Francesco Francaviglia – Le Donne del Digiuno
Era l’estate del 1992, quando a Palermo, poche ore dopo la strage del giudice Paolo Borsellino, seguita a quella di Giovanni Falcone, un gruppo di donne sentì la necessità di reagire: un digiuno nella piazza principale della città fu l’azione fortemente simbolica a cui diedero vita.
Comunicato stampa
Inaugurata con successo lo scorso 18 luglio la mostra fotografica Le Donne del Digiuno, di Francesco Francaviglia sarà aperta al pubblico a Palermo, presso Palazzo Ziino, sede dell’Assessorato alla Cultura, fino al 23 agosto. Fra gli intervenuti in occasione dell’inaugurazione Rita Borselino, Franca Imbergamo e il Procuratore Generale di Palermo Roberto Scarpinato.
La mostra sarà poi inaugurata a Firenze, con il sostegno di Unicoop Firenze, presso la Galleria degli Uffizi il 13 ottobre 2014. Il lavoro fotografico dell’autore siciliano, che sta già ricevendo diversi premi in ambito nazionale, sarà la prima personale di fotografia ad essere ospitata dagli Uffizi, nella lunga storia del prestigioso spazio espositivo.
Era l'estate del 1992, quando a Palermo, poche ore dopo la strage del giudice Paolo Borsellino, seguita a quella di Giovanni Falcone, un gruppo di donne sentì la necessità di reagire: un digiuno nella piazza principale della città fu l'azione fortemente simbolica a cui diedero vita.
La mostra, a cura di Tiziana Faraoni, photoeditor de L'Espresso, è costituita dai ritratti di 31 donne, fotografate oggi, dopo 22 anni da quel momento.
Dichiara Francesco Francaviglia durante un’intervista “…Nei miei ritratti le donne del digiuno si presentano con un’inquadratura stretta, ancora una volta senza timidezza, con i loro volti fieri e bellissimi, con i segni del tempo che testimoniano una lunga storia di impegno civile, con delle forti sfocature che rendono protagonista assoluto il loro sguardo, testimone di un dolore ancora vivo. Sono volti che emergono dal nero, avvolti da quello stesso nero che avvolge la verità di cui gli italiani sono affamati….”
La mostra è accompagnata da un audioproject curato da Giuditta Perriera in cui ritornano le voci del passato: frammenti di telegiornali, le interviste a Falcone e Borsellino, le testimonianze dei pentiti.
Il libro, a cura di Marco Delogu, direttore del Festival Internazionale di fotografia di Roma, è edito da Postcart è in distribuzione presso tutte le Feltrinelli dal 18 luglio, include testi di: Pietro Grasso Presidente del Senato, Leoluca Orlando Sindaco di Palermo, Franca Imbergamo magistrato della Direzione Nazionale Antimafia, Antonio Natali Direttore della Galleria degli Uffizi, Letizia Battaglia fotografa, Salvo Palazzolo giornalista de La Repubblica, e le testimonianze di alcune delle donne fotografate: Daniela Dioguardi, Letizia Ferrugia, Simona Mafai, Maria Maniscalco.
Bellissime! Carico di pathos e di interiorità! Nel silenzio del volto, attraverso la luce dello sguardo, risultano evidenti le storie che si caricano di storia personale piena di dolore e di richiesta di giustizia in un'Italia dove lo Stato da sempre è purtroppo e colpevolmente perdente! Uno sguardo fotografico infinito....
Maurizio Galimberti
Sono magnifiche, emozionanti, anche dure, ma essenzialmente, per me, sono le immagini che accoglieremo nel futuro Centro Internazionale di Fotografia a Palermo. Saranno il primo fondo della fototeca.
Le immagini delle donne che subito dopo la morte di Paolo Borsellino iniziarono a digiunare per protestare contro le istituzioni che lasciavano che la mafia ammazzase i loro migliori cittadini.
Sono trascorsi tanti anni dal '92, esattamente 22 anni, ma è proprio oggi che un giovane fotografo, di vivida intelligenza, sente la necessità di puntare il suo obiettivo su ciascuna di queste donne. Alcune erano ragazze, 22 anni fa, e così commuove ritrovarle donne, così come commuove l'esposizione del passare del tempo su questi volti.
Francesco arriva con gli ombrelli, il cavalletto, un fondale nero e uno sguardo che scruta con dolcezza.
Lui vuole gli occhi, vuole fotografare l'essenza, vuole fotografare la storia di questi anni attraverso il volto delle donne.
E lo fa con garbo, senza alzare mai la voce, quasi in silenzio.
Quasi una preghiera.
Perchè un buon fotografo questo deve fare, deve dare la sua anima e la deve mescolare ad un'altra, con rispetto sempre, senza vanità, consapevole che quella fotografia sarà per sempre. Con un clic.
Che meraviglia!
Letizia Battaglia