Francesco Filippelli – Frammenti di Temporama Alchemico

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO 57
via Chiatamone, 57 , Napoli, Italia
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Date
Dal al

Martedì - Venerdì 14.30-19.30, Sabato 10.00-19.30

Vernissage
07/01/2023

ore 17,30

Artisti
Francesco Filippelli
Generi
arte contemporanea, personale

Con questa esposizione si intende compiere un passo che, in pittura, non era mai stato compiuto prima d’ora: abbattere il muro del tempo e conferire ai dipinti la dimensione temporale.

Comunicato stampa

Con questa esposizione si intende compiere un passo che, in pittura, non era mai stato compiuto prima d’ora: abbattere il muro del tempo e conferire ai dipinti la dimensione temporale.

Einstein trattava il tempo come una dimensione, analogamente alle dimensioni spaziali, e definì la linea del tempo (estesa nel passato, presente e futuro) come ‘temporama’. Questo termine nasce compiendo un’analogia con il termine ‘panorama’, infatti, come affacciandosi a contemplare un panorama è possibile cogliere un’ampia porzione di spazio, considerando il tempo come una dimensione è possibile affacciarsi mentalmente su una linea che si estende dall’origine dell’universo fino alla sua remota fine, e in cui noi, nel presente, occupiamo solo un punto infinitamente piccolo. Frammenti di questo temporama possono essere considerati periodi di tempo limitati, ma in questa visione un periodo non è visto necessariamente nel suo svolgersi univoco (cioè dal prima al dopo) ma può essere osservato come un tutt’uno, in cui ogni momento è parte di un unicum chiamato, appunto, temporama.

Restituire questo concetto fisico nel mondo dell’arte richiede, tuttavia, di accedere ad una realtà interiore, reale tanto quanto quella fisica. Così entra in gioco l’alchimia: attraverso un processo chimico, che potremmo definire in questo contesto alchemico, poiché l’alchimia riguarda la trasformazione spirituale oltre che materica, l’autore riesce a portare alla luce dipinti su tela che si muovono sotto gli occhi dell’osservatore, senza l’ausilio di strumenti digitali.

Da questo momento in poi il panorama pittorico non può essere più lo stesso: è stata demolita la barriera del tempo; un quadro, per definizione immobile nel suo contenuto, prende vita e si trasforma, invecchia, deperisce, grida, cambia sesso e viene accecato. In conclusione, i dipinti in esposizione sono frutto di un processo alchemico e ci svelano una trasformazione che può essere vista in entrambe le direzioni, distesa davanti a noi, mutevole eppure atemporale nel suo mutamento: frammenti di temporama di un tempo interiore, spirituale, svolto e riavvolto nell’esecuzione dell’opera, un periodo percettivo che, come un ologramma, racchiude in ogni suo punto l’anima intera.