di una fruttuosa collaborazione tra l’artista e i giovani ragazzi ACR di Saviano, prestati al gioco immersivo dell’arte. Sotto la guida di Francesco Cocco, durante un laboratorio artistico, questi hanno eseguito le decorazioni pittoriche degli aeroplanini, attingendo dal proprio repertorio immaginifico. L’azione performativa, ripresa da Simone Foresta mediante fotografie e video, riflette il desiderio di abbandono a una creatività spontanea e a un alfabeto pittorico essenziale, costituito da segni appartenenti e comprensibili a ciascun individuo».
Le citazioni sono tratte dal saggio Sentieri liminali dell’essere nella pittura metalinguistica di Francesco Cocco di Rosa Esmeralda Partucci. /oppure scrivere solo Rosa Esmeralda Partucci/
Biografia
Francesco Cocco, nasce a Scafati (SA) nell’ottobre del 1968. Autodidatta, figlio di pittore e decoratore di interni, nutre sin da piccolo la passione per l’arte, che coltiva in maniera autonoma e incondizionata. Avviato alla pittura in tenera età, osservando il lavoro del padre, si forma al contatto del gruppo storico di Scafati, “L’officina”, del quale ha condiviso la ricerca per una nuova figurazione. Si accosta anche alle arti sceniche, partecipando ai laboratori teatrali di ricerca e di sperimentazione sulle pratiche della mediazione teatrale. Dal 2011 – anno della sua prima mostra personale – espone con assiduità in collettive e monografiche, definendo un percorso tutto improntato su una pittura meta-linguistica. La sua pratica pittorica sonda i territori del figurativo, con particolare attenzione al valore segnico di matrice espressionista, alternando immagini, simboli, numeri e lettere, ora in chiave ironica ora con accenti seri e meditativi. La sperimentazione cromatica si avvale di una tavolozza ricca e pastosa, che punta ad accostamenti vivaci ed eseguiti per stratificazione.