Francesco Orrù – Io sono l’altro

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Informazioni Evento

Luogo
BI-BOX
Via Italia, 38 - 13900, Biella, Italia
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Date
Dal al

mer-gio-ven e dom ore 16-19, sab ore 10-12 e 16-19

Vernissage
03/05/2013

ore 18

Artisti
Francesco Orru\'
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra Io sono l’altro è formata da una selezione di opere della serie di autoritratti che l’artista Francesco Orrù ha realizzato negli anni tra il 2007 e il 2008. Per l’artista, di origini sarde ma che vive e lavora a Sagliano Micca, la finalità del corpus di opere di Io sono l’altro è quella di ritrarsi usando lo specchio, come vuole la tradizione.

Comunicato stampa

La mostra Io sono l'altro è formata da una selezione di opere della serie di autoritratti che l'artista Francesco Orrù ha realizzato negli anni tra il 2007 e il 2008. Per l'artista, di origini sarde ma che vive e lavora a Sagliano Micca, la finalità del corpus di opere di Io sono l'altro è quella di ritrarsi usando lo specchio, come vuole la tradizione.
Lo specchio è l'attore protagonista nella realizzazione di un autoritratto ed è sempre al centro del rapporto tra l'uomo e la propria immagine. Esso aiuta alla formazione della immagine interna di sé, che nell'autoritratto diviene materiale e si concretizza. In generale è possibile distinguere l'immagine mentale, che è dovuta alla capacità di visualizzare la propria persona nella sua interezza e nel volto indipendentemente dalla presenza di uno specchio, e l'immagine interna, che invece è sempre idealizzata e ideale, che si riferisce al modo in cui noi ci vediamo attraverso gli occhi degli altri e al modo in cui vorremmo che gli altri ci vedessero. Nell'autoritratto c'è sempre la rappresentazione dell'immagine interna e spesso questo condiziona il successivo rapporto tra l'artista e il suo autoritratto. L'immagine interna non può dunque coincidere con quella reale dello specchio e il volersi ritrarre vuole perciò rendere concreto proprio una possibile corrispondenza tra le due immagini.
Nell'autoritratto avviene un duplice meccanismo: la scissione, con conseguente proiezione di sé verso l'esterno, e il contenimento di sé su una data superficie (la tela o la carta). Francesco Orrù dipingendo i suoi autoritratti ha vissuto la scissione e sdoppiamento di sé e da qui ha avuto la percezione di un altro da sé, che lo ha osservato e che lui stesso ha guardato con sospetto. Dipingendo, l'artista è riuscito ad addomesticare questa figura esterna e a renderla più familiare attraverso numerose rappresentazioni su carta o su tela. In questo atto di scissione e nel non riconoscersi c'è un forte elemento perturbante, perché durante la realizzazione di un autoritratto c'è un io attivo che controlla la figura allo specchio e la dipinge, ma anche un io passivo, oggetto della rappresentazione. Nelle opere di Orrù l'io passivo diventa l'altro, da qui il titolo della serie di opere e della mostra Io sono l'altro. Nelle sue carte o tele possiamo vedere l'acrobazia dell'autoritratto, che è sia fisica che psichica. “L'io è un altro”, come diceva Rimbaud, e deve diventare “un altro” per poter essere rappresentato in un'opera d'arte. Francesco Orrù infatti per ritrarsi ha dovuto considerare la propria immagine allo specchio come altra da sé. Questa azione produce un'esperienza di spaesamento, ma è necessaria ed è parte integrante della dinamica e della tecnica dell'autoritratto.
Nella serie di opere su carta o su tela Io sono l'altro l'artista si è concentrato prima sulla rappresentazione esclusiva di una piccola porzione del suo volto: gli occhi, arrivando a dipingere quasi 100 opere con lo stesso soggetto. A vedere tutto l'insieme di queste opere sembra quasi di essere all'interno di un labirinto di specchi, dove ciò che si vede viene riflesso all'infinito. Terminata questa fase, Orrù decide di allontanare lo zoom della visione di sé, non soffermandosi più su questo unico particolare. Arriva a dipingere opere in cui l'autoritratto è l'intero volto, il mezzo busto oppure la figura intera. È come se avesse operato una percorso dove l'inizio è la rappresentazione del particolare più vivo della sua figura allo specchio, cioè l'occhio scrutatore e investigatore dell'altro fuori da sé; passando attraverso una inquadratura dell'immagine di sé meno ristretta, fino ad arrivare alla rappresentazione totale della figura riflessa allo specchio.
Nelle opere di Io sono l'altro i colori ad olio hanno tonalità accese, intense e mai ripetitive e i colori scelti dall'artista per il fondo di tutte le opere condizionano sempre la visione della figura rappresentata. I pochi tratti che delineano la figura sono gestuali e hanno il dono di sintetizzare i particolari del volto e del corpo con grande maestria. In alcune opere si intuisce il riflesso di una luce sul corpo. È la luce che Francesco Orrù vedeva rifrangersi nello specchio quando si dipingeva di notte e doveva utilizzare un faretto per avere luce per lavorare.
La serie Io sono l'altro è il registro di un percorso personale ed artistico di Francesco Orrù e dimostra con chiarezza e semplicità lo spessore e l'intensità espressiva dell'artista.

SABATO 11. Maggio ore 17,00 incontro con Francesco Orrù e letture di Renato Janni con testi sull’autoritratto

SABATO 25 maggio ore 17,00 conversazione tra artisti sul tema dell’autoritratto